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giovedì 24 marzo 2022

Il TAGteach

 Luca Canever, tradotto ed adattato da:

 Cabrera, "Assessing TAGteach Methodology to Improve Oral Reading (...)" (2020)



Il Tagger usato nel TAGteach
Il Tagger, usato nel TAGteach

Un intervento educativo innovativo è l'applicazione della tecnologia di “insegnamento audio assistito” o, abbreviato, dall’inglese: TAGteach. Il TAGteach utilizza uno stimolo acustico, solitamente sotto forma di tagger, per fornire un feedback immediato al verificarsi di un determinato comportamento. Il TAGteach è stato applicato al campo dello sport, del lavoro e dell'istruzione scolastica inclusi gli studenti con bisogni speciali.

La metodologia TAGteach utilizza diversi principi comportamentali e procedure basate sull'evidenza scientifica. Il suono del tagger (lo stimolo udibile) viene utilizzato per marcare o “taggare”, un'istanza corretta del comportamento target nel momento in cui avviene, fornendo in questo modo un feedback positivo allo studente. Positivo perché il tagger significa solo: “Sì!”.

Un'altra caratteristica distintiva di TAGteach è l'uso dei tag point sviluppati attraverso l'uso del protocollo "WOOF", che consiste nei seguenti quattro criteri: 1) cosa vuoi; 2) Una cosa per volta; 3) osservabile; e 4) cinque parole o meno (WOOF indica, in inglese, i quattro criteri). Pertanto, il tag point è il comportamento che viene evidenziato acusticamente quando si verifica.

Il TAGteach usa anche la “scomposizione" (break it down), in cui i comportamenti sono divisi in parti facilmente identificabili, eseguibili e rinforzabili; una procedura simile alla task analysis.

Infine, il TAGteach è stato oggetto di studi scientifici e viene applicato in numerosi campi con partecipanti a vari livelli di abilità, età ed interessi. In tutte queste situazioni il TAGteach ha dimostrato la sua adattabilità; ad esempio, il TAGteach è stato utilizzato con chirurghi altamente qualificati per affinare le loro competenze mediche.

Per saperne di più visita il nostro sito: www.tagteachitalia.com


giovedì 24 febbraio 2022

Precision Teaching e la Standard Celeration Chart

 Tradotto ed adattato da: CHIESA (2000) - Precision teaching and fluency training: Making maths easier for pupils and teachers


Il Precision Teaching è un approccio generale per determinare se uno specifico programma d’insegnamento funziona e se sta raggiungendo gli obiettivi educativi che si era proposto. La metodologia del Precision Teaching permette agli insegnanti di misurare il successo del programma e ritagliarlo a misura delle individuali necessità di ogni studente. Specifici del Precision Teaching sono quattro elementi:

·       Analisi “Parte/Intero”

·       Pratica per Fluenza

·       Prove a tempo e la Standard Celeration Chart

·       Adattare a misura dei progressi del singolo studente i materiali

Analisi Parte/Intero

Praticamente ogni compito che intraprendiamo richiede l'esecuzione di diversi comportamenti contemporaneamente. Pertanto, qualsiasi attività può essere descritta come un “intero” e scomposta nella sua serie di “Parti” che devono essere apprese prima. In letteratura (inglese) questi due elementi sono definiti: Component e Composite o Compound


Ad esempio, se vogliamo piantare un chiodo in un pezzo di legno (”Intero”), dobbiamo essere in grado di: identificare martello, chiodo e legno; afferrare saldamente il martello con la mano dominante; afferrare il chiodo tra pollice e indice; tenere saldamente il chiodo all'angolazione richiesta anche durante i colpi di martello; e battere accuratamente e ripetutamente la testa del chiodo con la parte appropriata del martello (questi comportamenti sono le “Parti”). Tutte le parti devono essere apprese prima di eseguire l’intero compito e riuscire a piantare il chiodo. La mancanza di una delle parti pregiudica la riuscita del compito.

Nello sforzo di costruire una nuova abilità o competenza attraverso la pratica per fluenza, l'analisi delle sue parti (Task Analysis) è un primo passo cruciale.

Pratica per Fluenza

Oltre alla più comune misura dell'accuratezza, la velocità d’esecuzione viene considerata altrettanto importante nel Precision Teaching, sia in classe, come nella vita di tutti i giorni, perché fornisce una misura di competenza. L'esecuzione da parte degli “esperti” di qualsiasi abilità, che si tratti di falegnameria, suonare il pianoforte, leggere testi o risolvere equazioni matematiche, implica prestazioni rapide e accurate. Consideriamo il nostro falegname “esperto” perché costruisce e monta i nostri scaffali con precisione e in una frazione del tempo necessario al semplice appassionato del fai da te.

In relazione alle abilità matematiche, Miller e Heward(1992) sottolineano: "Tutti gli studenti che arrivano allo stesso livello di accuratezza non sono preparati allo stesso modo. Mentre due studenti possono completare la stessa serie di operazioni di matematica con una precisione del 100%, quello che finisce in due minuti è più esperto di quello che ha bisogno di cinque minuti per risolvere gli stessi problemi”. La pratica per Fluenza è un metodo che favorisce lo sviluppo di velocità e accuratezza sulle parti (es.: impugnare il martello; scrivere le cifre) che possono migliorare notevolmente le prestazioni sui compiti interi (es.: piantare il chiodo; risolvere una moltiplicazione) e, più in generale, possono facilitare l'apprendimento di nuove abilità.

Prove a tempo e la Standard Celeration Chart

Nel Precision Teaching le prove a tempo forniscono un mezzo efficiente per misurare la fluenza di uno studente in risposte al minuto su una determinata abilità. Le prove possono essere brevi: 5 o 10 secondi o durare fino a 3 o 5 minuti a seconda sia dello studente che dell'abilità misurata.

Le risposte al minuto registrate durante le prove sono convertite in eventi al minuto per essere inseriti sulla Standard Celeration Chart (SCC). La SCC fornisce un "quadro" dell'apprendimento, rappresentato attraverso l'accelerazione o la decelerazione delle risposte corrette e risposte errate. Nel grafico qui a lato la linea verde indica una accelerazione delle risposte corrette (indicati dai pallini) e un alinea rossa indica la decelerazione delle risposte errate (indicate dagli asterischi). Una linea piatta sull'SCC indica una risposta che non sta migliorando e avverte l'istruttore che alcuni aspetti del suo insegnamento, che siano il metodo o i materiali, non hanno alcun impatto sulle prestazioni dello studente.


L'immagine di apprendimento ideale è linea verso l’alto per lei risposte corrette e una pendenza verso il basso delle risposte errate. Le decisioni didattiche sono quindi guidate dal quadro di apprendimento che determina la progettazione di materiali per la pratica e il progresso di ogni studente.

Materiali per la Pratica individualizzati

Sebbene diversi bambini (o anche un'intera classe) possano seguire un programma Precision Teaching/Fluenza mirato a una Parte  o ad un Intero, idealmente tale tipo di intervento dovrebbe essere individualizzato. Il punto fondamentale della Pratica per Fluenza è garantire che gli studenti siano in grado di padroneggiare le abilità Parti prima di tentare di progredire verso abilità più complesse o più impegnative (Interi). Inutile dire che ci sarà una variabilità tra gli studenti nella durata e/o nella quantità di pratica che impiegheranno per raggiungere la Fluenza. Lo studente A potrebbe aver bisogno di maggiore istruzione e pratica sulla moltiplicazione per tre, mentre il bambino B padroneggia velocemente la moltiplicazione ma fatica quando cerca di completare una sottrazione a due cifre. I tassi di risposta per attività, registrati sulla SCC per ogni singolo studente, rivelano rapidamente aree di forza e di debolezza e consentono agli istruttori di adattare i materiali didattici di conseguenza.

 

Glossario:

·       Fluenza: esecuzione senza sforzo, rapida e corretta. Es.:gli atleti alle Olimpiadi o i virtuosi della musica

·       Intero: un comportamento o competenza complessa che può essere diviso in singole Parti attraverso la Task Analysis. Es: risolvere una addizione è un Intero

·       Parte: un aspetto, un elemento di un comportamento o di una competenza più complessa. Es: Scrivere una cifra è una Parte dell’esecuzione delle addizioni

·       Task Analysis: l’analisi di un comportamento più o meno complesso (Intero) nei suoi componenti (Parti).

mercoledì 26 gennaio 2022

Più autocontrollo per gli insegnanti!

 di Theresa McKeon e Luca Canever


Ma, stiamo scherzando?!? Noi insegnanti siamo già i supereroi dell’autocontrollo, non ce ne serve di più!

Ogni singolo giorno combattiamo il desiderio di usare espressioni politicamente non corrette del tipo: "No, hai sbagliato ancora!" e "’Cipicchia! Non posso credere che tu non l’abbia ancora capito!" A noi insegnanti è anche richiesto di controllare il linguaggio corporeo, non mostrando MAI! fastidio o frustrazione: roteare gli occhi, sospirare pesantemente o buttare le mani in aria a dire: "Io ci rinuncio", sono tutte cose tassativamente proibite! Quante cose dobbiamo autocontrollare ...

