giovedì 30 dicembre 2021

Fluency Center

Luca Canever

Fluenza è l'abilità di eseguire un compito velocemente ed accuratamente. Prestazioni fluenti consentono di ricordare (a lungo), eseguire (sempre) e trasferire (in altri contesti) i compiti appresi



E' ora di mettersi in gioco e lanciare i dadi!

Con questo post desidero presentarvi il Fluency Center un progetto che ho avuto in testa per tanto tempo e che ora sono pronto a proporre.

Il Fluency Center è un centro nato per aiutare lo sviluppo di alcune specifiche abilità accademiche.

Esistono competenze, abilità, che tutti dobbiamo imparare "bene". E' necessaria tanta pratica costante fino a quando, perdonate la frase fatta, "non ci entrano in testa". L'entrare in testa o "saper fare" avvienen quando certe azioni o risposte son diventate rapide e senza sforzo. 1+1? ovvio, 2. Ecco 1+1 ci è entrato in testa, a lo stesso hanno fatto il "3+5" o il "4x9" o il saper come si scrive la parola "penna" o capire che le prossimi segni indicano la parola "leggere".

Non ci son scorciatoie per apprendere: bisogna far pratica, esercitarsi con costanza. D'altro canto, stiamo parlando delle abilità su cui si basa tutto il resto: difficile riuscire a leggere Dante se manca la capacità di decodifica del testo o fare equazioni se non conosciamo le tabelline. Il ricorrere alla calcolatrice non aiuta più di tanto.

Pensiamo anche in prospettiva, queste abilità servono sempre. Coloro che sono fluenti saranno in grado di leggere (e comprendere) un documento o un contratto, sapranno come scrivere una mail o una relazione e capiranno se il resto è giusto o meno.

I nostri programmi nascono con lo scopo di costruire queste competenze. Pratica mirata per riuscire a leggere, scrivere e far di conto in maniera ottimale.

Come funzionano? Ogni studente viene sottoposto a una misurazione delle competenze acquisite, attraverso brevi esercizi. In pratica facciamo allo studente delle domande: Quante parole leggi al minuto ad alta voce? Quante moltiplicazioni risolvi al minuto oralmente? Quante parole scrivi al minuto sotto dettatura? Questi sono solo alcuni esempi. Le aree di indagine vengono tagliate a misura sullo studente. Le misurazioni servono per stabilire debolezze e punti di forza, preparare programma e materiali per l'intervento.

Visita il sito del Fluency Center

domenica 26 dicembre 2021

Scrittura in corsivo - alcune idee per raggiungere Fluenza

di Micheal Maloney 
trad. Luca Canever

Traduco ed adatto un post di Micheal Maloney dedicato alla scrittura in corsivo



La maggior parte delle persone presta scarsa attenzione alle competenze di scrittura in corsivo, ma queste possono essere un ostacolo importante al completamento di altre attività scritte, specialmente per i bambini delle classi elementari (ma non solo). Gli studenti sono costretti a fare affidamento sulle loro capacità di scrittura in stampato maiuscolo, quando il corsivo non viene insegnato con attenzione. Generalmente nelle scuole elementari di oggi, c'è poca istruzione formale su come si scrivono lettere o numeri, e un tipo di pratica ancora meno controllata (vi ricordate i nostri quaderni di calligrafia?). Di conseguenza molti studenti hanno capacità di scrittura corsiva scarse, e scrivono (probabilmente male) solo quando assolutamente necessario.

Gli errori più comuni (ma anche quelli che hanno il peggior impatto sulla scrittura) sono:

·       Scrivere i numeri dal basso verso l'alto anziché dall'alto verso il basso;

·       Formare le lettere con movimenti errati (a ed o scritte in senso orario per esempio)

·       Prensione della penna.

Queste competenze di base sono generalmente ignorate, con il risultato che lo studente rimane lento ed incerto nella scrittura. (N.d.T.: personalmente ho ancora il ricordo degli esercizi di scrittura che la mia maestra mi faceva fare in prima e seconda elementare. Avevo un quaderno dedicato esclusivamente alla calligrafia).

L'insegnamento delle competenze di scrittura deve tener conto dei numerosi elementi componenti che costruiscono il comportamento più complesso: esattamente come in un puzzle nel quale ogni tessera deve trovare il proprio posto. Ognuno di questi elementi può essere insegnato (e misurato), se necessario, singolarmente.

