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giovedì 6 ottobre 2022

Il tag point è WOOF!

 


Il tag point costituisce la chiave di volta del TAGteach perché rappresenta il comportamento che si deve imparare ed è l’elemento che darà il maggior successo a chi impara. Il tag point è neutro, non mette pressione a chi impara che può in ogni istante valutare autonomamente quello che sta facendo senza bisogno di interventi da parte dell’insegnante. Come riesce il tag point a combinare tutti questi elementi? Grazie ai quattro criteri WOOF che lo definiscono con precisione. In questo post parleremo nel dettaglio dei quattro criteri. Eccoli spiegati uno alla volta.


1. What you want (Ciò che vuoi):

Il tag point dà qualcosa da fare a chi impara, un comportamento da esibire. Per questo motivo non può contenere le parole “no”, “non” e tutte le altre che dicono cosa non fare. Basta pensarci: cosa dovrebbe fare una persona alla quale viene chiesto: “di non parlare”. Sta zitta, ovviamente, dirai. Ma per “stare zitta” cosa fa effettivamente? Immagina una persona che sta in silenzio. Può camminare, correre, stare in seduta, ma se sta in silenzio sicuramente terrà le labbra  chiuse. Ecco questo è il criterio “What you want”, cosa desideri: un comportamento da fare che porterà il comportamento atteso: “labbra chiuse”  è il tag point per ottenere il silenzio.


2. One thing (Una cosa):

Il tag point è un solo comportamento. Non possiamo dire: “il tag point è seduto dritto e labbra chiuse”. Se sto zitto ma sono seduto male non riceverò il tag, certo, ma non non mi sarà chiaro il perché… Meglio separare i due comportamenti in due sessioni:

a. “il tag point è: seduto dritto”

b. “il tag point è: labbra chiuse”.

Solo in questo modo chi impara è in grado di valutare le proprie azioni e fare le opportune correzioni se non ricevesse il tag.

3. Observable (Osservabile)

Chi insegna sa cosa vuole dai propri alunni: che stiano fermi, che restino in silenzio o che mettano via la cartella. Prendiamo “restare in silenzio”. L’insegnante sa cosa chiede quando dice: “Bambini, silenzio”. Ma Luigi o Anna sanno esattamente cosa intende il loro insegnante? Sanno che “in silenzio” si sta con le labbra unite o chiuse o per loro “in silenzio” significa parlare a bassa voce. Sembra banale ma certe volte diamo per scontate molte cose. Il tag point è tale solo se anche chi impara sa esattamente cosa deve fare. Il tag point deve essere, in questo senso, osservabile da tutti: “in silenzio” deve significare la stessa cosa sia per l’insegnante che per Anna e Luigi. Il TAGteacher quindi, spiega cosa intende per stare in silenzio, e consegna ad Anna e Luigi  l’istruzione corretta e concisa del  comportamento da tenere come tag point: “labbra chiuse”.



4 Five words or fewer (5 parole o meno)

Il tag point è consegnato a chi impara usando solo 5 parole: questo per renderlo facilmente ricordabile nel momento in cui il cervello di chi impara è tutto impegnato nell’esecuzione del nuovo comportamento. "Ricordatevi bambini, adesso che usciamo non urlate e restate in silenzio  senza parlare" è un messaggio lungo, difficile da ricordare e che, come abbiamo già ricordato, non mi dice cosa fare. "Labbra chiuse" è composto da solo due parole e per questo è più facilmente ricordabile.

giovedì 24 marzo 2022

Il TAGteach

 Luca Canever, tradotto ed adattato da:

 Cabrera, "Assessing TAGteach Methodology to Improve Oral Reading (...)" (2020)



Il Tagger usato nel TAGteach
Il Tagger, usato nel TAGteach

Un intervento educativo innovativo è l'applicazione della tecnologia di “insegnamento audio assistito” o, abbreviato, dall’inglese: TAGteach. Il TAGteach utilizza uno stimolo acustico, solitamente sotto forma di tagger, per fornire un feedback immediato al verificarsi di un determinato comportamento. Il TAGteach è stato applicato al campo dello sport, del lavoro e dell'istruzione scolastica inclusi gli studenti con bisogni speciali.

La metodologia TAGteach utilizza diversi principi comportamentali e procedure basate sull'evidenza scientifica. Il suono del tagger (lo stimolo udibile) viene utilizzato per marcare o “taggare”, un'istanza corretta del comportamento target nel momento in cui avviene, fornendo in questo modo un feedback positivo allo studente. Positivo perché il tagger significa solo: “Sì!”.

Un'altra caratteristica distintiva di TAGteach è l'uso dei tag point sviluppati attraverso l'uso del protocollo "WOOF", che consiste nei seguenti quattro criteri: 1) cosa vuoi; 2) Una cosa per volta; 3) osservabile; e 4) cinque parole o meno (WOOF indica, in inglese, i quattro criteri). Pertanto, il tag point è il comportamento che viene evidenziato acusticamente quando si verifica.

Il TAGteach usa anche la “scomposizione" (break it down), in cui i comportamenti sono divisi in parti facilmente identificabili, eseguibili e rinforzabili; una procedura simile alla task analysis.

Infine, il TAGteach è stato oggetto di studi scientifici e viene applicato in numerosi campi con partecipanti a vari livelli di abilità, età ed interessi. In tutte queste situazioni il TAGteach ha dimostrato la sua adattabilità; ad esempio, il TAGteach è stato utilizzato con chirurghi altamente qualificati per affinare le loro competenze mediche.

Per saperne di più visita il nostro sito: www.tagteachitalia.com


giovedì 24 febbraio 2022

Precision Teaching e la Standard Celeration Chart

 Tradotto ed adattato da: CHIESA (2000) - Precision teaching and fluency training: Making maths easier for pupils and teachers


Il Precision Teaching è un approccio generale per determinare se uno specifico programma d’insegnamento funziona e se sta raggiungendo gli obiettivi educativi che si era proposto. La metodologia del Precision Teaching permette agli insegnanti di misurare il successo del programma e ritagliarlo a misura delle individuali necessità di ogni studente. Specifici del Precision Teaching sono quattro elementi:

·       Analisi “Parte/Intero”

·       Pratica per Fluenza

·       Prove a tempo e la Standard Celeration Chart

·       Adattare a misura dei progressi del singolo studente i materiali

Analisi Parte/Intero

Praticamente ogni compito che intraprendiamo richiede l'esecuzione di diversi comportamenti contemporaneamente. Pertanto, qualsiasi attività può essere descritta come un “intero” e scomposta nella sua serie di “Parti” che devono essere apprese prima. In letteratura (inglese) questi due elementi sono definiti: Component e Composite o Compound


Ad esempio, se vogliamo piantare un chiodo in un pezzo di legno (”Intero”), dobbiamo essere in grado di: identificare martello, chiodo e legno; afferrare saldamente il martello con la mano dominante; afferrare il chiodo tra pollice e indice; tenere saldamente il chiodo all'angolazione richiesta anche durante i colpi di martello; e battere accuratamente e ripetutamente la testa del chiodo con la parte appropriata del martello (questi comportamenti sono le “Parti”). Tutte le parti devono essere apprese prima di eseguire l’intero compito e riuscire a piantare il chiodo. La mancanza di una delle parti pregiudica la riuscita del compito.

Nello sforzo di costruire una nuova abilità o competenza attraverso la pratica per fluenza, l'analisi delle sue parti (Task Analysis) è un primo passo cruciale.

