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mercoledì 13 giugno 2018

COS'E LA "SCIENZA DEL COMPORTAMENTO" E PERCHE' CI INTERESSA


Luca Canever TAGteach Faculty


Per anni, la "Scienza del comportamento" è stata oggetto di studio di scienziati e ricercatori chiusi nei laboratori, al lavoro con animali e pile di strani strumenti. Tuttavia, le leggi comportamentali (per esempio: “Un comportamento verrà probabilmente ripetuto se le sue conseguenze sono positive”) sono qualcosa che dobbiamo conoscere perché l’apprendimento di un nuovo comportamento è la chiave di ogni processo educativo. Come professionisti dell’educazione o meno, cerchiamo costantemente di modificare, insegnare o estinguere. La domanda è: possiamo fare la differenza sull'educazione se non sappiamo su cosa stiamo lavorando? Siamo in grado di essere insegnanti solidali e premurosi se non conosciamo la scienza che spiega le leggi del comportamento e come utilizzarle?


Il TAGteach è una nuova tecnica comportamentale, che sta colmando il divario tra i laboratori scientifici e la vita quotidiana. Il TAGteach aiuta ogni insegnante perché si basa su leggi comportamentali e ha sviluppato linguaggio e strumenti di facile utilizzo da parte di tutti. Non abbiamo più bisogno di padroneggiare complicate conoscenze scientifiche per migliorare le nostre capacità di insegnamento.


Tutti potrebbero beneficiare di questo tipo di conoscenza: i genitori, gli insegnanti, gli allenatori sportivi e i lavoratori. Il TAGteach aiuta tutti gli insegnanti definendo cosa sapranno fare gli studenti alla fine del processo in termini di obiettivi comportamentali; per esempio: Luigi sarà in grado di allacciarsi le scarpe da solo; o: Maria saprà risolvere 30 addizioni a una cifra al minuto). Allo stesso modo, il TAGteach aiuta gli studenti ad avere una chiara comprensione di ciò che devono fare per avere successo. La comunicazione è forte, precisa e positiva, fornendo una buona esperienza a tutti.

Se sei interessato a saperne di più sul TAGteach, visita il nostro sito Web e dai un'occhiata ai nostri corsi gratuiti on line.

giovedì 13 luglio 2017

Fluenza per la Dog Obedience

di Luca Canever
Settembre 2014

Recentemente ho iniziato, con un gruppo di amici a fare delle piccole classi di Obedience. Tra le varie cose cui lavoriamo, ci stiamo focalizzando sugli esercizi di controllo: i cambi di posizione del cane. Per chi non fosse pratico di Obedience: durante gli esercizi di controllo al cane viene chiesto di cambiare la sua postura; da in piedi deve, per esempio mettersi seduto. In tutto, abbiamo sei diversi comportamenti che il cane deve esibire, senza incertezze e in velocità (se si vuole fare punti). Ovviamente la controparte vuole che noi conduttori su due zampe siamo in grado di ricordare i diversi segnali. Durante la gara il giudice si piazza dietro al cane e con dei cartelli indica al conduttore il comportamento da segnalare al cane. Il conduttore deve leggere il cartello e segnalare al cane, velocemente il comportamento. Per riuscire in questo compito, dare i segnali al cane, dobbiamo acquisire Fluenza.

Cos’è la Fluenza?

Innanzitutto il consiglio è quello di andare a dare un occhiata al sito di Carl Binder: www.fluency.org. Ci sono molti articoli dedicati all’argomento. In breve: fluenza è la capacità di sapere fare qualcosa presto e bene. Tutti sappiamo riconoscere una persona che parla fluentemente Inglese. Sappiamo anche riconoscere le performances esaltanti di grandi artisti che nel loro campo hanno raggiunto una fluenza d’esecuzione: come dimenticare l’assolo finale di chitarra di Mark Knopfler in Sultan of swing? (http://www.youtube.com/watch?v=8Pa9x9fZBtY&ob=av2e)
Questo è “avere fluenza”. E noi? Siamo fluenti in qualcosa? Certo che sì! Siamo fluenti nel guidare la macchina, andare in bicicletta, nuotare, saper leggere e scrivere, saper far di conto etc etc. Cosa hanno in comune queste attività? Sono azioni che abbiamo potuto esercitare molte volte e molto velocemente. Quanti di noi, passando da una macchina ad un’altra hanno problemi con le marce? Quanti non riescono a fare a mente dei semplici calcoli (tipo le tabelline?). In questi compiti abbiamo potuto esercitare Fluenza. Secondo il Dr. Binder si parla di fluenza quando riusciamo ad eseguire un’azione per 80-100 volte al minuto senza sbagliare (quante lettere A possiamo scrivere in un minuto?). I comportamenti che esibiamo con fluenza sono stati rinforzanti e questo ci ha consentito di fare pratica. Imparare a guidare la macchina è altamente rinforzante: posso uscire, caricare amici e, magari, portare a spasso la ragazza.