Questo è un possibile elenco generale che deve essere adattato alle specifiche esigenze di ogni studente:

·      Impugnatura della penna

·      Movimenti della mano

·      Lettere corsive individuali

·      Scrivere i numeri

·      Competenze di scrittura corsiva: diversi esercizi per far muovere la mano dello studente e fare segni corsivi specifici (ad esempio linee a zig zag, singole lettere t, m, o, u ecc. ecc.).

Nel prossimo articolo vedremo come insegnare alcuni di questi componenti.




L'autore: Micheal Maloney ha alle spalle 40 anni di esperineza nell'insegnamento della lettura (e di tutte le altre competenze fondamentali l'istruzione). Negli anni ha sviluppato il Maloney Method conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo anglo sassone. L'approccio di Micheal si basa su dividere l'insegnamento in piccoli step e di misurare le prestazioni: solo quando lo studente è fluente (veloce ed accurato nell'esecuzione) viene introdotto allo step successivo. Per saperne di più: https://www.maloneymethod.com/

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domenica 19 dicembre 2021

Creativi con la matematica: i target

Luca Canever

 Lo studente con bisogni speciali con cui lavoro a scuola ha difficoltà con la matematica. Le sue abilità gli permettono di gestire semplici addizioni (fare l’addizione 3+4 è già difficile per lui). Abbiamo fatto molta pratica in questi anni usando i protocolli del Precision Teaching per aumentare la sua fluenza (fluenza = risposte corrette e veloci). Siamo partiti da un punto di successo (le addizioni sotto il 6 come risultato) e abbiamo costruito la sua fluenza a partire da lì. Ora, è in grado di svolgere questo tipo di operazioni al ritmo di 50 risposte al minuto.

Pochi giorni fa ho aperto il suo quaderno di matematica e ho trovato quello che vedete qui sotto: le addizioni del bruco!

Sono calcoli molto più difficili di quelli che abbiamo praticato a scuola e non so se li avesse svolti da solo o con l’aiuto di qualcuno. Ma questo non ha assolutamente importanza. L'ho elogiato per l'ottimo lavoro e gli ho chiesto di mostrarmi quanto fosse bravo. Appena ha iniziato a fare i calcoli ho notato che incontrava molta difficoltà a ricordare con quale ordine dovesse sommare i numeri (conoscete l’esercizio: prima si sommano le unità poi le decine aggiungendo eventualmente il riporto). Senza guida, l’alunno sommava casualmente le unità con le decine e viceversa, procedendo un po’ alla cieca.

Per aiutarlo, motivandolo a continuare nella pratica di questa preziosa competenza, mi è venuta l'idea di segnare le unità con un punto blu e le decine con uno rosso (lo vedete nell'ultimo bruco in basso a sinistra). Un semplice target da usare come guida. Sono rimasto stupito dalla velocità con cui ha avuto l'idea e ha iniziato a eseguire operazioni come queste in totale autonomia.

Mai sottovalutare la potenza di un target! Un target, in poche parole, è una cosa che ci indica dove fare un determinato comportamento. I target sono ovunque ed onnipresenti nelle nostre vite: in questo momento sto usando come target i tasti della mia tastiera per comporre le parole; target è la riga della pagina sulla quale scriviamo; target sono anche le linee che delimitano le corsie delle nostre strade. Gli esempi potrebbero essere infiniti. I targets possono essere un grande aiuto per gli insegnanti in ogni situazione e un ottimo supporto per i principianti nelle prime fasi della loro pratica rendendola rinforzante. 

Nel caso dello studente i target gli indicano di sommare prima i numeri “rossi” (tenendo se necessario il riporto) e poi i numeri “blu”. I target gli indicano anche dove scrivere i numeri nel risultato.


C'è un ulteriore vantaggio che ci danno i target: fanno il lavoro al posto degli insegnanti! Non appena capisco che il mio studente ha le competenze per usare da solo i punti blu e rossi come target, è libero di esercitarsi da solo, senza difficoltà. Non ha più bisogno di me e delle mie correzioni.

Questa è un'esperienza potente ed estremamente rinforzante per tutti: "Ehi, ci sto riuscendo da solo!"