Pratica per Fluenza

Oltre alla più comune misura dell'accuratezza, la velocità d’esecuzione viene considerata altrettanto importante nel Precision Teaching, sia in classe, come nella vita di tutti i giorni, perché fornisce una misura di competenza. L'esecuzione da parte degli “esperti” di qualsiasi abilità, che si tratti di falegnameria, suonare il pianoforte, leggere testi o risolvere equazioni matematiche, implica prestazioni rapide e accurate. Consideriamo il nostro falegname “esperto” perché costruisce e monta i nostri scaffali con precisione e in una frazione del tempo necessario al semplice appassionato del fai da te.

In relazione alle abilità matematiche, Miller e Heward(1992) sottolineano: "Tutti gli studenti che arrivano allo stesso livello di accuratezza non sono preparati allo stesso modo. Mentre due studenti possono completare la stessa serie di operazioni di matematica con una precisione del 100%, quello che finisce in due minuti è più esperto di quello che ha bisogno di cinque minuti per risolvere gli stessi problemi”. La pratica per Fluenza è un metodo che favorisce lo sviluppo di velocità e accuratezza sulle parti (es.: impugnare il martello; scrivere le cifre) che possono migliorare notevolmente le prestazioni sui compiti interi (es.: piantare il chiodo; risolvere una moltiplicazione) e, più in generale, possono facilitare l'apprendimento di nuove abilità.

Prove a tempo e la Standard Celeration Chart

Nel Precision Teaching le prove a tempo forniscono un mezzo efficiente per misurare la fluenza di uno studente in risposte al minuto su una determinata abilità. Le prove possono essere brevi: 5 o 10 secondi o durare fino a 3 o 5 minuti a seconda sia dello studente che dell'abilità misurata.

Le risposte al minuto registrate durante le prove sono convertite in eventi al minuto per essere inseriti sulla Standard Celeration Chart (SCC). La SCC fornisce un "quadro" dell'apprendimento, rappresentato attraverso l'accelerazione o la decelerazione delle risposte corrette e risposte errate. Nel grafico qui a lato la linea verde indica una accelerazione delle risposte corrette (indicati dai pallini) e un alinea rossa indica la decelerazione delle risposte errate (indicate dagli asterischi). Una linea piatta sull'SCC indica una risposta che non sta migliorando e avverte l'istruttore che alcuni aspetti del suo insegnamento, che siano il metodo o i materiali, non hanno alcun impatto sulle prestazioni dello studente.


L'immagine di apprendimento ideale è linea verso l’alto per lei risposte corrette e una pendenza verso il basso delle risposte errate. Le decisioni didattiche sono quindi guidate dal quadro di apprendimento che determina la progettazione di materiali per la pratica e il progresso di ogni studente.

Materiali per la Pratica individualizzati

Sebbene diversi bambini (o anche un'intera classe) possano seguire un programma Precision Teaching/Fluenza mirato a una Parte  o ad un Intero, idealmente tale tipo di intervento dovrebbe essere individualizzato. Il punto fondamentale della Pratica per Fluenza è garantire che gli studenti siano in grado di padroneggiare le abilità Parti prima di tentare di progredire verso abilità più complesse o più impegnative (Interi). Inutile dire che ci sarà una variabilità tra gli studenti nella durata e/o nella quantità di pratica che impiegheranno per raggiungere la Fluenza. Lo studente A potrebbe aver bisogno di maggiore istruzione e pratica sulla moltiplicazione per tre, mentre il bambino B padroneggia velocemente la moltiplicazione ma fatica quando cerca di completare una sottrazione a due cifre. I tassi di risposta per attività, registrati sulla SCC per ogni singolo studente, rivelano rapidamente aree di forza e di debolezza e consentono agli istruttori di adattare i materiali didattici di conseguenza.

 

Glossario:

·       Fluenza: esecuzione senza sforzo, rapida e corretta. Es.:gli atleti alle Olimpiadi o i virtuosi della musica

·       Intero: un comportamento o competenza complessa che può essere diviso in singole Parti attraverso la Task Analysis. Es: risolvere una addizione è un Intero

·       Parte: un aspetto, un elemento di un comportamento o di una competenza più complessa. Es: Scrivere una cifra è una Parte dell’esecuzione delle addizioni

·       Task Analysis: l’analisi di un comportamento più o meno complesso (Intero) nei suoi componenti (Parti).

venerdì 10 luglio 2015

TAGteach: una LEGO esperienza

Luca Canever
TAGteach Faculty
Luglio 2015

L'insegnamento non è riempire le menti degli studenti con nuove informazioni, ma è liberare spazio  necessario al loro apprendimento.

I bambini (di età compresa tra 7-12) stanno tranquillamente guidando lungo le strade della Seat Traffic School, all'interno del parco di divertimenti Legoland a Billund (Danimarca). Qui ci sono strade, incroci, un distributore di benzina e un autolavaggio. Ci sono una ventina di piccole auto elettriche che sembrano essere fatte con i famosi mattoncini. Nessuno dei piloti sta parlando, urlando o strillando. Il silenzio lungo le corsie è assoluto ... Fuori dalle recinzioni i genitori stanno a guardare, videoregistrando e urlando istruzioni di cui i bambini non hanno assolutamente bisogno. (La Traffic School è un'attrazione presente in quasi (tutti?) resort Legoland del mondo. Ecco un video d’esempio.)

A SCUOLA GUIDA 

Le lezioni di guida richiedono meno di tre minuti: i bambini vengono da diverse nazioni, le istruzioni sono soprattutto visive (con qualche aiuto da parte dei genitori per la traduzione, se necessario). Il loro istruttore parla di fronte ai ragazzi, mentre punta in dito ad alcuni dei cartelli stradali più comuni (incrocio, stop, senso unico….) posti alle sue spalle. Spiega ai piloti in erba il funzionamento dei due pedali che troveranno in auto e su come segnalare quando intendono girare (braccio teso in fuori esattamente come dovrebbero fare i ciclisti). In sintesi, i nuovi piloti hanno quattro comportamenti su cui concentrarsi (nel TAGteach li chiamano: "focus point"):
  • due segnali per i cambi di direzione (braccio sinistro o destro teso in fuori = due focus point) 
  • come far funzionare le macchine con i pedali (blu = acceleratore; rosso = freno = due focus point). Da qui i bambini sono da soli. Hanno quattro focus point su cui contare per imparare ad interagire con il loro nuovo ambiente: guidare l’auto nell’ora di punta.

IL NUMERO MAGICO

 Nello stesso momento il nostro cervello è in grado di elaborare da cinque a sette blocchi di informazioni(Miller, 1956: "The magica number seven..."); tradotto in altre parole, possiamo focalizzare la nostra memoria di lavoro (cioè "prestare attenzione") ad una piccola quantità di informazioni. Questa affermazione è particolarmente vera quando stiamo apprendendo nuove competenze e abbiamo la necessità di concentrarci sul compito che ci aspetta. Al fine di raggiungere questo obiettivo, dobbiamo chiudere tutte le circuiterie cerebrali non necessarie (come, per esempio, parlare o ascoltare le grida dei genitori al di là del recinto) e "travasare" la nostra attenzione su quello che stiamo imparando. Questo è esattamente  quanto avviene dentro i cervelli dei bambini 'nella scuola guida di Legoland: sono silenziosi perchè stanno imparando. Le loro energie cognitive sono necessarie altrove.