Dog Obedience

E qui veniamo a noi: fluenza va a braccetto con rinforzo. Se non è rinforzata durante la pratica un comportamento non può essere appreso fino a una frequenza di 80-100 volte al minuto. Esercitando gli esercizi di Obedience esercitiamo fluenza nei nostri cani (Il Prof. Abrantes la chiama “memoria muscolare”). Abbiamo clicker e bocconi in mano e possiamo aiutare i cani ad essere fluenti sui movimenti. Utilizzando il clicker possiamo rinforzare molto velocemente un comportamento (o una parte di esso). Il compito del conduttore è quello di dare segnali chiari e coerenti. Un segnale coerente è fondamentale. Per chi guida la macchina il semaforo o è verde (passo) o è rosso (sto fermo) o è giallo (rallento). Se ci capitasse un semaforo azzurro?

Per noi umani il compito di far pratica mirata alla fluenza può essere assolto usando il TAGteach. La metodologia focalizza l'attenzione su piccole azioni ben quantificabili  (i tagpoint) che possono essere selettivamente rinforzate dal suono del tagger. Nel TAGteach la pratica diventa estremamente rinforzante permettendoci di fare pratica e di sviluppare comportamenti fluenti, quelli di dui avremo poi bisogno in gara, quando saremo davanti al giudice. Ecco come, usando il TAGteach phrasing e l'imbuto dell'attenzione abbiamo allenato la fluenza nei segnali da dare al cane durante una gara di Obedience.

LEZIONE: durante una gara di Obedience è fondamentale avere precisione di comunicazione ad ogni segnale il cane deve saper riconoscere l’azione corrispondente. Il cane nei cambi di posizione esegue 6 diversi comportamenti: Ogni comportamento deve avere un segnale preciso.

POSIZIONE PARTENZA
POSIZIONE ARRIVO
IN PIEDI
TERRA
IN PIEDI
SEDUTO
SEDUTO
IN PIEDI
SEDUTO
TERRA
TERRA
SEDUTO
TERRA
IN PIEDI

LE ISTRUZIONI SONO: iniziamo con il primo cambio di posizione: IN PIEDI -TERRA. Due segnali: gestuale e verbale. Il segnale verbale è “LAY” (o quello che volete voi), il segnale gestuale è la mano destra aperta con il palmo rivolto verso il basso. La mano scende partendo dalla vita e si ferma all'altezza dell'anca
IL TAG POINT E': palmo verso il basso.

Se fosse necessario dover fissare meglio la postura della mano (mano aperta con il palmo verso il basso, tenuto in orizzontale) si possono stabilire nuovi tag points.

In questo modo possiamo acquisire Fluenza: abbiamo a disposizione un Rinforzo immediato (il cane che esegue quanto gli viene chiesto) e un Rinforzo Ritardato (Vincere -eventualmente- una gara). L'utilizzo del TAGteach riduce al minimo gli errori riducendo i tempi necessari per imparare.

Che cosa è TAGteach?