Come fare? È mai possibile che solo noi insegnanti dobbiamo controllarci? Ma soprattutto: potremmo imparare a farlo ancora meglio?

Una soluzione c’è, anche se può sembrare un po’ un controsenso.

Eccola qua: noi insegnanti potremmo “vivere meglio”, se limitassimo la quantità d’informazione che offriamo ai nostri allievi soprattutto in certi momenti; proprio in quei momenti in cui sentiamo che dobbiamo ancora dire qualcosa. Immaginiamo che il nostro allievo o la nostra allieva si stia per lanciare a fare una cosa particolarmente complicata. Proprio in questi momenti sentiamo di dover ancora aggiungere qualcosa, di dover dire quell’ultima parolina che potrebbe essere definitiva nell’aiutare l’allievo (perché, non dimentichiamolo, noi insegnanti, abbiamo molto a cuore i nostri allievi). E allora, con un ultimo sforzo, lanciamo loro un’ancora dell’ultimo momento: "Non dimenticare ...", "Ricordati di ..." o forse la più tremenda per la sua forza distraente: "Sì, puoi farcela! Io ho fiducia in te!” Tutte queste frasi hanno certamente il loro posto, ma l’attimo che precede l’esecuzione di un nuovo comportamento non è tra questi. Allora perché è così difficile controllare l'impulso di distruggere la concentrazione dell’allievo?

Confessiamolo, noi insegnanti abbiamo quattro punti deboli

1. IL GUSTO DI PARLARE
    Di norma, a noi piace parlare e soprattutto dare informazioni agli altri. Abbiamo lavorato sodo per raccogliere grandi quantità di conoscenza e ci sentiamo strozzare quando si dobbiamo smettere di parlare, anche quando si tratta di lasciare che lo studente possa far pratica autonomamente (eventualmente sbagliando).

2. IL DESIDERIO DI VENIRE RINFORZATI
    Noi insegnanti siamo rinforzati dal successo dei loro studenti. Quando sembra che l’ancora dell’ultimo minuto abbia facilitato l’esecuzione corretta, può nascere un’idea sbagliata, una vera e propria superstizione: "L'ultima volta che ho gli ho fatto tutto l’elenco di quello che volevo ricordasse, subito prima dell’esercizio, mi è sembrato che abbia funzionato!"

3. LA PREOCCUPAZIONE DI ESSERE MALVISTI
    E' possibile che si abbia paura che i nostri colleghi o degli osservatori occasionali, possano supporre che il nostro silenzio rifletta una mancanza di competenza: l’insegnante che sta zitto è l’insegnante che non sa! "Se non dico qualcosa allo adesso, gli altri penseranno che non ho visto l'errore".

    Invece, il saper concedere momenti di silenzio, a tempo debito, è il marchio di fabbrica di un insegnante attento; una persona attenta che, consapevolmente, permette allo studente di essere parte del processo di apprendimento e non solo una carriola sulla quale scaricare informazioni a volontà. Imparare a resistere all'impulso di ripetere all’ultimo minuto, di dare dei riscontri o, addirittura, “fare festa” per diminuire la tensione, può realmente accelerare la velocità con la quale lo studente acquisisce fluenza, e, in ultima analisi, la sua capacità di diventare indipendente. Pensiamo prima alle cose importanti da fare e lasciamo spazio e tempo per processare l’informazione.

Il TAGteach ha il giusto strumento per aiutare gli insegnanti e il loro autocontrollo: si chiama tag point.

Il tagger.
Il tag point è l’azione, comportamento, movimento chiesto allo studente e che verrà rinforzato dal suono del tagger. L’insegnante consegna il tag point con la frase: “Il tag point è:” e la palla passa all’allievo. A questo punto basta il suono del tagger (o la sua assenza) per dare all’allievo tutta l’informazione di cui ha bisogno.




L’insegnante può tirare un sospiro di sollievo e… fare silenzio.

….

Tag!

 



giovedì 29 settembre 2016

A PROPOSITO DI COMPORTAMENTO

Luca Canever
TAGtech Faculty
Settembre 2015

Il TAGteach, come ogni tipo di insegnamento, agisce sul comportamento di un organismo. In questo articolo vedremo come questo processo avviene.
In primo luogo diamo la nostra definizione di comportamento. Con il termine "Comportamento"facciamo riferimento a qualsiasi risposta agli stimoli ambientali venga compiuta od emessa da un organismo nel corso della sua esistenza. Possiamo dividere i comportamenti che emettiamo in tre grosse categorie.

  • Comportamenti emessi intenzionalmente: come aprire il rubinetto per riempire un bicchiere d’acqua o come pensare a cosa mangeremo a pranzo. Anche il pensiero rientra nei comportamenti in quanto si tratta sempre di una risposta emessa in base a determinati stimoli esterni (passare davanti al supermercato ci fa pensare a cosa abbiamo in frigorifero) o interni (lo stimolo della fame che ci fa fermare al supermercato): entrambe gli stimoli inducono una risposta alla quale ci riferiamo come comportamento. Questi stimoli agiscono come antecedenti del comportamento: avvengono prima.
  • Comportamenti che emettiamo senza essere consapevoli di quello che stiamo effettivamente facendo, ma che, a differenza dei riflessi abbiamo imparato durante la nostra vita. Per esempio camminare. E’ questo un comportamento che avviene -quasi- sempre senza grande sforzo cognitivo, in altre parole non dobbiamo prestarvi troppa attenzione. Camminare è uno di quei molti comportamenti che una volta appressi vengono sepolti nel nostro sub conscio: i vari muscoli ed organi coinvolti nel movimento vengono attivati in modo automatico dal cervello.
  • Comportamenti di autoregolazione corporea che sfuggono al controllo del conscio ma che sono funzionali per conservare il benessere generale dell’organismo. Sudare perché fa caldo o diventare rossi per una forte emozione possono essere esempi di questa categoria. In questa categoria rientrano anche quelli che chiamiamo riflessi: sono comportamenti innati, che non devono essere appresi.
Gli effetti che gli stimoli sia interni che esterni hanno sugli organismi sono stati oggetto di studio a partire dalla fine dell’800. Fra tutti ricordiamo i due principali protagonisti: Ivan Pavlov e B. F. Skinner.

Pavlov, scienziato russo, si concentrò sulla particolare categoria di comportamenti dei riflessi; ovvero comportamenti che compiamo senza intenzionalità (rientrano nella nostra terza categoria): tipo starnutire a causa della polvere. La polvere agisce come stimolo sullo starnuto, ma noi non abbiamo imparato a starnutire, si tratta di un comportamento innato. Pavlov scoprì (con il celeberrimo esperimento della campanella e del cibo per i cani) che era possibile condizionare la risposta dell’organismo anche a stimoli che precedentemente non sollecitavano nessuna risposta. Se soffiamo negli occhi a una persona questa li chiuderà. Ma, se prima di soffiare facciamo suonare un fischietto, e condizioniamo questa catena: Fischietto - Soffio d’aria, il fischietto assumerà per l’organismo sottoposto al condizionamento lo stesso valore del soffio d’aria. L’organismo al suono del fischietto chiuderà gli occhi emettendo la stessa risposta riflessa precedentemente riservata solo al soffio. Questo tipo di condizionamento viene definito classico o rispondente. In questo tipo di condizionamento l’organismo non emette nessuna risposta volontaria, sono i suoi riflessi a rispondere involontariamente agli stimoli.