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sabato 18 dicembre 2021

Imparare - seconda parte. Imparare a scuola

 

Nel primo articolo “Imparare” abbiamo visto come il cervello apprende. Abbiamo visto che è necessaria pratica (l’esposizione ripetuta nel tempo agli stessi stimoli) per rafforzare le reti neurali che sono alla base del "saper fare". In questo nuovo articolo continuiamo a parlare di apprendimento con un focus particolare sull’apprendimento delle competenze scolastiche più fondamentali: leggere, scrivere e far di conto. Mi piace pensare a queste competenze come degli organi di senso artificiali, acquisiti, che ci permettono di entrare in contatto con il mondo attraverso canali nuovi e diversi rispetto a quelli naturali.


Lo abbiamo detto nel precedente articolo: non esistono scorciatoie. Per apprendere le competenze scolastiche di leggere, scrivere o far di conto,  bisogna far pratica, esercitarsi con costanza. Ci sono cose che possiamo permetterci di imparare e ricordare per poco tempo, ci sono altre competenze che è necessario imparare benissimo e per sempre attraverso la pratica. Leggere, scrivere e far di conto, d'altro canto, meritano tanta dedizione: sono le fondazioni di tutte le altre competenze scolastiche: difficile leggere Dante se manca la capacità di decodifica del testo o fare equazioni se non conosciamo le tabelline. Il ricorrere alla calcolatrice non aiuta più di tanto: nel tempo che mi ci è voluto per ottenere il risultato pigiando i tasti ho perso (almeno in parte) il filo del discorso logico matematico o mi sono dimenticato quale regola stessi applicando. Il ritmo, la velocità di esecuzione fondamentale per la fluenza è stata interrotta.

B. F. Skinner
Imparare richiede quindi pratica e quest’ultima ha bisogno di tempo ed energie. Per questo deve motivare ed essere rinforzante, piacere allo studente che la deve sostenere. B. F. Skinner lo chiama condizionamento operante: se una cosa ha effetti positivi o ci piace, la rifaremo. La pratica, quindi, deve piacere, essere motivante per gli studenti che attraverso di essa rinforzano le reti neuronali responsabili della lettura, scrittura e della matematica. Sono competenze che dobbiamo imparare per sempre a fluenza, ovvero con velocità e precisione di esecuzione ottimali.

Come deve essere una pratica rinforzante? E’ un processo di cui possiamo vedere i risultati, sentire che ci sta dando delle marce in più e che ci serve. Chi impara deve vedere i propri progressi e ricavarne il desiderio di imparare ancora di più (e non perché tocca, per evitare il brutto voto)

 La pratica può diventare talmente rinforzante che non si riesce a pensare ad altro. Pensiamo ad atleti, musicisti o artisti; o a tutte le persone che ammiriamo perché fanno qualcosa senza sforzo che noi non riusciremo mai fare. Pensiamo a Leonardo, Michelangelo a Vivaldi, Mozart. Sono tutte persone che hanno dedicato la vita alla pratica. Non esistono scorciatoie al diventare “bravi”: solo pratica per far entrare in testa le cose.


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Imparare - prima parte

     Impariamo sempre, in ogni istante della nostra vita. Alcune cose le impariamo per sempre, tipo camminare, parlare o andare in bicicletta; altre ce le ricordiamo per meno tempo, tipo le date delle guerre d’unità, un particolare programma sul PC che usavamo 10 anni fa o il nome dei nostri compagni di classe delle scuole medie. Dove sta la differenza? Perché semplicemente non ci ricordiamo tutto e per sempre?

Per rispondere a questa domanda bisogna guardare dentro al nostro cervello e capire il suo funzionamento. Ogni cosa che facciamo o che ci ricordiamo è, all’interno del cervello, un gruppo di neuroni che si attivano insieme quando arriva il giusto stimolo: “Vado in cucina a prendere un bicchiere d’acqua” attiva una rete, “Questa è la mia canzone preferita” ne attiva un’altra. Gli scienziati le chiamano reti neuronali. Queste reti non sono fisse, ma plastiche, si adattano, crescono ed, eventualmente, si sciolgono. Se vi chiedo cosa avete mangiato per cena la scorsa settimana, martedì sera, non saprete rispondere con sicurezza, a meno che non siate dei tradizionalisti incalliti, come siamo io e mio figlio, che ogni martedì sera mangiamo la pizza fatta in casa. Eppure, lo scorso mercoledì mattina vi ricordavate sicuramente della vostra cena. La rete neuronale che formava: “cena di martedì” si è sciolta dopo poco tempo.