TAGteach sta per Teaching with Acoustical Guidance (Insegnamento Audio Assistito). TAGteach è Applied Behavior Analysis (ABA Analisi Applicata del Comportamento).
un metodo di insegnamento e comunicazione basato sui principi scientifici della
Il TAGteach permette di rinforzare un comportamento in modo estremamente preciso,utilizzando un segnale acustico a "marcare" il comportamento, nel preciso momento che il bambino compie il comportamento! Il segnale acustico è un suono breve, acuto fatta da un dispositivo portatile (il "Marker"). Quando il bambino compie l'azione corretta, il genitore / insegnante preme immediatamente il pulsante sul marker e consegna un premio (delle caramelle, un dolcetto, un token, la lode, il riconoscimento sociale, o denaro) come rinforzo.
Con TAGteach, è facile rinforzare i comportamenti precisamente e velocemente. L'immediato feedback accurato ha come risultato il rinforzo positivo dell'azione corretta del bambino che la esibirà più spesso, e per periodi di tempo più lunghi. Con un feedback immediato e percorsi di apprendimento suddivisi in piccoli passi, i bambini possono imparare molte nuove abilità con il TAGteach - al proprio ritmo

venerdì 30 gennaio 2015

Autismo & ABA: alcuni miti sfatati sull'ABA

di Brenda Kosky Deskin
Gennaio 2015


L' Applied Behavior Analysis (N.d.T. ABA, in Italiano: Analsi Applicata al Comportamento) esiste da diversi anni, aiutando le persone all’interno dello spettro dell’Autismo, di tutte le età, ad imparare e prosperare. Alcuni, tuttavia, non sono favorevoli al suo utilizzo su soggetti autistici, ma il mio sospetto è che coloro che non apprezzano l'ABA, ignorino cosa l'ABA effettivamente sia. Mi auguro di riuscire a chiarire alcune erronee idee, largamente diffuse su questo efficace tipo d’intervento per l'Autismo, in modo che, sempre  più persone abbraccino l'ABA come scelta di trattamento per i loro studenti e familiari che si trovano all’interno dello spettro dell’Autismo.

1) Mito: l'ABA non è efficace
FATTO: di tutti i trattamenti associati con l'autismo, l'ABA è quella che ha la maggiore ricerca scientifica peer-reviewed   (peer reviewed: rivista dai pari. un articolo scientifico per poter essere giudicato pubblicabile nelle riviste deve essere approvato da altri scienziati e ricercatori) alle sue spalle, a sostegno della sua efficacia. Se volete saperne di più circa l'importanza della pratica basata sulle evidenze per quanto riguarda l’Autismo basta fare una rapida ricerca sul web digitando da Google Scholar ABA + Autism.

2) MIto: l'ABA è punitivo e sgradevole
FATTO: mentre è stato effettivamente un errore di alcuni dei pionieri dell'ABA sul finire degli anni '50 utilizzare le  punizioni corporali nelle loro procedure di insegnamento, i programmi ABA moderni si basano principalmente sulla lode e preferiscono strumenti quali il premiare uno studente per un lavoro ben fatto. Tecnicamente parlando, usare la parola "No" o talvolta, se necessario, ritirare un oggetto preferito sono già considerate come "punizioni" nel mondo dell'ABA di oggi,. Anche queste procedure punitive vengono utilizzate raramente e solo quando è assolutamente necessario, in uno qualsiasi dei tanti programmi d’intervento di cui sono a conoscenza. Certamente, qualsiasi punizione fisica o verbale che sia di natura abusiva non dovrebbe venire tollerata né considerata accettabile. In realtà, l'importanza di utilizzare metodologie che si concentrano sul rinforzamento, piuttosto che sulle punizioni viene chiaramente espressa nel Codice Etico del Behavior Analysis Certification  Board (BACB).
Come ho premesso, spesso un buon programma ABA è un programma ABA divertente. Mio figlio, Michael, è molto affezionato ai suoi terapisti ABA ed è molto felice insieme a loro. Il suo programma di terapia prevede visite al negozio di libri, passeggiate nella foresta, nuotare, guidare go-kart e innumerevoli altre attività nelle quali si diverte. Un terapeuta ABA talentuoso e competente prende un'attività che il suo studente ama e la trasforma in una opportunità di insegnamento divertente.