TAGteach: COSTRUIRE COMPETENZE MATTONE SU MATTONE


Nel TAGteach siamo familiari con questo processo e cerchiamo di assecondarlo applicando il protocollo previsto dalla metodologia.
Dopo aver trasmesso le informazioni, non è più permesso parlare. La frase: "il tag point è::" lascia al discente la responsabilità di affrontare il compito. L'assenza di linguaggio verbale lascia spazio per un efficace apprendimento ad alta velocità. Il tag point è un’azione unica e facile da realizzare (ad esempio: "premi il pedale del blu"). Queste informazioni sono strutturate in modo tale da non riempire i cervelli degli studenti, e di fare spazio al compito della memoria di lavoro: imparare. Come detto la memoria di lavoro è in grado di processare da cinque a sette blocchi di informazione per volta. Essa processa tali pezzi rendendoli disponibili per le aree neo-corticali del cervello in cui vengono prese le decisioni effettive su come comportarsi ("devo girare a destra, cosa devo fare?")
 Ma non è finita qui. Un altro compito fondamentale della memoria di lavoro è quello di passare le informazioni sul comportamento, l’ambiente e le conseguenze che il comportamento ha avuto, (la catena che, nel comportamentismo è nota come ABC: Antecedent - Behavior -Consequences) alla memoria a lungo termine. In altre parole la memoria di lavoro è dove si impara, la memoria a lungo termine è dove si ricorda. Se la memoria di lavoro è satura d’informazioni il passaggio alla memoria a lungo termine diventa lento e inefficiente. Semplicemente, non impariamo con la stessa efficacia. Se siamo circondati da troppi stimoli, o se ci parlano troppo, facciamo molta più fatica a ricordare e fare quello che dobbiamo. 

NON E’ UN RING! 

Tutto ciò detto, potrebbe sembrare che possiamo lasciare i nostri discenti da soli mentre stanno imparando. Come insegnanti potremmo semplicemente buttare tutte le informazioni che riteniamo necessarie per gli studenti: "Questo è il compito, questo è come si suppone lo eseguiate ora andate e imparate!" Naturalmente questo approccio porterà fallimento e frustrazione con pochi studenti, che realmente riescono ad imparare e la maggior parte di loro che -semplicemente- rinunciano, a causa della mancanza di rinforzo positivo conseguenza diretta di questa impostazione nell'apprendimento.
Di per sé la frustrazione non è una cattiva notizia per l'apprendimento. Quando impariamo siamo davvero frustrati; si potrebbe dire che si impara perché c’è della frustrazione. Siamo frustrati quando andiamo in bicicletta? Certo che no, ma sono sicuro che non eravamo calmi e fiduciosi durante le nostre prime lezioni. Avevamo paura, eravamo impacciati, siamo caduti, ma ci siamo rialzati perchè... era così bello!
Dare agli studenti un solo pezzo di informazione (il tag point), o quattro (come l’istruttore di Legoland) fornisce la giusta quantità di frustrazione che porta a rafforzare l'apprendimento. Il fatto che i guidatori in erba fossero silenziosi è indice di frustrazione, quella giusta quella che ci fa focalizzare su quello che deve essere fatto. Il valore aggiunto fornito dal TAGteach è l'attenzione esclusiva su ciò che vogliamo che accada, e l'uso del tagger con il suo feedback perfettamente a tempo sul comportamento. Gli studenti imparano più velocemente e meglio, perché:
  • alla loro memoria di lavoro è consentito sia elaborare che passare le informazioni alla memoria a lungo termine;
  •  solo le informazioni utili sono fornite perché il tag point indica ciò che deve accadere (non ci sono informazioni utili nel dire: "non saltare") 
  • il feedback del tagger fornisce un rinforzo costante e positivo al comportamento che viene appreso e, di nuovo, rafforza il processo di allocazione delle nuove esperienze nella memoria a lungo termine: Ricordiamo meglio quindi impariamo meglio. 

RIGUARDO IL TAGteach:
Il TAGteach è una nuova metodologia didattica in rapida crescita, utilizzata in molti campi diversi. Con il TAGteach ogni singolo dettaglio dei componenti di un comportamento (es: il dritto a tennis) -non importa quanto piccoli- possono essere insegnati e padroneggiati in modo positivo e rinforzante. Peculiare della metodologia è l'uso di un dispositivo (il tagger) che offre un suono chiaro per lo studente quando un comportamento obiettivo è eseguito correttamente.
Il Focus Point: Nel TAGteach lo specifico comportamento che ricever il suono del tagger come conferma dell'avvenuta esecuzione si chiama "tag point". Il Focus Point è esattamente la stessa cosa, ma la corretta esecuzione non riceve il suono del tagger. Si usa il focus point quando ormai chi impara è in grado di fare da sè, senza aver bisogno della costante sorveglianza dell'insegnante

Per informazioni sui nostri prossimi eventi e sul TAGteach:
www.tagteachitalia.com

venerdì 22 maggio 2015

DATEGLI QUALCOSA DA FARE!

Luca Canever
Maggio 2013
A SCUOLA 

Da qualche tempo in una delle mie classi di prima media, è arrivato J.; un nuovo alunno con problemi di iperattitivà, di attenzione e di comportamento (con diagnosi ADHD). Non appena sono stato in grado di individuare il giusto rinforzatore per lui, sono stato anche in grado di rinforzare "buoni" (dal mio punto di vista d’insegnante) comportamenti, quali lo stare seduto, scrivere o guardare cosa viene scritto alla lavagna. Dopo una prima ora di pratica, J. ha capito il significato del taggere e ha iniziato ad esibire questi comportamenti in modo sempre più continuo. Dopo alcuni giorni e alcune sessioni insieme a me e ai suoi compagni mi è rimasto un problema ancora da risolvere, il che ci porta allo spunto dal quale è nato questo articolo. 

TRANSIZIONI 

Con il termine "transizioni" faccio riferimento a quei momenti in cui si passa da una attività all'altra
 e si deve aspettare prima di iniziare che tutto e tutti siano pronti. "Aspettare" per un insegnante significa che gli alunni rimangano al posto loro assegnato, ragionevolmente in silenzio, mentre ci si prepara. "Aspettare" significa anche saper attendere mentre l’insegnante è impegnato ad aiutare un compagno. "Aspettare", è un comportamento che, come potete immaginare, J. non è in grado di fare. Nelle pause i problemi di J. -letteralmente- esplodono. Lui salta per l’aula, insulta e picchia i compagni e lancia oggetti, quando non scappa in bagno per arrampicarsi sopra i sanitari. Quanto di buono era stato fatto nel periodo precedente si dissolve in un attimo. Perché?

COMPORTAMENTO 

Un sasso non si "comporta".
La mia idea anche riguardo a queste esplosioni, è che, in quanto esserei viventi dobbiamo (per essere -appunto- "viventi") fare qualcosa o, se preferite, comportarci. E’ quello che ci distingue da un sasso. Il sasso non si "comporta", un essere vivente, per quanto semplice possa essere sì. J. manifesta la sua vitalità (nel senso di "essere vivo") con comportamenti che talvolta possono essere problematici se il ragazzo viene lasciato libero di scegliere da solo dove trovare il rinforzo (dal momento che non è in grado di trovare sufficentemente rinforzanti i "normali" comportamenti" che si esibiscono quando si aspetta. Il TAGteach aiuta J. a scegliere rinforzi che siano più compatibili con la normale gestione di una classe di ragazzi. Desidero essere molto preciso su questo punto: l’uso del tagger non "costringe" J. a stare seduto; l’uso del tagger fornisce a J. le motivazioni necessarie per scegliere di rimanere seduto. Secondo me, i "comportamenti problematici" altro non sono che la ricerca autonoma di rinforzamento dall'ambiente. Essendo autonoma (ovvero autogestita) questa ricerca può sfociare in comportamenti che possono essere adattivi (J. li esibisce perchè per lui funzionano), ma non adatti (a una normale classe). Tipo urlare e lanciare oggetti in classe. J. si comporta così perché sono queste le strategie che ha imparato. In casi come il suo, ma anche in generale, organizzare delle continue e consistenti opportunità di rinforzamento per buoni comportamenti è il modo migliore per riuscire a gestire J. e, nel mio caso, la classe. E qui entra in gioco il TAGteach. 