A differenza dei rilfessi, i comportamenti che regolano le risposte apprese dagli organismi furono oggetto a partire dagli anni trenta del ’900 degli studi di B. F. Skinner, il quale scoprì che un comportamento viene appreso in base alle sue conseguenze. Se premere una leva fa arrivare del cibo, l’animale tenderà, se affamato, a ripetere l’azione che gli ha fatto guadagnare il cibo. Se tenere il braccio in determinato modo risulterà in un numero maggiore di canestri, questo comportamento verrà emesso con maggiore frequenza. Questo tipo di condizionamento si chiama operante: la conseguenza del comportamento agisce come un rinforzo: il comportamento avverrà con maggiore o minore frequenza . Il termine "operante" fa riferimento a tutti i comportamenti (più o meno simili) ma che hanno lo stesso impatto sull'ambiente, in altre parole lo modificano allo stesso modo. Per esempio ci sono diversi modi con i quali posso aprire una porta: con la mano destra o la sinistra, dipende se ho qualcosa in mano, dipende dalla maniglia eccetera eccetera. Ma tutti i comportamenti che hanno come conseguenza la porta aperta (modifica dell'ambiente) fanno parte della stessa categoria di operanti.
Parlando di TAGteach e dello strumento particolare impiegato dalla metodologia, il taggeer che con il suo feedback sonoro segnala immediatamente l’emissione di un comportamento corretto, è interessante puntualizzare cosa regola l’apprendimento. Skinner scoprì che esiste una catena ben definita tra emissione di un comportamento e il successivo apprendimento che può essere definito come il "conoscere -da parte dell’organismo- di quale comportamento sia opportuno emettere. dati determinati stimoli ambientali antecedenti". Detta con un esempio: a scuola impariamo che il comportamento che verrà rinforzato in presenza dello stimolo antecedente costituito dalla maestra che ci chiede: "Quanto fa due più due?" è rispondere: "Quattro!" L’apprendimento avviene quando sappiamo quale comportamento è funzionale emettere in presenza di precisi e determinati stimoli, nel nostro esempio impariamo QUANDO sappiamo verrà rinforzato dire: "Quattro". Una volta avvenuto l’apprendimento lo stimolo antecedente diviene uno stimolo discriminativo il quale indica all'organismo quale comportamento verrà rinforzato (il "Quanto fa 2+2" sollecita la risposta "4" e non: "6"). Come è facilmente intuibile, l’apprendimento viene facilitato se esiste una forte relazione tra antecedente, comportamento e conseguenze. Prima la maestra ci dice: "Bravi!" dopo aver risposto alla sua domanda più facilmente impariamo che 2+2 fa 4.
Citando Skinner:
"L’organismo deve essere stimolato dalle conseguenze del suo comportamento affinchè l’apprendimento possa avvenire. L’apprendimento dipende anche dal tipo, dalla quantità e dall’immediatezza del rinforzo".

Questo aspetto è basilare nella metodologia del TAGteach. Usando il tagger è possibile annullare l’intervallo tra comportamento e rinforzo ottenendo una forte relazione. I comportamenti vengono appresi con maggiore velocità e in maniera più profonda. Inoltre gli allievi hanno una esperienza maggiormente positiva dal momento che il tagger convoglia solo informazione positiva: "Sì, quello che hai fatto è corretto". Inoltre il tagger è estremamente più preciso rispetto alla voce che può cambiare durante la giornata o con l’umore e che -soprattutto- può essere caricata di indesiderati significati sociali.
Per avere un esempio della velocità d’apprendimento sviluppata nell’utilizzo del TAGteach vi invitiamo a vedere il nostro video più famoso: insegnare il salto in alto. Un apprendimento che solitamente avviene nel corso di uno o due anni qui è stato concentrato e distillato in venti minuti di training.

Cos'è il TAGteach?

Il TAGteach (TAG sta per Teaching with Acoustical Guidance ovvero Insegnamento Audio Assistito) è una nuova, innovativa metodologia per insegnare in rapida crescita e diffusione in tutto il mondo. Le sue applicazioni spaziano in campi anche molto differenti tra di loro: dallo sport al lavoro, dalla scuola alle pratiche chirurgiche. Utilizzando il TAGteach ogni dettaglio di un comportamento o di una serie di comportamenti (per es. il dritto nel gioco del tennis) possono venire insegnati in maniera positiva, rinforzante, e -cosa molto importante- in minor tempo. Peculiare della metodologia, che da questo prende il suo nome, è l’utilizzo di un marker sonoro che fornisce allo studente un chiaro feedback sul successo ottenuto nell'emissione corretta di un comportamento target. Con questo articolo ci proponiamo di illustrare alcuni aspetti della metodologia, sugli effetti che può avere e su quali aspetti della nostra quotidiana può avere impatto.

Vi invitiamo a visitare il nostro sito per ulteriori informazioni ed approfondimenti sul TAGteach: www.tagteachitalia.co

venerdì 10 luglio 2015

TAGteach: una LEGO esperienza

Luca Canever
TAGteach Faculty
Luglio 2015

L'insegnamento non è riempire le menti degli studenti con nuove informazioni, ma è liberare spazio  necessario al loro apprendimento.

I bambini (di età compresa tra 7-12) stanno tranquillamente guidando lungo le strade della Seat Traffic School, all'interno del parco di divertimenti Legoland a Billund (Danimarca). Qui ci sono strade, incroci, un distributore di benzina e un autolavaggio. Ci sono una ventina di piccole auto elettriche che sembrano essere fatte con i famosi mattoncini. Nessuno dei piloti sta parlando, urlando o strillando. Il silenzio lungo le corsie è assoluto ... Fuori dalle recinzioni i genitori stanno a guardare, videoregistrando e urlando istruzioni di cui i bambini non hanno assolutamente bisogno. (La Traffic School è un'attrazione presente in quasi (tutti?) resort Legoland del mondo. Ecco un video d’esempio.)

A SCUOLA GUIDA 

Le lezioni di guida richiedono meno di tre minuti: i bambini vengono da diverse nazioni, le istruzioni sono soprattutto visive (con qualche aiuto da parte dei genitori per la traduzione, se necessario). Il loro istruttore parla di fronte ai ragazzi, mentre punta in dito ad alcuni dei cartelli stradali più comuni (incrocio, stop, senso unico….) posti alle sue spalle. Spiega ai piloti in erba il funzionamento dei due pedali che troveranno in auto e su come segnalare quando intendono girare (braccio teso in fuori esattamente come dovrebbero fare i ciclisti). In sintesi, i nuovi piloti hanno quattro comportamenti su cui concentrarsi (nel TAGteach li chiamano: "focus point"):
  • due segnali per i cambi di direzione (braccio sinistro o destro teso in fuori = due focus point) 
  • come far funzionare le macchine con i pedali (blu = acceleratore; rosso = freno = due focus point). Da qui i bambini sono da soli. Hanno quattro focus point su cui contare per imparare ad interagire con il loro nuovo ambiente: guidare l’auto nell’ora di punta.

IL NUMERO MAGICO

 Nello stesso momento il nostro cervello è in grado di elaborare da cinque a sette blocchi di informazioni(Miller, 1956: "The magica number seven..."); tradotto in altre parole, possiamo focalizzare la nostra memoria di lavoro (cioè "prestare attenzione") ad una piccola quantità di informazioni. Questa affermazione è particolarmente vera quando stiamo apprendendo nuove competenze e abbiamo la necessità di concentrarci sul compito che ci aspetta. Al fine di raggiungere questo obiettivo, dobbiamo chiudere tutte le circuiterie cerebrali non necessarie (come, per esempio, parlare o ascoltare le grida dei genitori al di là del recinto) e "travasare" la nostra attenzione su quello che stiamo imparando. Questo è esattamente  quanto avviene dentro i cervelli dei bambini 'nella scuola guida di Legoland: sono silenziosi perchè stanno imparando. Le loro energie cognitive sono necessarie altrove.

TAGteach: COSTRUIRE COMPETENZE MATTONE SU MATTONE


Nel TAGteach siamo familiari con questo processo e cerchiamo di assecondarlo applicando il protocollo previsto dalla metodologia.
Dopo aver trasmesso le informazioni, non è più permesso parlare. La frase: "il tag point è::" lascia al discente la responsabilità di affrontare il compito. L'assenza di linguaggio verbale lascia spazio per un efficace apprendimento ad alta velocità. Il tag point è un’azione unica e facile da realizzare (ad esempio: "premi il pedale del blu"). Queste informazioni sono strutturate in modo tale da non riempire i cervelli degli studenti, e di fare spazio al compito della memoria di lavoro: imparare. Come detto la memoria di lavoro è in grado di processare da cinque a sette blocchi di informazione per volta. Essa processa tali pezzi rendendoli disponibili per le aree neo-corticali del cervello in cui vengono prese le decisioni effettive su come comportarsi ("devo girare a destra, cosa devo fare?")
 Ma non è finita qui. Un altro compito fondamentale della memoria di lavoro è quello di passare le informazioni sul comportamento, l’ambiente e le conseguenze che il comportamento ha avuto, (la catena che, nel comportamentismo è nota come ABC: Antecedent - Behavior -Consequences) alla memoria a lungo termine. In altre parole la memoria di lavoro è dove si impara, la memoria a lungo termine è dove si ricorda. Se la memoria di lavoro è satura d’informazioni il passaggio alla memoria a lungo termine diventa lento e inefficiente. Semplicemente, non impariamo con la stessa efficacia. Se siamo circondati da troppi stimoli, o se ci parlano troppo, facciamo molta più fatica a ricordare e fare quello che dobbiamo. 

NON E’ UN RING! 