3) Mito: l'ABA significa ore di stare seduti immobili a un tavolo facendo esercizi
FATTO: questo è un equivoco molto comune. Il mito fa riferimento a una metodologia didattica denominata "Discrete Trial Teaching" o "Discrete Trial Training." (N.d.T.: sono procedure nelle quali si insegna una nuova competenza per piccoli incrementi successivi). E 'solo una delle molte metodologie didattiche differenti utilizzati in un programma ABA e non dovrebbe mai essere identificata come l'unico approccio all'insegnamento per una persona autistica. Nessuno vuole né deve passare ore seduto a un tavolo a studiare. L’"Incidental Teaching", (N.d.T: è una procedura nella quale si "catturano" esibizioni anche parziali del comportamento desiderato che avvengono incidentalmente. Compito del terapeuta è di preparare l’ambiente dove questi "incidenti" possono avvenire con maggiore frequenza). per esempio, è un altro approccio basato sull'ABA-che è estremamente efficace e può essere utilizzato in molti ambienti e situazioni diverse.

4) Mito: l'ABA è solo appropriato ed efficace per i bambini
FATTO: come noi tutti siamo ben consapevoli, persone di ogni età possono imparare ed effettivamente lo fanno. Le persone nello spettro dell’Autismo non fanno eccezione. Sebbene i principali ed innovativi studi sull'efficacia complessiva dell' ABA nell’aiutare soggetti autistici siano tutti focalizzati sui bambini, ci sono numerosi piccoli studi che esaminano l'uso dell' ABA per affrontare compiti specifici tra cui scegliere cosa vestire, tenere adeguati comportamenti a tavola, usare i distributori automatici, andare in autobus senza problemi…  e così via. Molti dei partecipanti di questi studi sono adulti autistici e i risultati sono promettenti, dimostrando che gli individui autistici di tutte le età, possono fare enormi passi in avanti se istruiti con l’aiuto dell'ABA. Lo statunitense Dr. Bobby Newman, PhD, BCBA, dice a riguardo:
 "L'apprendimento continua per tutta la vita. I principi di apprendimento su cui l'ABA fondamentalmente si basa sono universali, per quanto ne sappiamo; passando tra specie animali diverse e, CERTAMENTE, nel corso della vita. Un adolescente o adulto non sono neanche lontanamente "completi". Direi, anzi, che la necessità di una buona e solida base di insegnamento ABA aumenti piuttosto che diminuire man mano che gli studenti si avvicinano all’età adulta. Ci saranno molte nuove esigenze (per esempio: una formazione professionale, viaggiare, avere una vita indipendente, ecc), e le ore di scuola / formazione spesso diminuiscono. Ciò aumenta la necessità di un insegnamento scientificamente valido ed efficace; non diminuisce tale necessità. "

5) Mito: l'ABA è solo per le persone che soffrono di autismo
FATTO: l'ABA ha dimostrato di essere efficace in una vasta gamma di applicazioni, tra cui la riabilitazione delle vittime di ictus e gli individui con lesioni cerebrali acquisite. Sebbene molti di noi non ne siano consapevoli, l’ABA trova molte applicazioni nella vita quotidiana di tutte le persone. Usiamo strategie ABA per addestrare i nostri cani. Molte buone pratiche genitoriali hanno forti radici in ABA. (Avete mai premiato e lodato il vostro bambino per aver usato il vasino?) Le tecniche ABA possono essere utilizzate anche per superare diversi tipi di problemi sociali o comportamentali, tra cui mettersi a dieta o smettere di fumare. Ti capita mai di premiarti per un duro lavoro, per esempio, con una seduta al centro benessere o prendendo una vacanza? Il vostro capo ha mai riconosciuto i vostri sforzi nel  lavoro con un complimento (meglio conosciuto nel mondo ABA come "Rinforzo Sociale") o con un bonus o un aumento di stipendio (un "Rinforzo Tangibile")? Questi principi di ogni giorno sono davvero niente di diverso da quelli usati in un programma ABA per un individuo autistico.