COME USO IL TAGTEACH

Il tagulator. Ogni perlina scende e
 "segna" un punto per l'alunno
 Con J. e la sua classe sto sperimentando diverse situazioni nelle quali posso usare il TAGteach.
Innanzitutto ho dato a J. un tagulator, e taggo qualsiasi buon comportamento: stare seduto, scrivere, aspettare. Mentre sto scrivendo alla lavagna faccio delle crocette sotto il suo nome scritto in un angolo, in modo da dargli continuamente la sensazione di stare facendo la cosa giusta. In altre situazioni coinvolgo i suoi compagni, dando a tre di loro il tagger e spiegando quali comportamneti di J. rinforzare. Ne scelgo -solitamente- tre perchè sono i compagni che sono più vicini a lui a causa della disposizione dei banchi. I compagni che taggano J. possono aiutarmi nelle transizioni di cui parlavo all’inizio. Se c’è da aspettare perché l’insegnante sta preparando la prossima attività. ci sono i compagni che possono taggare buoni comportamenti. Questo setting funziona, ma non come desidero e comunque, non tutte le volte. 
Probabilmente devo definire altri comportamenti che J. può esibire mentre si aspetta, dandogli l’opportunità di scegliere cosa esibire per venire rinforzato. il tag point potrebbe essere: "Mani sul banco"? O: "Penna pronta per scrivere?" O:"Schiena appoggiata sulla sedia"? Insomma dargli delle alternativi a comportamenti di semplice attesa. "Mnni sul banco" è qualcosa che J. può fare. Semplicemente aspettare può essere molto più difficile per lui perchè "aspettare" non contiene una chiara immagine di quello che ci si aspetta: J. potrebbe aspettare mentre lancia oggetti fuori dallo zaino. 
Diceva Ogden Lindsley che un comportamento non è tale (non appartiene agli esseri viventi) se anche un morto lo può fare. Ovvero un comportamento per essere tale e per poter essere rinforzato deve essere qualcosa che solo una persona viva può fare.

 COS’E’ IL TAGteach? 

Marker.
Il TAGteach consente il rinforzamento estremamente preciso del comportamento attraverso l’uso d
i un segnale acustico che "marca" il comportamento esattamente nello stesso istante in cui il bambino esegue il comportamento! Il segnale acustico è costituito da un breve, preciso suono fatto da una scatoletta che si tiene in mano (il cosiddetto "marker"). Quando il bambino esegue il comportamento corretto, il genitore o l’insegnante preme immediatamente la linguetta del marker e consegna un piccolo premio (che può essere una caramella, un dolcetto, una figurina, lodi, contatto sociale e, perché no? anche denaro) come rinforzo. Con il TAGteach è semplice rinforzare i comportamenti in modo preciso e rapido. Il feedback accurato ed immediato, unito al rinforzamento positivo ha come risultato che il bambino compie il comportamento desiderato sempre più spesso e per periodi sempre più lunghi: Grazie all'ausilio del feedback e con le cose da imparare suddivise in piccoli passi, mediante il TAGteach i bambini (e gli adulti) possono apprendere molte nuove competenze, seguendo ciascuno il proprio ritmo.

martedì 17 marzo 2015

Il TAGteach va a scuola!

Luca Canever
Marzo 2015

Gestire il rinforzamento per un gruppo di persone è una delle difficoltà maggiori che si possono incontrare. Specialmente se le persone in questione sono 20 ragazzini di 11 anni, con interessi e personalità diversi tra loro. Da due mesi lavoro in una scuola e, per la prima volta, mi sono trovato ad usare il tagger con un gruppo numeroso che non ha nemmeno un particolare desiderio di trovarsi in classe. Come rinforzarli? C’è chi ama le caramelle, chi le perline, chi tempo extra per la ricreazione e chi (esistono anche loro!) trova rinforzante lo studio in sé (ma sono molto, molto, molto rari). Quello che ho deciso di adottare è una rotazione continua tra i vari programmi di rinforzamento: oggi si lavora per extra time per la ricreazione; domani si guadagnano braccialetti; poi si guadagneranno punti per vedere un film, o per poter svolgere qualche attività preferita. Anche se può sembrare un ostacolo a prima vista insormontabile e demoralizzante (se non si trova il rinforzatore adatto può succedere di tutto) trovare i rinforzatori giusti anche per un gruppo di persone si può fare. Credo che possa bastare un po’ di fantasia e desiderio di escogitare nuove strategie. E, se poi, per una volta non funziona… pazienza. Più diventiamo in grado di cogliere comportamenti da rinforzare più facile sarà rinforzare questi comportamenti. Ho usato il TAGteach in diverse situazioni; e, anche se non sto usando direttamente il tagger, i principi alla base della metodologia sono sempre presenti neii miei protocolli

PRENSIONE DELLA PENNA

Molti ragazzi hanno una prensione della penna non corretta: questo fatto può causare problemi alle articolazioni del polso, e, cosa più preoccupante, difficoltà nella scrittura che si traducono in: "A me non piace scrivere" o:"Io non so scrivere". Da qui il passo verso una diagnosi per un Disturbo Specifico dell'Apprendimento può essere tremendamente breve.
Insomma se vogliamo educare dei futuri Shakespeare, tenere correttamente la penna in mano è il primo passo. In questo caso ho usato due tag point: "Schiaccia tra pollice e indice" e "Spingi con il medio". Le due foto li illustrano meglio.




































Questi tag point si prestano ad essere "lavorati" in molti modi: a gruppi di due (per esempio i compagni di banco) con uno studente che scrive e l'altro che marca. Possono anche essere usati a gruppi di tre studenti,con un allievo che detta, un secondo che scrive e il terzo che marca. Questo tipo di sistemazione mi permette, in qualità d'insegnante, di essere libero di seguire coloro i quali possano incontrare maggiori difficoltà. Ho anche trovato due buoni riferimenti (o target) su YouTube per agevolare i ragazzi nell'apprendere la prensione corretta.
  • Target 1: la penna va messa giù con la punta rivolta verso chi scrive. Questo comportamento può essere aiutato disegnando su un cartoncino la sagoma di una penna e attaccandola sul tavolo (ovviamente con la punta verso chi scrive). In alternativa, se necessario anche questo può diventare un tag point ("punta verso chi scrive")
  • Target 2 :  usare indice e medio della mano sinistra per posizionare la pinza pollice e indice della mano che scrive alla giusta altezza sulla penna: esattamente sul bordo indicato dal dito indice. Se necessario, si può mettere un piccolo adesivo colorato sul punto esatto sull'asta della penna. Volendo anche questo può diventare un tag point: "pinza sul bollino". Le foto qui sotto mostrano i due target.
Punta verso chi scrive. Questo può, se necessario diventare un tag point
Come misurare il punto dove mettere la pinza. 

 LETTURA

La punteggiatura non è una cosa che i miei ragazzi gestiscano molto bene. Ma leggere con espressività aiuta la comprensione del testo e la positività dell’esperienza di lettura, secondo il motto che ho appena inventato: "se SAI leggere, allora ti PIACE leggere". Leggere senza difficoltà significa avere le competenze per studiare meglio, più velocemente e con maggior profitto. Di nuovo il passo tra delle difficoltà derivanti dalla mancanza di questo tipo di pratica e una diagnosi DSA può essere breve.
Quindi ho iniziato ad insegnare a rispettare le pause della punteggiature. L’esercizio si è svolto così: il primo compagno legge, il secondo lo marca. Il tag point è: "pausa sulla virgola" (ma potrebbe essere: "rispetta la punteggiatura" a un livello più avanzato o "pausa sul punto" etc etc). Dopo 5 tag la lettura passa al secondo compagno che viene taggato dallo studente successivo. Questo se volete che tutta la classe segua insieme. Se desiderate vivacizzare la cosa basta formare dei gruppi di due o tre alunni, stabilendo i turni per chi legge e per chi tagga.

