giovedì 1 gennaio 2015

Quattro livelli

“Mi sembra che, sia se si sta lavorando in rinforzo positivo o negativo, per molti di noi manchi la comprensione che l’allievo desideri, in primo luogo, capire. Prima di preoccuparci di come rinforzare ciò che desideriamo dovremmo, forse, cercare di comunicare in un modo che abbia bisogno di poco rinforzo. In questo modo, minimizziamo la quantità di pressione che sta tra l’idea e la comprensione.” 

 LES KIGER 


 Da tempo ormai penso al processo di apprendimento come un continuo passaggio tra bilanciamento e sbilanciamento. Mi spiego: secondo la teoria di Antonio Damasio ogni individuo persegue lo scopo di mantenersi in vita al meglio delle condizioni possibili. Questo stato viene definito da Damasio con il termine di omeostasi. Finchè un individuo si trova all’interno del range di tollerabilità previsto dalla propria omeostasi l’individuo continua a vivere. Ogni comportamento che adottiamo ha come scopo di mantenerci il più vicini possibili alla nostra omeostasi. L’atto di imparare, in quanto comportamento, altro non è che uno strumento in più che abbiamo a disposizione. Se uno stimolo nell’ambiente sbilancia la mia omeostasi, imparare ad affrontare questo stimolo mi permette di tornare verso il mio stato ottimale. Imparare nuovi comportamenti è di fatto una necessità primaria per qualsiasi essere vivente: più cose conosco (imparo) del mio ambiente meglio saprò gestire le varie situazioni e migliore sarà la mia omeostasi. Se imparare è una necessità, insegnare lo è altrettanto. Io ho scelto di farlo usando come strumento il rinforzo positivo: clicker training e TAGteach. Trovando immorale costringere, o peggio punire qualcuno perché faccia qualcosa che io voglio ho cercato soluzioni alternative e, per fortuna, le ho trovate. Quello che ho trovato è anche la consapevolezza che la stessa presenza di cibo (usato nel clicker) o la necessità dell’impiego tagger è di fatto stressante per chi impara. Nel momento in cui presento uno stimolo sbilancio l’omeostasi di chi impara e provoco stress. Voglio insegnare al mio cane il seduto, prendo cibo e clicker e costruisco il comportamento. Nel momento in cui il cane vede il cibo la sua omeostasi si sbilancia e il suo sedersi altro non è che il tentativo (riuscito) di recuperare il terreno perduto. Lo stesso quando imparo la scherma medievale: la situazione di allenamento (per quanto mi piaccia) sbilancia la mia omeostasi e imparare a fare fendente, mezzani e passeggio mi permette di recuperare quanto perduto. In questo senso il clicker è uno strumento per recuperare omeostasi. Di fatto, alcuni studi degli anni 60 hanno dimostrato che l”errorless learning” (apprendimento senza errori) è di fatto un fallimento: imparare senza stress semplicemente non funziona.
L’apprendimento prevede lo stress. Compito dell’insegnante è quello di mantenere questo stress nei valori ottimali per ottenere un apprendimento efficiente. Fino a un paio di giorni fa non avevo mai realizzato che potessero esistere diversi livelli di insegnamento, ovvero diversi gradi di stress che si possono usare o che si presentano spontaneamente in presenza di stimoli. Il merito di avermi illuminato su questo aspetto è una proposta elaborata da Les e Kali Kiger e di Theresa McKeon: “Tendiamo a vedere Quattro livelli nell’apprendimento: naturale, esploratorio, focalizzato ed intenso”. 

  • Naturale è l’apprendimento del “doposcuola” che si fa nei cortili da ragazzi, o, se sei un cavallo “imparare quando è l’ora del foraggio. 
  • Esploratorio si fa a scuola, ci sono delle regole. La scuola è di tipo montessoriano, in cui il ragazzo è libero di esplorare da solo. 
  • Focalizzato prevede una meta specifica, ma anche la possibilità di fare delle attività secondarie, che possano modulare l’energia, potrebbe essere un allenamento sportivo. Intenso è iper-focalizzato, di solito solo su piccoli dettagli su cui lavorare come si fa quando si usa il TAGteach o il Clicker Training”. 