Tutto ciò detto, potrebbe sembrare che possiamo lasciare i nostri discenti da soli mentre stanno imparando. Come insegnanti potremmo semplicemente buttare tutte le informazioni che riteniamo necessarie per gli studenti: "Questo è il compito, questo è come si suppone lo eseguiate ora andate e imparate!" Naturalmente questo approccio porterà fallimento e frustrazione con pochi studenti, che realmente riescono ad imparare e la maggior parte di loro che -semplicemente- rinunciano, a causa della mancanza di rinforzo positivo conseguenza diretta di questa impostazione nell'apprendimento.
Di per sé la frustrazione non è una cattiva notizia per l'apprendimento. Quando impariamo siamo davvero frustrati; si potrebbe dire che si impara perché c’è della frustrazione. Siamo frustrati quando andiamo in bicicletta? Certo che no, ma sono sicuro che non eravamo calmi e fiduciosi durante le nostre prime lezioni. Avevamo paura, eravamo impacciati, siamo caduti, ma ci siamo rialzati perchè... era così bello!
Dare agli studenti un solo pezzo di informazione (il tag point), o quattro (come l’istruttore di Legoland) fornisce la giusta quantità di frustrazione che porta a rafforzare l'apprendimento. Il fatto che i guidatori in erba fossero silenziosi è indice di frustrazione, quella giusta quella che ci fa focalizzare su quello che deve essere fatto. Il valore aggiunto fornito dal TAGteach è l'attenzione esclusiva su ciò che vogliamo che accada, e l'uso del tagger con il suo feedback perfettamente a tempo sul comportamento. Gli studenti imparano più velocemente e meglio, perché:
  • alla loro memoria di lavoro è consentito sia elaborare che passare le informazioni alla memoria a lungo termine;
  •  solo le informazioni utili sono fornite perché il tag point indica ciò che deve accadere (non ci sono informazioni utili nel dire: "non saltare") 
  • il feedback del tagger fornisce un rinforzo costante e positivo al comportamento che viene appreso e, di nuovo, rafforza il processo di allocazione delle nuove esperienze nella memoria a lungo termine: Ricordiamo meglio quindi impariamo meglio. 

RIGUARDO IL TAGteach:
Il TAGteach è una nuova metodologia didattica in rapida crescita, utilizzata in molti campi diversi. Con il TAGteach ogni singolo dettaglio dei componenti di un comportamento (es: il dritto a tennis) -non importa quanto piccoli- possono essere insegnati e padroneggiati in modo positivo e rinforzante. Peculiare della metodologia è l'uso di un dispositivo (il tagger) che offre un suono chiaro per lo studente quando un comportamento obiettivo è eseguito correttamente.
Il Focus Point: Nel TAGteach lo specifico comportamento che ricever il suono del tagger come conferma dell'avvenuta esecuzione si chiama "tag point". Il Focus Point è esattamente la stessa cosa, ma la corretta esecuzione non riceve il suono del tagger. Si usa il focus point quando ormai chi impara è in grado di fare da sè, senza aver bisogno della costante sorveglianza dell'insegnante

Per informazioni sui nostri prossimi eventi e sul TAGteach:
www.tagteachitalia.com

venerdì 22 maggio 2015

DATEGLI QUALCOSA DA FARE!

Luca Canever
Maggio 2013
A SCUOLA 

Da qualche tempo in una delle mie classi di prima media, è arrivato J.; un nuovo alunno con problemi di iperattitivà, di attenzione e di comportamento (con diagnosi ADHD). Non appena sono stato in grado di individuare il giusto rinforzatore per lui, sono stato anche in grado di rinforzare "buoni" (dal mio punto di vista d’insegnante) comportamenti, quali lo stare seduto, scrivere o guardare cosa viene scritto alla lavagna. Dopo una prima ora di pratica, J. ha capito il significato del taggere e ha iniziato ad esibire questi comportamenti in modo sempre più continuo. Dopo alcuni giorni e alcune sessioni insieme a me e ai suoi compagni mi è rimasto un problema ancora da risolvere, il che ci porta allo spunto dal quale è nato questo articolo. 

TRANSIZIONI 

Con il termine "transizioni" faccio riferimento a quei momenti in cui si passa da una attività all'altra
 e si deve aspettare prima di iniziare che tutto e tutti siano pronti. "Aspettare" per un insegnante significa che gli alunni rimangano al posto loro assegnato, ragionevolmente in silenzio, mentre ci si prepara. "Aspettare" significa anche saper attendere mentre l’insegnante è impegnato ad aiutare un compagno. "Aspettare", è un comportamento che, come potete immaginare, J. non è in grado di fare. Nelle pause i problemi di J. -letteralmente- esplodono. Lui salta per l’aula, insulta e picchia i compagni e lancia oggetti, quando non scappa in bagno per arrampicarsi sopra i sanitari. Quanto di buono era stato fatto nel periodo precedente si dissolve in un attimo. Perché?

COMPORTAMENTO 

Un sasso non si "comporta".
La mia idea anche riguardo a queste esplosioni, è che, in quanto esserei viventi dobbiamo (per essere -appunto- "viventi") fare qualcosa o, se preferite, comportarci. E’ quello che ci distingue da un sasso. Il sasso non si "comporta", un essere vivente, per quanto semplice possa essere sì. J. manifesta la sua vitalità (nel senso di "essere vivo") con comportamenti che talvolta possono essere problematici se il ragazzo viene lasciato libero di scegliere da solo dove trovare il rinforzo (dal momento che non è in grado di trovare sufficentemente rinforzanti i "normali" comportamenti" che si esibiscono quando si aspetta. Il TAGteach aiuta J. a scegliere rinforzi che siano più compatibili con la normale gestione di una classe di ragazzi. Desidero essere molto preciso su questo punto: l’uso del tagger non "costringe" J. a stare seduto; l’uso del tagger fornisce a J. le motivazioni necessarie per scegliere di rimanere seduto. Secondo me, i "comportamenti problematici" altro non sono che la ricerca autonoma di rinforzamento dall'ambiente. Essendo autonoma (ovvero autogestita) questa ricerca può sfociare in comportamenti che possono essere adattivi (J. li esibisce perchè per lui funzionano), ma non adatti (a una normale classe). Tipo urlare e lanciare oggetti in classe. J. si comporta così perché sono queste le strategie che ha imparato. In casi come il suo, ma anche in generale, organizzare delle continue e consistenti opportunità di rinforzamento per buoni comportamenti è il modo migliore per riuscire a gestire J. e, nel mio caso, la classe. E qui entra in gioco il TAGteach. 

COME USO IL TAGTEACH

Il tagulator. Ogni perlina scende e
 "segna" un punto per l'alunno
 Con J. e la sua classe sto sperimentando diverse situazioni nelle quali posso usare il TAGteach.
Innanzitutto ho dato a J. un tagulator, e taggo qualsiasi buon comportamento: stare seduto, scrivere, aspettare. Mentre sto scrivendo alla lavagna faccio delle crocette sotto il suo nome scritto in un angolo, in modo da dargli continuamente la sensazione di stare facendo la cosa giusta. In altre situazioni coinvolgo i suoi compagni, dando a tre di loro il tagger e spiegando quali comportamneti di J. rinforzare. Ne scelgo -solitamente- tre perchè sono i compagni che sono più vicini a lui a causa della disposizione dei banchi. I compagni che taggano J. possono aiutarmi nelle transizioni di cui parlavo all’inizio. Se c’è da aspettare perché l’insegnante sta preparando la prossima attività. ci sono i compagni che possono taggare buoni comportamenti. Questo setting funziona, ma non come desidero e comunque, non tutte le volte. 
Probabilmente devo definire altri comportamenti che J. può esibire mentre si aspetta, dandogli l’opportunità di scegliere cosa esibire per venire rinforzato. il tag point potrebbe essere: "Mani sul banco"? O: "Penna pronta per scrivere?" O:"Schiena appoggiata sulla sedia"? Insomma dargli delle alternativi a comportamenti di semplice attesa. "Mnni sul banco" è qualcosa che J. può fare. Semplicemente aspettare può essere molto più difficile per lui perchè "aspettare" non contiene una chiara immagine di quello che ci si aspetta: J. potrebbe aspettare mentre lancia oggetti fuori dallo zaino. 
Diceva Ogden Lindsley che un comportamento non è tale (non appartiene agli esseri viventi) se anche un morto lo può fare. Ovvero un comportamento per essere tale e per poter essere rinforzato deve essere qualcosa che solo una persona viva può fare.

 COS’E’ IL TAGteach? 