DISGRAFIA

 E veniamo ai DSA. Uno dei miei ragazzi ha alcuni -fortunatamente leggeri- problemi cognitivi. Scrive in modo disordinato e ha scarse competenze nell’area della memoria di lavoro. La diagnosi per lui è stata: "Disgrafia". Anziché ricorrere a strategie di ripiego (scrittura in maiuscolo, o scrittura al computer) ho deciso, rispettando le capacità dell’alunno, di insistere perché scrivesse in corsivo. Scrivere in corsivo permette di scrivere più rapidamente, questo si traduce in fluenza nella scrittura. Essere fluenti ha dei vantaggi enormi (ho parlato di cosa sia  fluenza nei comporttamenti in questo articolo). Ho insegnato una scrittura corretta almeno dal punto vista grafico con il tag point "lettere" sulla riga. La foto mostra il primo intervento che ho fatto. La linea rossa mostra qual’era il suo "standard" di scrittura. Notate tutti quei su e giù? La linea blu indica dove ho iniziato a taggare. Il trattamento con il tagger è durato per tutta la linea verde. Circa 30 secondi. Poi ha proseguito da solo. La differenza risulta subito evidente.

15 giorni dopo questo intervento la scrittura è rimasta stabilmente sulla linea, senza aver dovuto ricorrere ad altri interventi. Non solo. Ho notato che il modo con cui il ragazzo riesce ad organizzare i suoi pensieri per la scrittura si è fatto più lineare e fluente. Come se riuscire a scrivere in ordine lo aiutasse a "pensare in ordine". Sicuramente la scrittura "in linea" risulta più rapida ed efficente. Questo comportamento potrebbe liberare risorse cognitive (prima impiegate a fare attenzione alla scrittura) per la composizione dei pensieri sulla carta.

venerdì 13 marzo 2015

I bambini adorano il TAGteach

di Sarah Cook
Marzo 2015

Dopo molti anni felici come insegnante alla "A Dancer’s Dream", sono recentemente passata nel mondo della pubblica istruzione, accettando un incarico come insegnante di danza a tempo pieno in una scuola privata di Boston, Massachusetts. Per quelli che non lo conoscono, "A Dancer’s Dream", è un meraviglioso studio di danza dove ogni insegnante è un TAGteacher certificato e i bambini conoscono molto bene questa metodologia. La scuola dove sono finita a lavorare, è una scuola privata di alto livello e comprende medie ed elementari distribuite in tre sedi. Le scuole sono molto rigorose dal punto di vista accademico, hanno una politica piuttosto rigida sul comportamento che gli studenti devono osservare, spingono molto sul rinforzamento positivo e lo sviluppo del comportamento. Inoltre richiedono che ogni studente faccia lezione di danza. Per questo motivo le classi di danza sono numerose, con 27-32 studenti per classe. Non c'è nemmeno il bisogno di dirlo: sono sempre parecchio impegnata. Dopo aver passato un anno e mezzo lottando tra classi numerose, niente specchi e condizioni da scuola di ballo piuttosto approssimative, ho chiesto alla mia preside se potevo iniziare ad usare il TAGteach. Lei mi ha risposto di sì e io tirato un grosso sospiro di sollievo. Potevo finalmente proporre il TAGteach e il tagger in tutte le mie classi. Questi sono alcuni momenti tratti dalla nostra prima settimana di uso del TAGteach. 

 Prima media: siamo ormai a buon punto con le lezioni sul tip tap. Con 27 ragazzi presenti in classe, è difficile vedere e correggere gli errori di ciascun alunno. Come poter risolvere i problemi di troppi ragazzi con così poco tempo a disposizione? Con il TAGteach, naturalmente! Dopo aver osservato l'intera classe tentare i flaps (un passo del tip tap in cui il piede striscia sul pavimento prima di battere) e aver preso nota mentalmente degli errori più comuni, ho scelto uno studente per introdurre la metodologia. Ho spiegato cosa un tag significhi e come aiuti sul corpo e il cervello ad imparare. In meno di due minuti e con soli due tag point i suoi flap erano a posto. Non solo le competenze dell'alunno erano migliorate, ma tutti nella classe hanno migliorato dopo aver osservato la sessione di TAGteach. Erano tutti eccitati e un pochino compiaciuti. A me era stata solo ricordata l'efficacia del TAGteach. 

 Prima elementare: ci sono 32 bambini in questa classe (32 BAMBINI!!!). Nello sforzo di indirizzare le mie classi, ho deciso di iniziare ad usare il TAGteach per lavorare, in primo luogo sulla gestione della classe. Non appena l'ora è iniziata, sono stata pronta ad osservare il primo bambino che si fosse seduto tranquillamente a gambe incrociate. Senza dire una parola, l'ho taggato e… voilà ! La stanza è passata dal caos al silenzio in tre tag. È stato così facile. Hanno capito subito che se non ricevevano il tag potevano osservare un compagno che invece lo aveva ricevuto e correggere il loro comportamento imitandolo. La mia la classe era silenziosa, pronta ad iniziare in meno di un minuto, senza alcun bisogno che li riprendessi. Uno scolaro mi ha detto: "Mi piace il tagger perchè quando tu marchi una persona, tutti noi sappiamo cosa fare senza bisogno che tu parli e sprechi così la nostra lezione".
Hai ragione, ragazzino.
Piace anche a me.
Sono così emozionata di aver introdotto questo strumento nella mia scuola! Abbiamo realizzato di più in meno tempo, la nostra pratica è più focalizzata e tutti sono più felici. Inoltre so che mi aiuta a rimanere calma e concentrata.

venerdì 30 gennaio 2015

Autismo & ABA: alcuni miti sfatati sull'ABA

di Brenda Kosky Deskin
Gennaio 2015


L' Applied Behavior Analysis (N.d.T. ABA, in Italiano: Analsi Applicata al Comportamento) esiste da diversi anni, aiutando le persone all’interno dello spettro dell’Autismo, di tutte le età, ad imparare e prosperare. Alcuni, tuttavia, non sono favorevoli al suo utilizzo su soggetti autistici, ma il mio sospetto è che coloro che non apprezzano l'ABA, ignorino cosa l'ABA effettivamente sia. Mi auguro di riuscire a chiarire alcune erronee idee, largamente diffuse su questo efficace tipo d’intervento per l'Autismo, in modo che, sempre  più persone abbraccino l'ABA come scelta di trattamento per i loro studenti e familiari che si trovano all’interno dello spettro dell’Autismo.

1) Mito: l'ABA non è efficace
FATTO: di tutti i trattamenti associati con l'autismo, l'ABA è quella che ha la maggiore ricerca scientifica peer-reviewed   (peer reviewed: rivista dai pari. un articolo scientifico per poter essere giudicato pubblicabile nelle riviste deve essere approvato da altri scienziati e ricercatori) alle sue spalle, a sostegno della sua efficacia. Se volete saperne di più circa l'importanza della pratica basata sulle evidenze per quanto riguarda l’Autismo basta fare una rapida ricerca sul web digitando da Google Scholar ABA + Autism.