 Il Naturale e l’Esploratorio secondo la mia opinione, sono gestiti autonomamente da chi impara. Sono gli apprendimenti della “strada” in cui l’informazione arriva direttamente all’individuo senza intermediari. Se sono erbivoro, questo significa conoscere quali erbe brucare, dove trovare l’acqua, come trovare un partner. Esiste lo stress in queste condizioni? Sicuramente sì! Vicino all’acqua ci può essere un leone (se sono una gazzella); oppure vicino all’acqua ci possono non essere gazzelle (se sono un leone). L’apprendimento avviene naturalmente senza forzature e senza costrizioni esterne: imparare quante più cose possibili semplicemente mi fa vivere meglio e aumenta le mie probabilità di passare i miei geni alle generazioni future. L’apprendimento di questo tipo avviene secondo quanto scoperto da Panskeep riguardo il “Seeking Circuitry” (il Circuito della Ricerca). Il discorso cambia quando l’apprendimento si fa focalizzato o intenso. Questo tipo di apprendimento è tipico della società umana e degli animali che ne fanno parte. Non credo che esista in natura. Per un cane fare agility non ha nessun significato biologico: non gli permette di trovare meglio il cibo o di trovare un partner. L’agility è un comportamento imposto dal proprietario in cambio di vitto e alloggio. Lo stesso per i cavalli che fanno dressage o trotto. In questi casi l’apprendimento è costruito attraverso meccaniche e tecniche che variano dalle più coercitive a quelle più positive. Pur essendo fisicamente in grado di saltare un ostacolo difficilmente il cane o il cavallo esibiranno spontaneamente questo comportamento. Ancora più difficilmente lo ripeteranno. Per insegnare a saltare devo usare degli strumenti. E noi umani? Neanche a dirlo siamo immersi in questo tipo di apprendimento. Fin da quando veniamo al mondo siamo immersi da continue richieste ad apprendere cose e comportamenti nuovi: guidare, andare in bici, fare dello sport, usare il telecomando. Noi umani abbiamo portato all’esasperazione l’apprendimento usando la caratteristica innata comune a tutti gli esseri viventi la volontà di imparare cose nuove arrivando. Questo ci ha consentito di arrivare alle mete delle società contemporanee e delle loro tecnologie. Quello che ci manca, ancora, è la diffusione di tecniche d’insegnamento altrettanto focalizzate ed intense che ci permettano di insegnare. La scienza la conosciamo, si chiama Comportamentalismo e ci spiega come si forma il comportamento. Le metodologie per padroneggiare sono il Clicker Training per gli animali e il TAGteach per gli umani. La base della tecnica è condivisa: brevi sessioni di lavoro, divise in criteri facilmente rinforzabili attraverso l’impiego di un marker sonoro. In entrambi chi impara desidera farlo, anche se si tratta di saltare un ostacolo (che magari per un cavallo non è la prima delle priorità). Come ogni medaglia anche questa ha il suo rovescio. Il rovescio è costituito dalla cautela che dobbiamo usare quando spingiamo il nostro allievo a questo tipo di apprendimento; dal rispetto e comprensione che, come insegnanti, dobbiamo SEMPRE mostrare; dalla chiarezza di comunicazione che dobbiamo avere. Lo sforzo è quello di mantenere l’omeostasi del nostro allievo sempre al livello ottimale. Questo è quello che è successo a me. Ad un certo punto del mio cliccare ho avuto la fortuna di incontrare il mio Border Collie, Akira.

Akira, a due mesi.
“Oddio”, ho pensato, “ho un border devo fare in modo che sia sempre focalizzato sul suo lavoro (o su di me) devo fare in modo di “governare” il suo instinto…” etc etc. Alla ricerca di come riuscire ad ottenere una gestione corretta del mio cane mi sono imbattuto nella Modal Theory proposta da Iain McDonald. Riassumendo dice che il cane ha tre modi in cui porsi nell’ambiente: sociale, predatorio o aggressivo. In base alla propria storia e alle proprie caratteristiche si porrà in un determinato stato nei confronti degli stimoli. A seconda delle caratteristiche per passare tra uno stato e l’altro il cane deve passare attraverso delle soglie (più alta sarà la soglia più difficile sarà il passaggio). Infine a seconda delle caratteristiche un cane avrà una maggiore spinta in uno stato piuttosto che in altro. Il mio border Akira ha una fortissima spinta nel predatorio: quello che dovevo fare era abbassare la soglia per passare dal predatorio (pallinapallinapallina) al sociale (“Akira, seduto”) per poter arrivare a: Click! Pallina!. Per ottenere questo ho fatto la lista dei rinforzi di Akira, e ne ho trovati almeno 5. Perfetto: ogni rinforzo per Akira, ancora cucciolo, è passato per le mie mani (abbasso la soglia). So che per iniziare ad insegnare una cosa ad Akira non posso usare il rinforzo 5 (troppo forte la spinta sul predatorio) ma devo usare il rinforzo 1 (bassa spinta sul predatorio=bassa soglia sociale). In questo modo il cane può ascoltarmi e seguirmi mentre, armato di clicker, gli insegno la condotta. Tornando al discorso introduttivo: usare il rinforzo 5 avrebbe sbilanciato eccessivamente l’omeostasi di Akira, portandolo a livello tale di stress che il cane non avrebbe più potuto ascoltarmi. Ma voglio di più: voglio un super-comportamento; talmente condizionato che quando dico seduto Akira va giù come una bomba. Allora entrano in gioco i rinforzi numero 2-3-4 e 5. Quando posso usare il rinforzo 5 per condizionare il comportamento ho ottenuto il super-comportamento. Tutto questo lavoro per mantenere regolare l’omeostasi del mio cane e per riuscire ad usare l’esatta quantità di rinforzo necessarie. Riprendendo quanto scritto da Les : “(…)Prima di preoccuparci di come rinforzare ciò che desideriamo dovremmo, forse, cercare di comunicare in un modo che abbia bisogno di poco rinforzo. In questo modo, minimizziamo la quantità di pressione che sta tra l’idea e la comprensione.”. Insieme io ed Akira abbiamo trovato la nostra omeostasi. Con le persone succede la stessa cosa. Perché un bambino impara a fare i capricci al supermercato? Il supermercato (con tutti i dolci, caramelle e giocattoli) sbilancia l’omeostasi del bambino con troppa forza. L’ammontare del rinforzo disponibile è talmente elevato che il bambino va in stress. Noi genitori, presi alla sprovvista non riusciamo ad insegnare al bambino come comportarsi (apprendimento focalizzato) e il bambino impara da solo (apprendimento naturale – esploratorio) come ottenere quello che vuole. Il bambino impara a fare i capricci. Forse alcune sessioni di TAGteach in vista della visita al supermercato avrebbero potuto aiutare? Come ho fatto io con Akira, presentando il minimo rinforzo necessario per mantenere bilanciata la sua omeostasi? Presentare una caramella al bambino. Il tagpoint è: “conta a tre prima di prenderla”. La strada è tutta da esplorare…. 

Grazie a Les e Kali Kiger e a Theresa McKeon per l’ispirazione
Luca Canever


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