6) Mito: l'ABA è solo corrompere le persone con cibo e giocattoli
FATTO: E' importante riconoscere che c'è una grande differenza tra una tangente e un rinforzatore. Una tangente è un tipo di trattativa che avviene prima che si verifichi qualcosa. Si afferma o è implicito che "Se fate questo, otterrete ...". D'altra parte, un rinforzatore è qualcosa favorevole che uno studente riceve per un lavoro ben fatto dopo che lo ha completato. In questo modo, si consente al discente - spesso inconsciamente - di iniziare ad accoppiare o fare l’associazione, nella sua mente, tra il comportamento che ha appena esibito con il rinforzatore che riceve subito dopo. Con la pratica ripetuta, dopo queste associazioni sono saldamente radicati nella mente del discente, il rinforzo può spesso essere rimosso in una sola volta, non appena il comportamento appena appreso diventa abitudine.
(N.d.T. a questo riguardo c’è da aggiungere che l’uso di un tagger, come avviene nel TAGteach, semplifica ed amplifica il processo di associazione. Il discente è in grado di riconoscere immediatamente quale comportamento è stato rinforzato; il tasso d’apprendimento accelera esponenzialmente, con risultati più duraturi e stabili nel tempo)
Per quanto riguarda ciò che è effettivamente utilizzato come rinforzo in un programma ABA, devo nuovamente fare riferimento al Codice Etico del Behavior Analysis Certification Board(BACB):
"L'analista comportamentale riduce al minimo l'uso di articoli come potenziali rinforzatori che possano essere dannosi per la salute a lungo termine del cliente o partecipante (ad esempio, sigarette, zucchero o cibi con troppi grassi alimentari)."
Mio figlio, per esempio, non è mai stato premiato con il cibo. I suoi terapisti utilizzano qualunque cosa accada che sia motivante per lui in un dato momento, e questo può -ed effettivamente cambia- nel tempo. Alcuni dei suoi rinforzi sono il nuoto, guardare pile di fotografie, cercare video su YouTube e i terapisti che recitano battute dai suoi film preferiti.

7) Mito: l'ABA aiuta solo nel trattamento di comportamenti; non può contribuire ad insegnare effettive capacità o competenze linguistiche
FATTO: mentre interventi basati sull’ABA sono certamente ideali per affrontare comportamenti problematici quali l'aggressione fisica, il fare i capricci e simili, sono ugualmente efficaci nell’insegnare nuove abilità e promuovere lo sviluppo del linguaggio. Michael ha imparato a piegare il bucato, prepararsi uno spuntino e una miriade di altre abilità "di vita" importanti dai suoi terapisti ABA. Competenze scolastiche quali la lettura, la scrittura e la matematica possono anche essere insegnate con successo entro i confini di un programma ABA.

8) Mito: l'ABA è un unico trattamento valido per tutti
FATTO: se da un lato ci sono, a disposizione dei genitori, molti libri eccellenti e risorse basati sui computer che possono aiutarli ad imparare cosa sia l’ABA e anche fornire fondamenti di base e suggerimenti per iniziare un programma ABA in un mondo "fittizio", questi non devono essere considerati in maniera esclusiva. Poiché ogni persona autistica è diversa, ogni programma ABA deve quindi essere personalizzato per l’unicità delle circostanze di ogni studente, per le sue abilità e per le sue sfide; anche le esigenze ei comportamenti dei discenti possono cambiare rapidamente. E’ quindi necessaria l’esperienza derivante da anni di studio e di formazione sul campo per analizzare correttamente questi cambiamenti e mettere a punto le soluzioni necessarie. Questa esperienza può essere trovata in un professionista ABA che è stato certificato con il Board Certification Behavior Analyst.

9) Mito: l'ABA può o deve essere  messa in atto solo durante la seduta di terapia
FATTO: Un intervento efficace basato sull'ABA, in una certa senso, dura 24 ore al giorno, sette giorni alla settimana. Ovviamente non sto affatto affermando che uno studente dovrebbe essere inondato da informazioni o richieste in ogni suo momento di veglia. Quello di cui sto parlando è la coerenza.
Ho troppo spesso visto bambini che vanno in una scuola ABA e hanno grandi comportamenti, sono indipendenti ai servizi igienici e prosperano in questi ambienti di apprendimento in cui tutto è affidabile e programmato. Poi vanno a casa, dove le stesse aspettative non vengono rispettate. I bambini di tutte le età , che siano autistici o meno, "testano" continuamente i loro genitori e gli operatori. Se non manteniamo a casa sui nostri bambini le stesse aspettative che i loro insegnanti hanno a scuola, è quasi garantito che i comportamenti saranno peggiori e i livelli di stress andranno alle stelle. E’ anche vero il contrario: alcuni genitori gestiscono grandi programmi ABA a casa che vengono poi annullati da insegnanti che non si attengono, nelle loro aule che il bambino frequenta, ai medesimi principi.
Il mio consiglio, per i genitori è di imparare, per lo meno, i principi fondamentali dell’ABA e rimanere in contatto con gli insegnanti, in modo da poter aiutare il loro bambino a generalizzare ciò che sta imparando a scuola anche a casa e nella comunità. Nel caso di genitori che lottino con un'insegnante che non sia professionale a scuola, dimostrate, dimostrate, dimostrate. Che mostrino agli insegnanti e ai presidi dei loro figli esattamente ciò che il bambino è in grado di fare a casa con dati e video; che li indirizzino o li mettano in contatto con risorse ABA che siano in grado aiutare il bambino a prosperare sia a casa che a scuola.