2) MIto: l'ABA è punitivo e sgradevole
FATTO: mentre è stato effettivamente un errore di alcuni dei pionieri dell'ABA sul finire degli anni '50 utilizzare le  punizioni corporali nelle loro procedure di insegnamento, i programmi ABA moderni si basano principalmente sulla lode e preferiscono strumenti quali il premiare uno studente per un lavoro ben fatto. Tecnicamente parlando, usare la parola "No" o talvolta, se necessario, ritirare un oggetto preferito sono già considerate come "punizioni" nel mondo dell'ABA di oggi,. Anche queste procedure punitive vengono utilizzate raramente e solo quando è assolutamente necessario, in uno qualsiasi dei tanti programmi d’intervento di cui sono a conoscenza. Certamente, qualsiasi punizione fisica o verbale che sia di natura abusiva non dovrebbe venire tollerata né considerata accettabile. In realtà, l'importanza di utilizzare metodologie che si concentrano sul rinforzamento, piuttosto che sulle punizioni viene chiaramente espressa nel Codice Etico del Behavior Analysis Certification  Board (BACB).
Come ho premesso, spesso un buon programma ABA è un programma ABA divertente. Mio figlio, Michael, è molto affezionato ai suoi terapisti ABA ed è molto felice insieme a loro. Il suo programma di terapia prevede visite al negozio di libri, passeggiate nella foresta, nuotare, guidare go-kart e innumerevoli altre attività nelle quali si diverte. Un terapeuta ABA talentuoso e competente prende un'attività che il suo studente ama e la trasforma in una opportunità di insegnamento divertente.

3) Mito: l'ABA significa ore di stare seduti immobili a un tavolo facendo esercizi
FATTO: questo è un equivoco molto comune. Il mito fa riferimento a una metodologia didattica denominata "Discrete Trial Teaching" o "Discrete Trial Training." (N.d.T.: sono procedure nelle quali si insegna una nuova competenza per piccoli incrementi successivi). E 'solo una delle molte metodologie didattiche differenti utilizzati in un programma ABA e non dovrebbe mai essere identificata come l'unico approccio all'insegnamento per una persona autistica. Nessuno vuole né deve passare ore seduto a un tavolo a studiare. L’"Incidental Teaching", (N.d.T: è una procedura nella quale si "catturano" esibizioni anche parziali del comportamento desiderato che avvengono incidentalmente. Compito del terapeuta è di preparare l’ambiente dove questi "incidenti" possono avvenire con maggiore frequenza). per esempio, è un altro approccio basato sull'ABA-che è estremamente efficace e può essere utilizzato in molti ambienti e situazioni diverse.

4) Mito: l'ABA è solo appropriato ed efficace per i bambini
FATTO: come noi tutti siamo ben consapevoli, persone di ogni età possono imparare ed effettivamente lo fanno. Le persone nello spettro dell’Autismo non fanno eccezione. Sebbene i principali ed innovativi studi sull'efficacia complessiva dell' ABA nell’aiutare soggetti autistici siano tutti focalizzati sui bambini, ci sono numerosi piccoli studi che esaminano l'uso dell' ABA per affrontare compiti specifici tra cui scegliere cosa vestire, tenere adeguati comportamenti a tavola, usare i distributori automatici, andare in autobus senza problemi…  e così via. Molti dei partecipanti di questi studi sono adulti autistici e i risultati sono promettenti, dimostrando che gli individui autistici di tutte le età, possono fare enormi passi in avanti se istruiti con l’aiuto dell'ABA. Lo statunitense Dr. Bobby Newman, PhD, BCBA, dice a riguardo:
 "L'apprendimento continua per tutta la vita. I principi di apprendimento su cui l'ABA fondamentalmente si basa sono universali, per quanto ne sappiamo; passando tra specie animali diverse e, CERTAMENTE, nel corso della vita. Un adolescente o adulto non sono neanche lontanamente "completi". Direi, anzi, che la necessità di una buona e solida base di insegnamento ABA aumenti piuttosto che diminuire man mano che gli studenti si avvicinano all’età adulta. Ci saranno molte nuove esigenze (per esempio: una formazione professionale, viaggiare, avere una vita indipendente, ecc), e le ore di scuola / formazione spesso diminuiscono. Ciò aumenta la necessità di un insegnamento scientificamente valido ed efficace; non diminuisce tale necessità. "

5) Mito: l'ABA è solo per le persone che soffrono di autismo
FATTO: l'ABA ha dimostrato di essere efficace in una vasta gamma di applicazioni, tra cui la riabilitazione delle vittime di ictus e gli individui con lesioni cerebrali acquisite. Sebbene molti di noi non ne siano consapevoli, l’ABA trova molte applicazioni nella vita quotidiana di tutte le persone. Usiamo strategie ABA per addestrare i nostri cani. Molte buone pratiche genitoriali hanno forti radici in ABA. (Avete mai premiato e lodato il vostro bambino per aver usato il vasino?) Le tecniche ABA possono essere utilizzate anche per superare diversi tipi di problemi sociali o comportamentali, tra cui mettersi a dieta o smettere di fumare. Ti capita mai di premiarti per un duro lavoro, per esempio, con una seduta al centro benessere o prendendo una vacanza? Il vostro capo ha mai riconosciuto i vostri sforzi nel  lavoro con un complimento (meglio conosciuto nel mondo ABA come "Rinforzo Sociale") o con un bonus o un aumento di stipendio (un "Rinforzo Tangibile")? Questi principi di ogni giorno sono davvero niente di diverso da quelli usati in un programma ABA per un individuo autistico.

6) Mito: l'ABA è solo corrompere le persone con cibo e giocattoli
FATTO: E' importante riconoscere che c'è una grande differenza tra una tangente e un rinforzatore. Una tangente è un tipo di trattativa che avviene prima che si verifichi qualcosa. Si afferma o è implicito che "Se fate questo, otterrete ...". D'altra parte, un rinforzatore è qualcosa favorevole che uno studente riceve per un lavoro ben fatto dopo che lo ha completato. In questo modo, si consente al discente - spesso inconsciamente - di iniziare ad accoppiare o fare l’associazione, nella sua mente, tra il comportamento che ha appena esibito con il rinforzatore che riceve subito dopo. Con la pratica ripetuta, dopo queste associazioni sono saldamente radicati nella mente del discente, il rinforzo può spesso essere rimosso in una sola volta, non appena il comportamento appena appreso diventa abitudine.
(N.d.T. a questo riguardo c’è da aggiungere che l’uso di un tagger, come avviene nel TAGteach, semplifica ed amplifica il processo di associazione. Il discente è in grado di riconoscere immediatamente quale comportamento è stato rinforzato; il tasso d’apprendimento accelera esponenzialmente, con risultati più duraturi e stabili nel tempo)
Per quanto riguarda ciò che è effettivamente utilizzato come rinforzo in un programma ABA, devo nuovamente fare riferimento al Codice Etico del Behavior Analysis Certification Board(BACB):
"L'analista comportamentale riduce al minimo l'uso di articoli come potenziali rinforzatori che possano essere dannosi per la salute a lungo termine del cliente o partecipante (ad esempio, sigarette, zucchero o cibi con troppi grassi alimentari)."
Mio figlio, per esempio, non è mai stato premiato con il cibo. I suoi terapisti utilizzano qualunque cosa accada che sia motivante per lui in un dato momento, e questo può -ed effettivamente cambia- nel tempo. Alcuni dei suoi rinforzi sono il nuoto, guardare pile di fotografie, cercare video su YouTube e i terapisti che recitano battute dai suoi film preferiti.