Fig 1 (vedi sotto)

Le reti neuronali hanno bisogno, per consolidarsi e diventare permanenti, di molta pratica, ovvero di essere esposte agli stessi stimoli moltissime volte per diventare sempre più solide (è il cosiddetto processo di mielinizzazione). “Camminare” o “parlare” sono, per esempio, delle reti solidissime perché continuamente utilizzate. Le date delle guerre d’indipendenza o della cena di martedì scorso sono delle reti che abbiamo usato per poco tempo e che poi, non essendo state più utilizzate, si sono sconnesse nel cervello.

Quindi ci sono cose che impariamo con la pratica, l’esposizione continua, fino a quando (perdonate la frase fatta) "non entrano in testa". L'entrare in testa avviene quando certe azioni o risposte son diventate rapide e facili da fare, senza errori, grazie alla forza che via via hanno acquisito le relative reti neurali attraverso la pratica. 1+1? ovvio, 2. Ecco 1+1 ci è entrato in testa, allo stesso hanno fatto il "3+5" o il "4x9" o il saper come si scrive la parola "penna" o capire che i prossimi segni indicano la parola "leggere".


Fig. 1 (Wikipedia) Sezione dell'assone di un neurone. Le bande circolari nere sono fatte di mielina che rafforza e velocizza la connessione tra i neuroni nelle reti rese solide dallla pratica.


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mercoledì 1 dicembre 2021

Fluenza

 

 Luca Canever

Cos'è la Fluenza?
Fluenza è la capacità di eseguire una attività velocemente ed accuratamente. Hai presente gli atleti delle Olimpiadi? O i grandi artisti? O le persone che in ogni campo ammiri per la loro maestria, perché fanno cose che altri non riescono a fare? Diciamo che queste sono persone dotate e che hanno talento. In realtà il talento non esiste in natura, nessuno nasce talentuoso. Ciò che accomuna queste persone è la fluenza nelle cose che fanno: l’esecuzione apparentemente senza sforzo di azioni che ci sembrano complicatissime. La fluenza si ottiene solo con anni di pratica intensa: sia che tu voglia vincere la medaglia d’oro alle prossime Olimpiadi, sia che tu voglia diventare il prossimo Leonardo. L’unico modo per avere successo è fare pratica con passione.

Incontriamo la Fluenza anche nelle normali attività di tutti i giorni. Se scriviamo spesso al PC, abbiamo un certo livello di velocità e di accuratezza nelle frasi che digitiamo; sappiamo camminare con fluenza o guidare la macchina o preparare la cena. Certo, alcuni di noi sono più bravi di altri, ma questo è solo il risultato di una maggiore pratica, non dell'essere nati con un "dono" particolare. La cosa importante è che “per essere bravi” non basta essere corretti, ma bisogna anche essere adeguatamente veloci. Ogni comportamento o azione ha bisogno di una velocità di esecuzione ottimale per essere efficace, per servire.

Lavorando a scuola, sono piuttosto interessato ai livelli di esecuzione ottimale delle competenze scolastiche (lettura, scrittura e matematica) esistono dei. Purtroppo, nel sistema scolastico si punta tutto sull’accuratezza delle risposte ma non sulla velocità. Dire che Marco ha preso 10 in matematica perché ha svolto tutti gli esercizi non ci dice molto sul livello di competenza di Marco. Se Marco per fare 10 addizioni ci mette due ore e Giovanna ci mette 10 minuti capisci che il livello di competenze tra i due scolari è profondamente differente. Giovanna ha molte più probabilità di Marco di avere successo quando la maestra inizierà a spiegare le moltiplicazioni

Conoscenze che non riescono ad esprimersi a livelli fluenti sono conoscenze che non supportano lo studio e lo sviluppo di competenze di livello superiore. Se non riesco a leggere con fluenza è abbastanza scontato che lo studio della Filosofia o dell’Inglese diventi per me una montagna insormontabile.

Ho parlato di velocità ottimale di esecuzione. Ecco alcuni esempi che si riferiscono ai livelli di un adulto normodotato.

  • Lettura: ad alta voce 250 parole al minuto; silenziosa 900 parole al minuto
  • Scrittura: corsivo 90 lettere al minuto; scrivere un tema 20 – 30 parole al minuto
  • Matematica: scrivere cifre 100/150 al minuto; addizioni scritte (max 20 come risultato) 80 – 90 cifre al minuto