Marker.
Il TAGteach consente il rinforzamento estremamente preciso del comportamento attraverso l’uso d
i un segnale acustico che "marca" il comportamento esattamente nello stesso istante in cui il bambino esegue il comportamento! Il segnale acustico è costituito da un breve, preciso suono fatto da una scatoletta che si tiene in mano (il cosiddetto "marker"). Quando il bambino esegue il comportamento corretto, il genitore o l’insegnante preme immediatamente la linguetta del marker e consegna un piccolo premio (che può essere una caramella, un dolcetto, una figurina, lodi, contatto sociale e, perché no? anche denaro) come rinforzo. Con il TAGteach è semplice rinforzare i comportamenti in modo preciso e rapido. Il feedback accurato ed immediato, unito al rinforzamento positivo ha come risultato che il bambino compie il comportamento desiderato sempre più spesso e per periodi sempre più lunghi: Grazie all'ausilio del feedback e con le cose da imparare suddivise in piccoli passi, mediante il TAGteach i bambini (e gli adulti) possono apprendere molte nuove competenze, seguendo ciascuno il proprio ritmo.

venerdì 3 aprile 2015

TAGteach per l’Autismo: come la scienza di B.F. Skinner ha aiutato la nostra famiglia ad essere felice

 di Martha Gabler
Aprile 2015
Articolo originariamente pubblicato nella newsletter "Operant" della Fondazione B.F. Skinner 


Sono la madre di un adolescente profondamente autistico, senza competenze verbali. Vorrei raccontarvi brevemente del viaggio della mia famiglia in compagnia dell'autismo e soffermarmi sul metodo meraviglioso noto come TAGteach. Mi limiterò a descrivere come il TAGteach soddisfi le tre condizioni essenziali per un insegnamento efficace, come delineato dal Dr. B.F. Skinner; perché questo semplice metodo sia così efficace per i ragazzi autistici, e come può essere un vantaggio per le famiglie e i terapisti che vivono e lavorano con l’autismo. Alla fine, spero che sarete ispirati a voler provare il TAGteach voi stessi!

Il nostro viaggio con l’autismo

 Ora amo l’ABA (Applied Behavior Analysis, ovvero Analisi Applicata al Comportamento), ma vi sono arrivata per caso, non per scelta. Il giorno in cui a mio figlio è stato diagnosticato l'autismo è stato il giorno in cui il mondo ci è cascato addosso. IMa è anche finito per essere il giorno che, alla fine, ci ha portato all’ABA. Dopo quel fatidico giorno, abbiamo avuto a che fare con una diagnosi devastante, il cercare di ottenere servizi, lo scoprire che i migliori servizi di consulenza (l’ABA appunto) erano fuori dalla nostra portata, e poi tentare di trovare un modo per cercare di andare avanti. 
Abbiamo iniziato prima con l’ABA e il Verbal Behavior, e a seguire, abbiamo appreso il Direct Instructions e il Precision Teaching. Ognuna di queste metodologie ha dato un enorme contributo ai progressi di mio figlio. Sono rimasta stupita da questi metodi scientifici efficaci per l'insegnamento, e sono rimasta sbalordita in seguito (e lo rimango ancora), che siano sconosciuti, sotto-utilizzati e spesso inaccessibili per la maggior parte delle famiglie.
 Un enorme colpo di fortuna è arrivato quando mi sono imbattuta nel TAGteach. Mio figlio aveva molti comportamenti difficili; non appena ho letto sulla combinazione di un marker sonoro con il rinforzamento positivo, ho capito che avevo trovato un modo per insegnargli abilità utili. Ecco cosa è successo.

 Cos’è il TAGteach? 

Il tagger usato nel TAGteach
 Il TAGteach permette un rinforzamento positivo estremamente preciso del comportamento, utilizzando un segnale acustico che "marca" un comportamento nel momento preciso in cui il bambino lo compie. Il segnale acustico è un breve suono acuto: "Click!", emesso da piccola scatolina di plastica (il "Tagger"). Quando il bambino compie l'azione corretta, il genitore o l’insegnante preme immediatamente il pulsante sul tagger e consegna un premio (caramelle, un dolcetto, un gettone, lodi, riconoscimento sociale, o denaro) come rinforzo.

TAGteach sta per Insegnamento Audio Assistito (Teaching with Acoustical Guidance). Il TAGteach è un metodo di insegnamento e comunicazione basato sui principi scientifici dell' ABA.

Il TAG è un rinforzamento condizionato 

Dopo alcune esperienze di sentire il tag e ricevere un rinforzatore, il bambino impara rapidamente che il tag significa: "Cose buone stanno arrivando". Comincia ad aspettare il suono e, soprattutto, comincia a capire che cosa ha causato questo simpatico evento. Il bambino si affida al tag, quindi, per conoscere quale comportamento esibire di nuovo. A questo punto è possibile modellare nuovi comportamenti nel bambino in modo rapido ed efficiente. Il TAGteach è così affidabile perché soddisfa le tre condizioni essenziali per un insegnamento efficace, come spiego di seguito. 

Le tre condizioni essenziali per un programma d’insegnamento efficace

 Più di cinquant'anni fa, il Dr. B.F. Skinner ha descritto le tre condizioni essenziali di un programma di insegnamento efficace. Queste sono:
  • Un feedback immediato 
  • Rispettare il ritmo del bambino
  • Imparare in molteplici, piccoli passi 
Vediamo come il TAGteach risponde a ciascuno di questi requisiti. 

Feedback immediato 

 Quando si impara un mestiere, un feedback immediato, per conoscere se la vostra risposta è corretta o non corretta, è essenziale per un apprendimento efficace. Perché? Perché, quando sappiamo subito di aver fatto qualcosa di giusto, percepiamo il successo! Desideriamo fare questa azione corretta ancora una volta, e saremo disposti a provare il passo successivo, perché abbiamo una storia di successo alle spalle. Al contrario, i ritardi nella valutazioni portano a ritardi nell'apprendimento. Se non siamo sicuri, o se siamo incerti, non sappiamo se l'azione era corretta. Non ci si sentiamo sicuri quando un nuovo compito ci viene presentato. I risultati di questo ritardo sono confusione e sgomento, che influenzano negativamente l'apprendimento. 

Come il TAGteach fornisce un feedback immediato? 

Con il "tag", il segnale acustico che marca l'azione corretta nel momento esatto in cui il bambino la compie! In un ambiente TAGteach il bambino (magari un bambino autistico o altra disabilità) esegue un'azione. Se il bambino compie un azione desiderata (ad esempio, mette un pezzo di puzzle al suo posto, pronuncia il suo nome ad un livello vocale appropriato, o fa rotolare una palla), il genitore/insegnante immediatamente "tagga", l'azione con un marker (la chiave di volta acustica del TAGteach) e consegna un rinforzo (un dolcetto o un’altra ricompensa assecondando i gusti del bambino). Dal momento che il bambino riceve il feedback acustico (il "tag") nella frazione di secondo in cui sta compiendo l'azione, sa esattamente che quello che ha fatto è corretto Questo è entusiasmante per ogni bambino ma, soprattutto, per un bambino autistico. Il "tag" segnala il successo! "Sì, lo hai fatto!" Lui si sente felice, sicuro di sé, pronto a ripetere quella fantastica azione, ed è emotivamente pronto per il passo successivo. Così il tag fornisce un feedback immediato per lo studente, e il TAGteach risponde alla prima di queste tre condizioni essenziali. 

Rispettare il ritmo del bambino 

Il Dr. Skinner ha sottolineato la necessità per gli studenti di imparare al proprio ritmo. Imparare al proprio ritmo è fondamentale per un bambino autistico. Questi bambini hanno talmente tanti problemi sensoriali ed emotivi che il processo di insegnamento deve rispettare il loro bisogno di tempo per rispondere a, e capire nuovi stimoli.
 Poiché i bambini con autismo hanno spesso problemi con competenze di base, quali il contatto visivo e la capacità di imitazione, è importante insegnare loro questi comportamenti. Tuttavia il contatto visivo per esempio, può essere un compito difficile per un bambino autistico per una serie di ragioni diverse. 
Come il TAGteach permette al bambino di imparare al proprio ritmo? 
Osservando il bambino e aspettando che agisca.
 In un ambiente TAGteach, l'attenzione è rivolta all’osservare il bambino e aspettare che esibisca l'azione desiderata. Nell'obiettivo dell'insegnamento discusso in precedenza, la soluzione non è per forza il contatto visivo, ma rinforzare ogni volta che il bambino compie il contatto con gli occhi. Il contatto visivo è, per sua natura, è un comportamento fugace. Spesso è solo un flash e poi scompare.
 Il TAGteach, con il rapido "tag", coglie ogni barlume di contatto con gli occhi ogni volta che il bambino sceglie di eseguirlo. Se il bambino esegue solo una volta al giorno o una volta alla settimana, verrà rinforzato a tale tasso. Man mano che il bambino si sente sempre piùa suo agio ed esegue l'abilità più spesso, verrà rinforzato più spesso. Il TAGteach rispetta la capacità del bambino di eseguire questo comportamento, e permette al bambino di costruirlo (nel suo repertorio comportamentale) a suo piacimento. 
La pratica del TAGteach di osservare e di aspettare il bambino, assicura che il bambino impari al proprio ritmo, la seconda delle condizioni essenziali del dottor Skinner. 