Brenda Kosky Deskin è la mamma di un bambino autistico e fondatrice del sito web AutismBeacon.com . Brenda ha fondato AutismBeacon sulla base delle sue esperienze di vita, come genitore di un bambino autistico. Ricordando come molto sola e al buio si sentisse dopo aver ricevuto la diagnosi di suo figlio, ha desiderato far luce sulla vita di molti altri genitori e famiglie che alla fine avrebbero potuto seguire le sue orme.

giovedì 1 gennaio 2015

Quattro livelli

“Mi sembra che, sia se si sta lavorando in rinforzo positivo o negativo, per molti di noi manchi la comprensione che l’allievo desideri, in primo luogo, capire. Prima di preoccuparci di come rinforzare ciò che desideriamo dovremmo, forse, cercare di comunicare in un modo che abbia bisogno di poco rinforzo. In questo modo, minimizziamo la quantità di pressione che sta tra l’idea e la comprensione.” 

 LES KIGER 


 Da tempo ormai penso al processo di apprendimento come un continuo passaggio tra bilanciamento e sbilanciamento. Mi spiego: secondo la teoria di Antonio Damasio ogni individuo persegue lo scopo di mantenersi in vita al meglio delle condizioni possibili. Questo stato viene definito da Damasio con il termine di omeostasi. Finchè un individuo si trova all’interno del range di tollerabilità previsto dalla propria omeostasi l’individuo continua a vivere. Ogni comportamento che adottiamo ha come scopo di mantenerci il più vicini possibili alla nostra omeostasi. L’atto di imparare, in quanto comportamento, altro non è che uno strumento in più che abbiamo a disposizione. Se uno stimolo nell’ambiente sbilancia la mia omeostasi, imparare ad affrontare questo stimolo mi permette di tornare verso il mio stato ottimale. Imparare nuovi comportamenti è di fatto una necessità primaria per qualsiasi essere vivente: più cose conosco (imparo) del mio ambiente meglio saprò gestire le varie situazioni e migliore sarà la mia omeostasi. Se imparare è una necessità, insegnare lo è altrettanto. Io ho scelto di farlo usando come strumento il rinforzo positivo: clicker training e TAGteach. Trovando immorale costringere, o peggio punire qualcuno perché faccia qualcosa che io voglio ho cercato soluzioni alternative e, per fortuna, le ho trovate. Quello che ho trovato è anche la consapevolezza che la stessa presenza di cibo (usato nel clicker) o la necessità dell’impiego tagger è di fatto stressante per chi impara. Nel momento in cui presento uno stimolo sbilancio l’omeostasi di chi impara e provoco stress. Voglio insegnare al mio cane il seduto, prendo cibo e clicker e costruisco il comportamento. Nel momento in cui il cane vede il cibo la sua omeostasi si sbilancia e il suo sedersi altro non è che il tentativo (riuscito) di recuperare il terreno perduto. Lo stesso quando imparo la scherma medievale: la situazione di allenamento (per quanto mi piaccia) sbilancia la mia omeostasi e imparare a fare fendente, mezzani e passeggio mi permette di recuperare quanto perduto. In questo senso il clicker è uno strumento per recuperare omeostasi. Di fatto, alcuni studi degli anni 60 hanno dimostrato che l”errorless learning” (apprendimento senza errori) è di fatto un fallimento: imparare senza stress semplicemente non funziona.
L’apprendimento prevede lo stress. Compito dell’insegnante è quello di mantenere questo stress nei valori ottimali per ottenere un apprendimento efficiente. Fino a un paio di giorni fa non avevo mai realizzato che potessero esistere diversi livelli di insegnamento, ovvero diversi gradi di stress che si possono usare o che si presentano spontaneamente in presenza di stimoli. Il merito di avermi illuminato su questo aspetto è una proposta elaborata da Les e Kali Kiger e di Theresa McKeon: “Tendiamo a vedere Quattro livelli nell’apprendimento: naturale, esploratorio, focalizzato ed intenso”. 