7) Mito: l'ABA aiuta solo nel trattamento di comportamenti; non può contribuire ad insegnare effettive capacità o competenze linguistiche
FATTO: mentre interventi basati sull’ABA sono certamente ideali per affrontare comportamenti problematici quali l'aggressione fisica, il fare i capricci e simili, sono ugualmente efficaci nell’insegnare nuove abilità e promuovere lo sviluppo del linguaggio. Michael ha imparato a piegare il bucato, prepararsi uno spuntino e una miriade di altre abilità "di vita" importanti dai suoi terapisti ABA. Competenze scolastiche quali la lettura, la scrittura e la matematica possono anche essere insegnate con successo entro i confini di un programma ABA.

8) Mito: l'ABA è un unico trattamento valido per tutti
FATTO: se da un lato ci sono, a disposizione dei genitori, molti libri eccellenti e risorse basati sui computer che possono aiutarli ad imparare cosa sia l’ABA e anche fornire fondamenti di base e suggerimenti per iniziare un programma ABA in un mondo "fittizio", questi non devono essere considerati in maniera esclusiva. Poiché ogni persona autistica è diversa, ogni programma ABA deve quindi essere personalizzato per l’unicità delle circostanze di ogni studente, per le sue abilità e per le sue sfide; anche le esigenze ei comportamenti dei discenti possono cambiare rapidamente. E’ quindi necessaria l’esperienza derivante da anni di studio e di formazione sul campo per analizzare correttamente questi cambiamenti e mettere a punto le soluzioni necessarie. Questa esperienza può essere trovata in un professionista ABA che è stato certificato con il Board Certification Behavior Analyst.

9) Mito: l'ABA può o deve essere  messa in atto solo durante la seduta di terapia
FATTO: Un intervento efficace basato sull'ABA, in una certa senso, dura 24 ore al giorno, sette giorni alla settimana. Ovviamente non sto affatto affermando che uno studente dovrebbe essere inondato da informazioni o richieste in ogni suo momento di veglia. Quello di cui sto parlando è la coerenza.
Ho troppo spesso visto bambini che vanno in una scuola ABA e hanno grandi comportamenti, sono indipendenti ai servizi igienici e prosperano in questi ambienti di apprendimento in cui tutto è affidabile e programmato. Poi vanno a casa, dove le stesse aspettative non vengono rispettate. I bambini di tutte le età , che siano autistici o meno, "testano" continuamente i loro genitori e gli operatori. Se non manteniamo a casa sui nostri bambini le stesse aspettative che i loro insegnanti hanno a scuola, è quasi garantito che i comportamenti saranno peggiori e i livelli di stress andranno alle stelle. E’ anche vero il contrario: alcuni genitori gestiscono grandi programmi ABA a casa che vengono poi annullati da insegnanti che non si attengono, nelle loro aule che il bambino frequenta, ai medesimi principi.
Il mio consiglio, per i genitori è di imparare, per lo meno, i principi fondamentali dell’ABA e rimanere in contatto con gli insegnanti, in modo da poter aiutare il loro bambino a generalizzare ciò che sta imparando a scuola anche a casa e nella comunità. Nel caso di genitori che lottino con un'insegnante che non sia professionale a scuola, dimostrate, dimostrate, dimostrate. Che mostrino agli insegnanti e ai presidi dei loro figli esattamente ciò che il bambino è in grado di fare a casa con dati e video; che li indirizzino o li mettano in contatto con risorse ABA che siano in grado aiutare il bambino a prosperare sia a casa che a scuola.


Brenda Kosky Deskin è la mamma di un bambino autistico e fondatrice del sito web AutismBeacon.com . Brenda ha fondato AutismBeacon sulla base delle sue esperienze di vita, come genitore di un bambino autistico. Ricordando come molto sola e al buio si sentisse dopo aver ricevuto la diagnosi di suo figlio, ha desiderato far luce sulla vita di molti altri genitori e famiglie che alla fine avrebbero potuto seguire le sue orme.

mercoledì 21 gennaio 2015

TAGteach va a scuola

Gestire il rinforzamento per un gruppo di persone è una delle difficoltà maggiori che si possono incontrare. Specialmente se le persone in questione sono 20 ragazzini di 11 anni, con interessi e personalità diversi tra loro. Da due mesi lavoro in una scuola e, per la prima volta, mi sono trovato ad usare il marker con un gruppo numeroso che non ha un particolare desiderio di trovarsi in classe. Come rinforzarli? C’è chi ama le caramelle, chi le perline, chi tempo extra per la ricreazione e chi (esistono anche loro!) trova rinforzante lo studio in sé (ma sono molto, molto, molto rari). Quello che ho deciso di adottare è una rotazione continua tra i vari programmi di rinforzamento: oggi si lavora per extra time per la ricreazione; domani si guadagnano braccialetti; poi si guadagneranno punti per vedere un film, o per poter svolgere qualche attività preferita. Anche se può sembrare un ostacolo a prima vista insormontabile e demoralizzante (se non si trova il rinforzatore adatto può succedere di tutto) trovare i rinforzatori giusti anche per un gruppo di persone si può fare. Credo che possa bastare un po’ di fantasia e desiderio di escogitare nuove strategie. E, se poi, per una volta non funziona… pazienza. Più diventiamo in grado di cogliere comportamenti da rinforzare più facile sarà rinforzare questi comportamenti. Ho usato il TAGteach in diverse situazioni; e, anche se non sto usando il marker, i principi alla base della metodologia sono sempre presenti (o almeno spero…).

PRENSIONE DELLA PENNA

 Molti ragazzi hanno una prensione della penna non corretta: questo fatto può causare problemi alle articolazioni del polso, e difficoltà nella scrittura che si traducono in: "A me non piace scrivere" o:"Io non so scrivere". Insomma se vogliamo educare dei futuri Shakespeare, tenere correttamente la penna in mano è il primo passo. In questo caso ho usato due tag point: "Stringi con pollice e indice" e "Spingi con il medio".


 Questi tag point si prestano ad essere "lavorati" in molti modi: a gruppi di due (per esempio i compagni di banco) con uno studente che scrive e l'altro che marca. Può anche essere usato a gruppi di tre con un allievo che detta, un secondo che scrive e il terzo che marca. Questo tipo di sistemazione mi permette, in qualità d'insegnante, di essere libero di seguire coloro i quali possano incontrare maggiori difficoltà. Ho anche trovato due buoni riferimenti (o target) su YouTube per agevolare i ragazzi nell'apprendere la prensione corretta. Target 1: La penna va presa tra pollice e indice e poi appoggiata sul dito medio. Target 2 : primo mettere la penna sul tavolo con la punta rivolta verso di voi; secondo usare indice e medio della mano sinistra per posizionare la pinza pollice e indice della mano che scrive alla giusta altezza sulla penna: esattamente sul bordo indicato dal dito indice. Le foto qui sotto mostrano i due target.


 LETTURA

 La punteggiatura non è una cosa che i miei ragazzi gestiscono molto bene. Ma leggere con espressività aiuta la comprensione del testo e la positività dell’esperienza di lettura, secondo il motto che ho appena inventato: "se SAI leggere, allora ti PIACE leggere". Leggere senza difficoltà significa avere le competenze per studiare meglio, più velocemente e con maggior profitto. Quindi ho iniziato ad insegnare a rispettare le pause della punteggiature. L’esercizio si è svolto così: il primo compagno legge, il secondo lo marca. Il tag point è: "pausa sulla virgola" (ma potrebbe essere: "rispetta la punteggiatura" a un livello più avanzato o "pausa sul punto" etc etc). Dopo 5 tag la lettura passa al secondo compagno che viene marcato dallo studente successivo. Questo se volete che tutta la classe segua insieme. Se desiderate vivacizzare la cosa basta formare dei gruppi di due o tre alunni, stabilendo i turni per chi legge e per chi marca.