Apprendimento organizzato a piccoli passi 

La terza condizione essenziale per un apprendimento efficace è un programma accuratamente costruito, dove l'abilità è scomposta in diversi piccoli passi. La ragione di questo è garantire che il bambino sperimenti il successo nella progressione dell’apprendimento. Molti piccoli passi di successo portano a uno studente fiducioso e motivato. 
 Come il TAGteach consente l'apprendimento in piccoli passi?
 Con il "tag point".
 Il tag point descrive l'esatto movimento fisico che farà guadagnare il "tag" e il conseguente rinforzatore. Il tag point deve soddisfare quattro criteri. Deve essere: 
  • Cosa desidero
  • Solo una cosa alla volta
  • Misurabile
  • Cinque parole o meno ù
Inoltre, il primo tag point deve essere impostato sul "punto di successo". Questo significa che si inizia a rafforzare un bambino per l'esecuzione di un comportamento che è già in grado di esibire.
Torniamo all'esempio di insegnare il contatto visivo. Tendiamo a pensare al contatto visivo, sostenuto, come quello fra due persone che si scambiano uno sguardo reciproco. Eppure, il nostro ragazzo potrebbe non essere in grado di farlo; infatti, lui potrebbe tenere la testa rivolta lontana dalla gente. Il primo tag point non sarebbe: "Guardami", ma piuttosto: "Testa 1/4 di fronte." Così, ogni volta che muove leggermente il capo verso la mamma o un terapeuta, guadagna il "tag" e il conseguente rinforzatore.
 Con il tempo, la pratica e la pazienza la testa sarà regolarmente girata per un quarto di fronte, poi un po'di più, fino a quando lui è a suo agio a essere rivolto direttamente di fronte alle persone. Una volta che è tranquillo di fronte alle persone, i tag point possono essere impostati in progressione tipo: "Occhi sul mio collo/mento", "Occhi sulla mia guancia/naso, "Occhi su miei occhi." Giunti al tag point: " Occhi sul mio sguardo" è possibile lavorare sulla durata, fino a quando il ragazzo si trova a suo agio mentre mantiene il contatto visivo. Questi numerosi, piccoli, passi conducono il bambino da evitare il contatto visivo a stare bene con un adeguato contatto visivo, a padroneggiare una importante abilità di apprendimento. 
Con il processo del tag point, ogni genitore o insegnante può iniziare ad insegnare a un bambino una nuova abilità. Iniziamo con qualcosa che il bambino può già fare. Quando questo viene padroneggiato, aggiungiamo uno piccolo passo in avanti e lo rinforziamo finché il bambino lo esegue senza sforzo. Continuiamo in questo modo lungo tutto il processo. 
Il TAGteach, con il segnale acustico del "tag", mantiene su tutte e tre le condizioni essenziali delineate dal Dr. Skinner. Questa è la ragione del successo di TAGteach. 
In sintesi, con il TAGteach è facile rinforzare i comportamenti in modo preciso e veloce. L'immediato e accurato feedback e il rinforzamento positivo hanno come conseguenza che il bambino esegue l'azione corretta più spesso, e per periodi di tempo più lunghi. Con il feedback immediato e compiti di apprendimento suddivisi in piccoli passi, i bambini possono imparare molte nuove abilità con il TAGteach, seguendo il proprio ritmo. 

Perché il TAGteach è ideale per i bambini con autismo?

 Il segnale acustico aggira i problemi di elaborazione sensoriale e di comunicazione verbale comuni nei bambini autistici, e offre un preciso, rinforzamento immediato al posto del più lento, rinforzamento verbale tradizionale. Recenti ricerche ci dicono che i bambini autistici percepiscono le azioni fisiche come se si svolgessero più rapidamente di quanto non facciano in realtà, e che processino la parola molto più lentamente. Questo pone delle richieste sensoriali alte sul bambino, perché deve cercare di coordinare il movimento veloce con parole lente: questo si traduce in un ostacolo all'apprendimento. 
Il TAGteach taglia la confusione. La metodologia utilizza un suono coerente (il "tag") per fornire un messaggio coerente, "Sì! Hai ragione. Ora sta arrivando la tua ricompensa". Queste informazioni chiare e semplici hanno un impatto enorme. Il bambino impara rapidamente che il suono significa che il rinforzatore è in arrivo! Impara a cercarlo e a prestare attenzione a ciò che provoca il rinforzamento. Quando il bambino è impegnato con il suo ambiente e alla ricerca di rinforzi, si può iniziare a plasmarne i comportamenti. 

Il TAGteach consente il rinforzamento con tempismo

 Un rinforzamento lento e/o in ritardo causa ritardi nell'apprendimento. Con il TAGteach è possibile contrassegnare un comportamento istantaneamente e rinforzare prontamente. Questo accelera il processo di apprendimento. 
Karen Pryor, autrice di "Don’t Shoot the Dog", ha una bella descrizione del motivo per cui un suono udibile è molto migliore per "marcare" un comportamento rispetto alle nostre parole: 
"… Ricordiamo che la voce umana è un segnale indicatore molto povero ... troppo lungo, troppo lento, troppo variabile, portando troppi messaggi confondenti (dipendenti dal sesso, dalla vostra età, dal vostro umore, dalla vostra salute, etc.) e, anche, quasi sempre in ritardo. Inoltre, non è possibile distinguere quando si è un mini-secondo in ritardo con la nostra voce, ma si può dire in una sola volta, senza esperienza, quando il click è in ritardo". (Karen Pryor, Penn State Listserve System, Standard accelerazione Society, il 18 maggio 2005.)
 Per queste ragioni, il TAGteach è efficace per aumentare le competenze nei bambini autistici. 

Il TAGteach ha un grande potenziale per aiutare le famiglie con soggetti autisitci 

Per insegnare ad un bambino autistico, è indispensabile conoscere come l'uso di rinforzamento positivo permetta di costruire e successivamente mantenere nuove competenze. 
La bellezza del metodo TAGteach è che ha il corpo di conoscenze scientifiche semplificandone i protocolli di insegnamento fino al punto in cui anche persone non esperte sono in grado di implementarli, compresi, i genitori esausti, sopraffatti di bambini autistici. Il TAGteach offre ai genitori un modo per fare buon uso delle loro capacità di osservazione e di aiutare i loro bambini ad imparare abilità funzionali. Ognuno vince.

 Il TAGteach ha un grande potenziale per aiutare i terapisti 

Ci sono così tante opportunità per insegnare tante cose con questa meravigliosa metodologia. Il TAGteach può essere un fantastico complemento ai programmi ABA e VB: ogni volta che il bambino dà la risposta desiderata, basta marcare e rinforzare. La precisione e la chiarezza del rinforzo possono accellerare il processo di apprendimento.
 Il TAGteach è eccezionale per lavorare in un ambiente naturale. Mentre il bambino cammina intorno, è facile taggare e rinforzare anche il più piccolo sussulto di un muscolo per un tocco, un gioco, un contatto con gli occhi o una vocalizzazione appropriata.
 Anche per insegnare abilità sociali, vi è un enorme potenziale, soprattutto con l'approccio detto del "Peer tagging". Con questa strategia, a ogni partecipante in un piccolo gruppo (potrebbe essere una classe a scuola) viene dato un tagger per segnalare e rinforzare i comportamenti target di quella particolare sessione. Man mano che osservano e si rinforzano reciprocamente, i comportamenti desiderati vengono appresi dai bambini più velocemente, e tutti hanno l'opportunità di passare  insieme del tempo godendosi la reciproca compagnia. 
Potrei andare avanti, ma mi fermo qui. Spero di essere riuscita a condividere la mia visione di come il TAGteach può aiutare i bambini, i genitori, gli insegnanti, i collaboratori e i professionisti della comunità dell'autismo. Ci sono così tante applicazioni creative possibili, qui ne ho elencate solo alcune. Siamo limitati solo dalla nostra immaginazione, quindi cerchiamo di liberarla e di andare avanti!

martedì 17 marzo 2015

Il TAGteach va a scuola!

Luca Canever
Marzo 2015

Gestire il rinforzamento per un gruppo di persone è una delle difficoltà maggiori che si possono incontrare. Specialmente se le persone in questione sono 20 ragazzini di 11 anni, con interessi e personalità diversi tra loro. Da due mesi lavoro in una scuola e, per la prima volta, mi sono trovato ad usare il tagger con un gruppo numeroso che non ha nemmeno un particolare desiderio di trovarsi in classe. Come rinforzarli? C’è chi ama le caramelle, chi le perline, chi tempo extra per la ricreazione e chi (esistono anche loro!) trova rinforzante lo studio in sé (ma sono molto, molto, molto rari). Quello che ho deciso di adottare è una rotazione continua tra i vari programmi di rinforzamento: oggi si lavora per extra time per la ricreazione; domani si guadagnano braccialetti; poi si guadagneranno punti per vedere un film, o per poter svolgere qualche attività preferita. Anche se può sembrare un ostacolo a prima vista insormontabile e demoralizzante (se non si trova il rinforzatore adatto può succedere di tutto) trovare i rinforzatori giusti anche per un gruppo di persone si può fare. Credo che possa bastare un po’ di fantasia e desiderio di escogitare nuove strategie. E, se poi, per una volta non funziona… pazienza. Più diventiamo in grado di cogliere comportamenti da rinforzare più facile sarà rinforzare questi comportamenti. Ho usato il TAGteach in diverse situazioni; e, anche se non sto usando direttamente il tagger, i principi alla base della metodologia sono sempre presenti neii miei protocolli

PRENSIONE DELLA PENNA

Molti ragazzi hanno una prensione della penna non corretta: questo fatto può causare problemi alle articolazioni del polso, e, cosa più preoccupante, difficoltà nella scrittura che si traducono in: "A me non piace scrivere" o:"Io non so scrivere". Da qui il passo verso una diagnosi per un Disturbo Specifico dell'Apprendimento può essere tremendamente breve.
Insomma se vogliamo educare dei futuri Shakespeare, tenere correttamente la penna in mano è il primo passo. In questo caso ho usato due tag point: "Schiaccia tra pollice e indice" e "Spingi con il medio". Le due foto li illustrano meglio.




