  • Naturale è l’apprendimento del “doposcuola” che si fa nei cortili da ragazzi, o, se sei un cavallo “imparare quando è l’ora del foraggio. 
  • Esploratorio si fa a scuola, ci sono delle regole. La scuola è di tipo montessoriano, in cui il ragazzo è libero di esplorare da solo. 
  • Focalizzato prevede una meta specifica, ma anche la possibilità di fare delle attività secondarie, che possano modulare l’energia, potrebbe essere un allenamento sportivo. Intenso è iper-focalizzato, di solito solo su piccoli dettagli su cui lavorare come si fa quando si usa il TAGteach o il Clicker Training”. 

 Il Naturale e l’Esploratorio secondo la mia opinione, sono gestiti autonomamente da chi impara. Sono gli apprendimenti della “strada” in cui l’informazione arriva direttamente all’individuo senza intermediari. Se sono erbivoro, questo significa conoscere quali erbe brucare, dove trovare l’acqua, come trovare un partner. Esiste lo stress in queste condizioni? Sicuramente sì! Vicino all’acqua ci può essere un leone (se sono una gazzella); oppure vicino all’acqua ci possono non essere gazzelle (se sono un leone). L’apprendimento avviene naturalmente senza forzature e senza costrizioni esterne: imparare quante più cose possibili semplicemente mi fa vivere meglio e aumenta le mie probabilità di passare i miei geni alle generazioni future. L’apprendimento di questo tipo avviene secondo quanto scoperto da Panskeep riguardo il “Seeking Circuitry” (il Circuito della Ricerca). Il discorso cambia quando l’apprendimento si fa focalizzato o intenso. Questo tipo di apprendimento è tipico della società umana e degli animali che ne fanno parte. Non credo che esista in natura. Per un cane fare agility non ha nessun significato biologico: non gli permette di trovare meglio il cibo o di trovare un partner. L’agility è un comportamento imposto dal proprietario in cambio di vitto e alloggio. Lo stesso per i cavalli che fanno dressage o trotto. In questi casi l’apprendimento è costruito attraverso meccaniche e tecniche che variano dalle più coercitive a quelle più positive. Pur essendo fisicamente in grado di saltare un ostacolo difficilmente il cane o il cavallo esibiranno spontaneamente questo comportamento. Ancora più difficilmente lo ripeteranno. Per insegnare a saltare devo usare degli strumenti. E noi umani? Neanche a dirlo siamo immersi in questo tipo di apprendimento. Fin da quando veniamo al mondo siamo immersi da continue richieste ad apprendere cose e comportamenti nuovi: guidare, andare in bici, fare dello sport, usare il telecomando. Noi umani abbiamo portato all’esasperazione l’apprendimento usando la caratteristica innata comune a tutti gli esseri viventi la volontà di imparare cose nuove arrivando. Questo ci ha consentito di arrivare alle mete delle società contemporanee e delle loro tecnologie. Quello che ci manca, ancora, è la diffusione di tecniche d’insegnamento altrettanto focalizzate ed intense che ci permettano di insegnare. La scienza la conosciamo, si chiama Comportamentalismo e ci spiega come si forma il comportamento. Le metodologie per padroneggiare sono il Clicker Training per gli animali e il TAGteach per gli umani. La base della tecnica è condivisa: brevi sessioni di lavoro, divise in criteri facilmente rinforzabili attraverso l’impiego di un marker sonoro. In entrambi chi impara desidera farlo, anche se si tratta di saltare un ostacolo (che magari per un cavallo non è la prima delle priorità). Come ogni medaglia anche questa ha il suo rovescio. Il rovescio è costituito dalla cautela che dobbiamo usare quando spingiamo il nostro allievo a questo tipo di apprendimento; dal rispetto e comprensione che, come insegnanti, dobbiamo SEMPRE mostrare; dalla chiarezza di comunicazione che dobbiamo avere. Lo sforzo è quello di mantenere l’omeostasi del nostro allievo sempre al livello ottimale. Questo è quello che è successo a me. Ad un certo punto del mio cliccare ho avuto la fortuna di incontrare il mio Border Collie, Akira.