DISGRAFIA 

Uno dei miei ragazzi ha alcuni -fortunatamente leggeri- problemi cognitivi. Scrive in modo disordinato e ha scarse competenze nell’area della memoria di lavoro. Anziché ricorrere a strategie di ripiego (scrittura in maiuscolo, o scrittura al computer) ho deciso, rispettando le capacità dell’alunno, di insistere perché scrivesse in corsivo. Ho insegnato una scrittura corretta almeno dal punto vista grafico con il tag point "lettere" sulla riga. La foto mostra il primo intervento che ho fatto.

La linea rossa mostra qual’era il suo "standard" di scrittura. Notate tutti quei su e giù? La linea blu indica dove ho iniziato a marcare. Il trattamento con il marker è durato per tutta la linea verde. Poi ha proseguito da solo. La differenza risulta subito evidente. 15 giorni dopo questo intervento la scrittura è ancora stabile sulla linea, senza aver dovuto fare altri interventi. Non solo. Ho notato che il modo con cui il ragazzo riesce ad organizzare i suoi pensieri per la scrittura si è fatto più lineare e fluente. Come se riuscire a scrivere in ordine lo aiutasse a pensare in "ordine".

TAGteach e sicurezza: un progetto di ricerca.




Il presente articolo riguarda un progetto 
di ricerca che abbiamo realizzato per insegnare le procedure di sicurezza in un Istituto scolastico di Verona. Il TAGteach funziona? Funziona meglio delle normali procedure d’insegnamento? I risultati che abbiamo raccolto sono stati incoraggianti.

LUCA CANEVER



Imparare non è un unico preciso processo: di fatto, come tutti sappiamo esistono vari livelli di apprendimento che chiamiamo principiante, inesperto, professionista, campione. Un campione sportivo ci colpisce perché non solo “sa” ma anche è in grado di esibire delle performances incredibili, apparentemente senza sforzo.
Imparare quindi è il processo che ci porta dall’essere totalmente inesperti a padroneggiare in maniera competente al diventare dei veri esperti e magari – perché no?- dei campioni. Questi ultimi sono diversi da tuti gli altri perché sanno fare le cose sempre velocemente, correttamente; questi due elementi (velocità d’esecuzione e correttezza) sono gli elementi chiavi di quella che viene chiamata fluency. Non esiste un termine che in italiano abbia lo stesso significato, userò quindi il neologismo “fluenza” per indicare questo tipo di performance.
Tuti noi abbiamo dei comportamenti nei quali siamo fluenti: camminare, andare in bici, nuotare attraversare la strada a piedi o guidare.
Essere fluenti ha alcuni vantaggiosi effetti secondari:
  • ·   Ricordare Ci si ricorda per lungo tempo quanto imparato anche se non abbiamo avuto possibilità di fare pratica (andare in bicicletta ne è un esempio)
  • ·   Resistere. Possiamo fare una cosa per lungo tempo senza stancarci (guidare per esempio)
  • ·  Applicare. Possiamo trasferire quanto appreso in altri comportamenti (correre e calciare un pallone: se non siamo fluenti in entrambi gli aspetti non possiamo farlo).
  • ·    Concentrare: Possiamo eseguire il comportamento anche in presenza di distrazioni (leggere un libro in una stazione ferroviaria)
Ci sono delle situazioni in cui insegnare nuove competenze a livello di fluenza deve essere una priorità: ad esempio le situazioni nelle quali ci si trovi in una situazione d’emergenza e un determinato protocollo deve essere eseguito velocemente e correttamente: ad esempio se si tratta di evacuare un edificio scolastico nell’eventualità di un terremoto.
Abbiamo quindi deciso di testare gli effetti di una procedura basata sul TAGteach per insegnare i comportamenti di sicurezza in caso di terremoto ai i bambini in una scuola media di Verona.
La nostra ricerca (svolta in collaborazione con i ricercatori delle università di Parma e di Reggio  Emilia) ha voluto verificare se insegnare le procedure per l’evacuazione usando il TAGteach fosse un modo più efficace per raggiungere fluenza.
Abbiamo quindi confrontato questa tecnica di insegnamento con il tradizionale protocollo di lezione + pratica. I partecipanti sono stati studenti di quattro classi di prima media in una scuola pubblica (età:11 anni). Un protocollo nazionale per la sicurezza in caso di eventi sismici negli edifici pubblici è stato utilizzato per la formazione. Due classi sono state addestrate con la strategia tradizionale e due classi sono state addestrate con il TAGteach. Le variabili dipendenti di questo studio erano le percentuali di comportamenti corretti e scorretti emessi da tutti i bambini durante ogni simulazione di terremoto e il tempo totale necessario per l'esecuzione del protocollo (partendo dal momento in cui l’insegnante dava il segnale di allarme fino al raggiungimento di un punto di raccolta designato). Test fatti subito dopo il training e dati raccolti successivamente suggeriscono che TAGteach può essere una strategia di insegnamento efficace al fine di aumentare la ritenzione e l'esecuzione automatica dei comportamenti di sicurezza sia subito dopo l’addestramento e nel tempo. Abbiamo avuto la possibilità di lavorare con quattro classi, le abbiamo addestrate e testate subito dopo il training e dopo tre e cinque mesi. Coerentemente, le classi TAGteach sono sempre risultati migliori e hanno dato indicazioni di aver raggiunto un livello adeguato di fluenza. Come si può vedere nel grafico.

 Il test di tre mesi mostra una significativa differenza  tra comportamenti corretti. In questo test i comportamenti corretti esibiti dalle classi TAGteach uguagliano i risultati della classe di controllo subito dopo il training. In generale l'omogeneità dei risultati fatti registrare dalla classe TAGteach (non ci sono grossi picchi di discontinuità) fa ipotizzare che l'uso di TAGteach possa migliorare la velocità e la qualità della memorizzazione dei comportamenti permettendo di raggiungere la fluenza in tempi più rapidi. Gli stessi risultati sono stati raggiunti in termine di velocità d'esecuzione: la classe TAGteach è sempre stata più veloce di circa 15 secondi della classe di controllo. E in queste situazioni 15 secondi possono fare una enorme differenza.

 Gli studenti risultano essere migliori e ricordare meglio. Un insegnante che ha partecipato alla ricerca (aveva insegnato il protocollo in una delle classi di controllo) mi ha riferito che durante una delle prove d’evacuazione previste dalla scuola durante l'anno le classi TAGteach sono state più "brave" delle altre. 

I nostri risultati dicono che è l'utilizzo del TAGteach come metodologia positiva basata sull'impiego del tagger che migliora la qualità delle prestazioni degli studenti. Il Tagger è in grado di consegnare feedback positivi nei tempi richiesti per un corretto apprendimento. Inoltre, la metodologia del TAGteach concentra sempre 'l’attenzione d''insegnante e studente su qualcosa da fare, non il contrario. Gli studenti possono concentrarsi su ciò che essi dovrebbero imparare non su ciò che essi dovrebbero evitare di fare. In questo modo la loro memorizzazione viene aiutata perché sono date solo le informazioni utili, e il mantenimento dei comportamenti appresi migliora. 

 Grazie a Elisa Galanti e Fabiola Casarini per aver accettato di condurre con me la ricerca. Grazie alla scuola che ci ha ospitato, ai ricercatori che hanno raccolto i dati e agli studenti. 

La presente ricerca è stata presentata alla comunità scientifica internazionale nel corso della 7° EABA (European Association for Behavior Analysis) Conference, a Stoccolma.



Visita il nostro sito www.tagteachitalia.com per informazioni sui nostri servizi e sulle nostre prossime iniziative.