Questi tag point si prestano ad essere "lavorati" in molti modi: a gruppi di due (per esempio i compagni di banco) con uno studente che scrive e l'altro che marca. Possono anche essere usati a gruppi di tre studenti,con un allievo che detta, un secondo che scrive e il terzo che marca. Questo tipo di sistemazione mi permette, in qualità d'insegnante, di essere libero di seguire coloro i quali possano incontrare maggiori difficoltà. Ho anche trovato due buoni riferimenti (o target) su YouTube per agevolare i ragazzi nell'apprendere la prensione corretta.
  • Target 1: la penna va messa giù con la punta rivolta verso chi scrive. Questo comportamento può essere aiutato disegnando su un cartoncino la sagoma di una penna e attaccandola sul tavolo (ovviamente con la punta verso chi scrive). In alternativa, se necessario anche questo può diventare un tag point ("punta verso chi scrive")
  • Target 2 :  usare indice e medio della mano sinistra per posizionare la pinza pollice e indice della mano che scrive alla giusta altezza sulla penna: esattamente sul bordo indicato dal dito indice. Se necessario, si può mettere un piccolo adesivo colorato sul punto esatto sull'asta della penna. Volendo anche questo può diventare un tag point: "pinza sul bollino". Le foto qui sotto mostrano i due target.
Punta verso chi scrive. Questo può, se necessario diventare un tag point
Come misurare il punto dove mettere la pinza. 

 LETTURA

La punteggiatura non è una cosa che i miei ragazzi gestiscano molto bene. Ma leggere con espressività aiuta la comprensione del testo e la positività dell’esperienza di lettura, secondo il motto che ho appena inventato: "se SAI leggere, allora ti PIACE leggere". Leggere senza difficoltà significa avere le competenze per studiare meglio, più velocemente e con maggior profitto. Di nuovo il passo tra delle difficoltà derivanti dalla mancanza di questo tipo di pratica e una diagnosi DSA può essere breve.
Quindi ho iniziato ad insegnare a rispettare le pause della punteggiature. L’esercizio si è svolto così: il primo compagno legge, il secondo lo marca. Il tag point è: "pausa sulla virgola" (ma potrebbe essere: "rispetta la punteggiatura" a un livello più avanzato o "pausa sul punto" etc etc). Dopo 5 tag la lettura passa al secondo compagno che viene taggato dallo studente successivo. Questo se volete che tutta la classe segua insieme. Se desiderate vivacizzare la cosa basta formare dei gruppi di due o tre alunni, stabilendo i turni per chi legge e per chi tagga.

DISGRAFIA

 E veniamo ai DSA. Uno dei miei ragazzi ha alcuni -fortunatamente leggeri- problemi cognitivi. Scrive in modo disordinato e ha scarse competenze nell’area della memoria di lavoro. La diagnosi per lui è stata: "Disgrafia". Anziché ricorrere a strategie di ripiego (scrittura in maiuscolo, o scrittura al computer) ho deciso, rispettando le capacità dell’alunno, di insistere perché scrivesse in corsivo. Scrivere in corsivo permette di scrivere più rapidamente, questo si traduce in fluenza nella scrittura. Essere fluenti ha dei vantaggi enormi (ho parlato di cosa sia  fluenza nei comporttamenti in questo articolo). Ho insegnato una scrittura corretta almeno dal punto vista grafico con il tag point "lettere" sulla riga. La foto mostra il primo intervento che ho fatto. La linea rossa mostra qual’era il suo "standard" di scrittura. Notate tutti quei su e giù? La linea blu indica dove ho iniziato a taggare. Il trattamento con il tagger è durato per tutta la linea verde. Circa 30 secondi. Poi ha proseguito da solo. La differenza risulta subito evidente.

15 giorni dopo questo intervento la scrittura è rimasta stabilmente sulla linea, senza aver dovuto ricorrere ad altri interventi. Non solo. Ho notato che il modo con cui il ragazzo riesce ad organizzare i suoi pensieri per la scrittura si è fatto più lineare e fluente. Come se riuscire a scrivere in ordine lo aiutasse a "pensare in ordine". Sicuramente la scrittura "in linea" risulta più rapida ed efficente. Questo comportamento potrebbe liberare risorse cognitive (prima impiegate a fare attenzione alla scrittura) per la composizione dei pensieri sulla carta.

venerdì 13 marzo 2015

Marco... Polo!

di Martha Gabler
Marzo 2015

 Narrano le cronache che Marco Polo abbia vagabondato attraverso i deserti dell'Asia per raggiungere le favolose città della Cina. I nostri bambini autistici possono, anche loro, essere dei vagabondi, una fonte di preoccupazione in più per genitori e terapeuti. Ad aggravare il problema del girovagare, spesse volte i nostri bambini hanno limitate competenze verbali, cosicché non possono rispondere quando vengono chiamati. Dopo un episodio particolarmente spaventoso, ho utilizzato il TAGteach per insegnare a mio figlio una risposta verbale, in modo tale che fosse in grado di risponderci nel caso lo stessimo cercando.
Alcuni anni fa, mio figlio scomparve dalla vista un pomeriggio in cui ci eravamo momentaneamente distratti. Immediatamente noi, insieme a diversi vicini, ci precipitammo in cerca di lui. Nessuno riuscì a trovarlo. Finalmente entrai in casa con l'idea di controllare nuovamente con molta cura. Doug era nascosto, raggomitolato su una grande poltrona. Sebbene avessi chiamato, lui non aveva risposto. Capimmo che doveva essere capace di risponderci verbalmente in caso lo stessimo cercando. 

 Dov'è Douglas?

 All'inizio, mi sono seduta con lui per insegnargli a rispondere alla domanda: "Dov'è Douglas? " con l’agitare il braccio e urlando: "Qui!". Questo ha funzionato abbastanza bene, ma una domanda quale: "Dov'è Douglas? " o "Dov'è Tommy? ", potrebbe essere una domanda carica emotivamente per il bambino che la potrebbe anche interpretare con: "Guai in vista?"
"Oh no! Forse farei meglio a stare zitto!"
 A mio marito venne in mente la grande idea di insegnare a  rispondere a: "Marco " con "Polo". Tutti conoscono questa frase; è un gioco piuttosto comune che i ragazzi fanno in piscina durante l'Estate ( N.d.T. Negli Stati Uniti, non credo tanto qui in Italia). Nostro figlio, pur profondamente non verbale era in grado di verbalizzare "Polo" come risposta a: "Marco". Se "Marco Polo" non funziona per il vostro bambino, ci sono altre opzioni. Potete scegliere un titolo da un libro o da un racconto preferito e usarlo. Qualche semplice esempio: "Cappuccetto Rosso"; "Buona notte Luna"; "Brilla, brilla Stellina". Se il vostro bambino non riesce nemmeno a fare un’approssimazione di una di queste parole,scegliete un suono che sia in grado di emettere, insegnategli a fare quel suono in risposta a qualsiasi parola o frase abbiate scelto come segnale. 

 Marco … Polo! 

Fortunatamente, questa competenza è facile da insegnare usando il TAGteach, e voi potete lavorarci sia in modo formale che informale. Mamma e papà dicono: " Marco" e, se necessario, invitano il bambino a rispondere: "Polo". Il tag point è: "dire Polo". Non appena il bambino emette la risposta "Polo" voi marcate (fate scattare il tagger) e consegnate una leccornia (Rinforzatore) al bambino. Ripetete questo procedimento, finché diventa una risposta di routine per il bambino. Dopo di che, praticate questa competenza in altri posti: in macchina, in cortile, ai giardinetti e al parco giochi. È particolarmente utile far pratica all'aperto, nella vita reale, in modo che sappiate che il bambino può rispondere anche in una varietà di posti diversi. Appena una settimana fa, dopo una grande tempesta di neve, sono uscita per ripulire la macchina. Doug è corso fuori e gli ho detto di rientrare in casa. Dopo pochi momenti mi sono preoccupata: era tornato in casa o era corso sul retro? Mi sono precipitata dentro, ho fatto le scale di corsa gridando: "Marco!" L'ho sentito rispondere: "Polo!" Ho potuto tirare un sospiro di sollievo! Quando il vostro bambino può con sicurezza gridare "Polo" in risposta a "Marco" (o qualsiasi altra frase abbiate deciso di utilizzare), avrà acquisito un’ottima competenza che vi darà un po' più di sicurezza nel caso dovesse vagabondare fuori vista. Vi prego di notare che questa competenza non impedirà al bambino di vagabondare. Inoltre le famiglie potrebbero trarre anche vantaggio dall'annuncio del governo federale (degli USA) che fornirà di strumenti per la localizzazione gratuiti per i bambini autistici, o alla nuova iniziativa Big Red Safety Box

 Cos’è il TAGteach? 