Akira, a due mesi.
“Oddio”, ho pensato, “ho un border devo fare in modo che sia sempre focalizzato sul suo lavoro (o su di me) devo fare in modo di “governare” il suo instinto…” etc etc. Alla ricerca di come riuscire ad ottenere una gestione corretta del mio cane mi sono imbattuto nella Modal Theory proposta da Iain McDonald. Riassumendo dice che il cane ha tre modi in cui porsi nell’ambiente: sociale, predatorio o aggressivo. In base alla propria storia e alle proprie caratteristiche si porrà in un determinato stato nei confronti degli stimoli. A seconda delle caratteristiche per passare tra uno stato e l’altro il cane deve passare attraverso delle soglie (più alta sarà la soglia più difficile sarà il passaggio). Infine a seconda delle caratteristiche un cane avrà una maggiore spinta in uno stato piuttosto che in altro. Il mio border Akira ha una fortissima spinta nel predatorio: quello che dovevo fare era abbassare la soglia per passare dal predatorio (pallinapallinapallina) al sociale (“Akira, seduto”) per poter arrivare a: Click! Pallina!. Per ottenere questo ho fatto la lista dei rinforzi di Akira, e ne ho trovati almeno 5. Perfetto: ogni rinforzo per Akira, ancora cucciolo, è passato per le mie mani (abbasso la soglia). So che per iniziare ad insegnare una cosa ad Akira non posso usare il rinforzo 5 (troppo forte la spinta sul predatorio) ma devo usare il rinforzo 1 (bassa spinta sul predatorio=bassa soglia sociale). In questo modo il cane può ascoltarmi e seguirmi mentre, armato di clicker, gli insegno la condotta. Tornando al discorso introduttivo: usare il rinforzo 5 avrebbe sbilanciato eccessivamente l’omeostasi di Akira, portandolo a livello tale di stress che il cane non avrebbe più potuto ascoltarmi. Ma voglio di più: voglio un super-comportamento; talmente condizionato che quando dico seduto Akira va giù come una bomba. Allora entrano in gioco i rinforzi numero 2-3-4 e 5. Quando posso usare il rinforzo 5 per condizionare il comportamento ho ottenuto il super-comportamento. Tutto questo lavoro per mantenere regolare l’omeostasi del mio cane e per riuscire ad usare l’esatta quantità di rinforzo necessarie. Riprendendo quanto scritto da Les : “(…)Prima di preoccuparci di come rinforzare ciò che desideriamo dovremmo, forse, cercare di comunicare in un modo che abbia bisogno di poco rinforzo. In questo modo, minimizziamo la quantità di pressione che sta tra l’idea e la comprensione.”. Insieme io ed Akira abbiamo trovato la nostra omeostasi. Con le persone succede la stessa cosa. Perché un bambino impara a fare i capricci al supermercato? Il supermercato (con tutti i dolci, caramelle e giocattoli) sbilancia l’omeostasi del bambino con troppa forza. L’ammontare del rinforzo disponibile è talmente elevato che il bambino va in stress. Noi genitori, presi alla sprovvista non riusciamo ad insegnare al bambino come comportarsi (apprendimento focalizzato) e il bambino impara da solo (apprendimento naturale – esploratorio) come ottenere quello che vuole. Il bambino impara a fare i capricci. Forse alcune sessioni di TAGteach in vista della visita al supermercato avrebbero potuto aiutare? Come ho fatto io con Akira, presentando il minimo rinforzo necessario per mantenere bilanciata la sua omeostasi? Presentare una caramella al bambino. Il tagpoint è: “conta a tre prima di prenderla”. La strada è tutta da esplorare…. 

Grazie a Les e Kali Kiger e a Theresa McKeon per l’ispirazione
Luca Canever


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