Il Clicker è il marker solitamente
usato nel TAGteach
TAGteach significa Insegnamento Audio Assistito. Il TAGteach è una metodologia di comunicazione ed insegnamento che usa il rinforzo positivo e un marker d’eventi per dire al bambino che ha fatto qualcosa correttamente. Il marker d’eventi è un "Click!" emesso da una "scatoletta" che viene tenuta in mano. Quando il bambino esegue l’azione corretta (dire: "POLO" in risposta a "MARCO") l’insegnante fa scattare il marker e consegna un premio (che può essere una caramella, qualcosa di goloso, un gettone, elogi, contatto sociale o anche denaro) come rinforzatore. Con il tempo e la pratica, qualsiasi bambino può imparare nuove competenze con il TAGteach.

L'autrice:

Mi chiamo Martha Gabler. Mio marito ed io siamo i genitori di due ragazzi. Il più giovane, che adesso ha 17 anni, è stato diagnosticato a 3 anni con una forma severa di autismo e profondamente non-verbale. Possedeva tutti i difficili comportamenti comuni ai bambini autistici, era anche violento ed aggressivo. Per puro caso ho conosciuto il TAGteach, intuendo immediatamente che questa metodologia per la modifica positiva del comportamento avrebbe potuto aiutarci. Ed è stato proprio così! Mio figlio è adesso un felice adolescente che ama la vita e che ama visitare posti nuovi. E’ ancora autistico, ma la vita è molto, molto migliore per tutti noi.
 Per conoscere Martha:  http://autismchaostocalm.com/

Il libro:

Disponibile su Amazon
Chaos to Calm è il libro che Martha ha scritto sulle sue esperienze di utilizzo del TAGteach con il figlio Doug.
 Scrive Karen Pryor nella sua prefazione al libro:
 " La cosa meravigliosa di questa tecnologia è che, una volta che se ne sono compresi i principi, questi possono venire applicati autonomamente. Martha è la mamma simbolo di questo fenomeno: sì, aveva un libro –il mio– e aveva qualche infarinatura nelle applicazioni umane della tecnica, ricevuta nei seminari tenuti da Theresa McKeon e Joan Orr, le fondatrici del TAGteach. Ma è stata Martha lavorando per conto suo che ha raccolto gli strumenti, il marker, i rinforzi, lo shaping e i segnali, adattandoli alle proprie esigenze e alle potenzialità di suo figlio. Come lei ci mostra, i deficit di base non possono cambiare, ma il comportamento e il livello di comunicazione quelli sì, possono cambiare. E un genitore può farlo"

mercoledì 4 marzo 2015

TAGteach: momenti da Jedi

Questo è un resoconto scritto da Sean  Pogson, il padre di una bambina non verbale con un grave ritardo dello sviluppo. Seany è stato in grado di modellare nuovi comportamenti con sua figlia, Tink (Campanellino, in italiano), utilizzando il TAGteach. I tentativi precedenti fatti da terapeuti per insegnare a Tink, usando metodi di imitazione, non hanno mai funzionato bene e, infatti, Tink si era ribellata contro queste terapie fatte di tocchi, rifiutandosi di collaborare e regredendo in alcuni comportamenti precedentemente appresi. Sean ha avuto grande successo modellando diversi, nuovi comportamenti e Tink è ormai molto esperta nel TAGteach, Così quando Tink si è ammalata e ha avuto bisogno di antibiotici per via orale tramite siringa (senza ago, ovviamente!, Seany è stato in grado di evitare la forza e di insegnare a Tink ad accettare la siringa e prendere la sua medicina senza protestare. Ecco il suo resoconto su questo processo.

TAGteach: momenti da Jedi 
di Sean Pogson


Tink non sta bene: ha un'infezione all'orecchio e l'influenza. Il problema dell'infezione all'orecchio è amplificato dai suoi problemi di elaborazione sensoriale; così, essere sicuri che lei prenda la sua medicina per tempo, è molto importante. Tink è molto brava a prendere le medicine, ma questa mattina proprio non ne ha voluto sapere. Tink ha rifiutato la siringa per la somministrazione orale.. Ho fatto un secondo tentativo; questa volta Tink ha spinto via la siringa ed ha evitato ogni ulteriore tentativo abbracciando e mordendo il cuscino nel suo box dei giochi. Fa questo quando è agitata, stressata o ha solo bisogno di un abbraccio e lo ottiene abbracciando il suo cuscino, perché a volte la bambina non riesce a far fronte, con la sua sensorialità, ad essere abbracciata. Così ci siamo ritrovati a un punto morto, con io che non riuscivo nemmeno ad andare vicino alla sua bocca. Poi ho avuto un "momento Jedi" e una voce rassicurante e calma è spuntata nella mia testa come Obi Uan Kenobi (Martha Gabler): "Usa il tag, Sean!". Subito la mia voce in testa ha risposto: "Posso farcela!" Così ho preso il tagger dalla tasca e mi sono seduto vicino al box per un attimo fino a che Tink si è calmata un po' nel suo dondolare e mordere il cuscino. Poi mi sono tranquillamente avvicinato a trenta centimetri dal suo viso, con la siringa della medicina mentre stava scavando nel cuscino mordendolo. Questo è stato il primo tag point e ho taggato, rinforzando con un elogio: "Lo hai fatto!" (il tagger per la bambina è diventato un rinforzo condizionato) (1). Così mi sono spostato in avanti di un po''e ho aspettato fino ad una breve pausa nel mordere, mentre avvicinavo ancora la siringa: l’ho taggata e lodata di nuovo. Durante questa ripetizione, mentre taggavo, ho notato un breve movimento degli occhi, lateralmente nella mia direzione al suono del tagger, quindi ho preso la palla al balzo e spostato la siringa più vicino, taggandola di nuovo e ricompensandola con: "Lo hai fatto!" (2). Tink ha poi spostato la testa un po' di traverso sul cuscino, così, ancora una volta, ho spostato la siringa più vicino a circa 2 centimetri dalla sua bocca e l’ho taggata. Poi ho spostato la siringa sulle sue labbra dove lei stessa l’ha afferrata mettendosela in bocca: sono riuscito a darle più della metà della dose, l’ho taggata e rinforzata con: "Lo hai fatto, yeeeeeee!!!!!". A questo punto ero sicuro che avrebbe fatto la stessa cosa così ho spostato la siringa sulle labbra e lei ha fatto esattamente la stessa azione, svuotando la siringa così l’ho taggata e rinforzata con un grande: "LO-HAI-FATTO!!!!"


 Questo è il modo in cui il TAGteach e l’ Analisi Applicata al Comportamento mi stanno insegnando a pensare. Man mano che faccio pratica, il mio pensiero diventa sempre più efficace. Mi ha insegnato a pensare da solo e a fare da solo. Questo è molto più potente di qualsiasi spada laser e molto più utile di qualsiasi Forza. Questo sono io mentre insegno -contemporaneamente- a me e a mia figlia.

 ALCUNE PRECISAZIONI 
(1) In questo caso Sean decide, solo per un attimo di rinforzare il comportamento del mordere il cuscino per dare a Tink la sensazione di successo e per dirle: "Attenzione il tag è disponibile." Anche con allievi normodotati si usa partire sempre da un "punto di successo": un comportamento che sanno già esibire, anche se, magari, non esattamente quello che noi vogliamo. (Clicca qui per ulteriori informazioni sul punto di successo).
 (2) Ora Sean è passato a modellare comportamenti diversi da quelli stereotipati (mordere e abbracciare il cuscino). In questo caso anche un breve sguardo di traverso può bastare per "aprire" un canale di comunicazione.
Ultima annotazione: Sean usa l'elogio come rinforzatore perchè sa che i suoi elogi funzionano come tali, rinforzando appunto i comportamenti di Tink. Altri allievi, nella stessa situazione, potrebbero avere bisogno di rinforzatori differenti.

Sean e Tink su Facebook:

Sean è molto attivo nella comunità TAGteach ed è una continua fonte d'ispirazione. Se desiderat seguire le sue " gesta" questa è la sua pagina su Facebook: SEAN POGSON