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venerdì 10 luglio 2015

TAGteach: una LEGO esperienza

Luca Canever
TAGteach Faculty
Luglio 2015

L'insegnamento non è riempire le menti degli studenti con nuove informazioni, ma è liberare spazio  necessario al loro apprendimento.

I bambini (di età compresa tra 7-12) stanno tranquillamente guidando lungo le strade della Seat Traffic School, all'interno del parco di divertimenti Legoland a Billund (Danimarca). Qui ci sono strade, incroci, un distributore di benzina e un autolavaggio. Ci sono una ventina di piccole auto elettriche che sembrano essere fatte con i famosi mattoncini. Nessuno dei piloti sta parlando, urlando o strillando. Il silenzio lungo le corsie è assoluto ... Fuori dalle recinzioni i genitori stanno a guardare, videoregistrando e urlando istruzioni di cui i bambini non hanno assolutamente bisogno. (La Traffic School è un'attrazione presente in quasi (tutti?) resort Legoland del mondo. Ecco un video d’esempio.)

A SCUOLA GUIDA 

Le lezioni di guida richiedono meno di tre minuti: i bambini vengono da diverse nazioni, le istruzioni sono soprattutto visive (con qualche aiuto da parte dei genitori per la traduzione, se necessario). Il loro istruttore parla di fronte ai ragazzi, mentre punta in dito ad alcuni dei cartelli stradali più comuni (incrocio, stop, senso unico….) posti alle sue spalle. Spiega ai piloti in erba il funzionamento dei due pedali che troveranno in auto e su come segnalare quando intendono girare (braccio teso in fuori esattamente come dovrebbero fare i ciclisti). In sintesi, i nuovi piloti hanno quattro comportamenti su cui concentrarsi (nel TAGteach li chiamano: "focus point"):
  • due segnali per i cambi di direzione (braccio sinistro o destro teso in fuori = due focus point) 
  • come far funzionare le macchine con i pedali (blu = acceleratore; rosso = freno = due focus point). Da qui i bambini sono da soli. Hanno quattro focus point su cui contare per imparare ad interagire con il loro nuovo ambiente: guidare l’auto nell’ora di punta.

IL NUMERO MAGICO

 Nello stesso momento il nostro cervello è in grado di elaborare da cinque a sette blocchi di informazioni(Miller, 1956: "The magica number seven..."); tradotto in altre parole, possiamo focalizzare la nostra memoria di lavoro (cioè "prestare attenzione") ad una piccola quantità di informazioni. Questa affermazione è particolarmente vera quando stiamo apprendendo nuove competenze e abbiamo la necessità di concentrarci sul compito che ci aspetta. Al fine di raggiungere questo obiettivo, dobbiamo chiudere tutte le circuiterie cerebrali non necessarie (come, per esempio, parlare o ascoltare le grida dei genitori al di là del recinto) e "travasare" la nostra attenzione su quello che stiamo imparando. Questo è esattamente  quanto avviene dentro i cervelli dei bambini 'nella scuola guida di Legoland: sono silenziosi perchè stanno imparando. Le loro energie cognitive sono necessarie altrove.

TAGteach: COSTRUIRE COMPETENZE MATTONE SU MATTONE


Nel TAGteach siamo familiari con questo processo e cerchiamo di assecondarlo applicando il protocollo previsto dalla metodologia.
Dopo aver trasmesso le informazioni, non è più permesso parlare. La frase: "il tag point è::" lascia al discente la responsabilità di affrontare il compito. L'assenza di linguaggio verbale lascia spazio per un efficace apprendimento ad alta velocità. Il tag point è un’azione unica e facile da realizzare (ad esempio: "premi il pedale del blu"). Queste informazioni sono strutturate in modo tale da non riempire i cervelli degli studenti, e di fare spazio al compito della memoria di lavoro: imparare. Come detto la memoria di lavoro è in grado di processare da cinque a sette blocchi di informazione per volta. Essa processa tali pezzi rendendoli disponibili per le aree neo-corticali del cervello in cui vengono prese le decisioni effettive su come comportarsi ("devo girare a destra, cosa devo fare?")
 Ma non è finita qui. Un altro compito fondamentale della memoria di lavoro è quello di passare le informazioni sul comportamento, l’ambiente e le conseguenze che il comportamento ha avuto, (la catena che, nel comportamentismo è nota come ABC: Antecedent - Behavior -Consequences) alla memoria a lungo termine. In altre parole la memoria di lavoro è dove si impara, la memoria a lungo termine è dove si ricorda. Se la memoria di lavoro è satura d’informazioni il passaggio alla memoria a lungo termine diventa lento e inefficiente. Semplicemente, non impariamo con la stessa efficacia. Se siamo circondati da troppi stimoli, o se ci parlano troppo, facciamo molta più fatica a ricordare e fare quello che dobbiamo. 

NON E’ UN RING! 

Tutto ciò detto, potrebbe sembrare che possiamo lasciare i nostri discenti da soli mentre stanno imparando. Come insegnanti potremmo semplicemente buttare tutte le informazioni che riteniamo necessarie per gli studenti: "Questo è il compito, questo è come si suppone lo eseguiate ora andate e imparate!" Naturalmente questo approccio porterà fallimento e frustrazione con pochi studenti, che realmente riescono ad imparare e la maggior parte di loro che -semplicemente- rinunciano, a causa della mancanza di rinforzo positivo conseguenza diretta di questa impostazione nell'apprendimento.
Di per sé la frustrazione non è una cattiva notizia per l'apprendimento. Quando impariamo siamo davvero frustrati; si potrebbe dire che si impara perché c’è della frustrazione. Siamo frustrati quando andiamo in bicicletta? Certo che no, ma sono sicuro che non eravamo calmi e fiduciosi durante le nostre prime lezioni. Avevamo paura, eravamo impacciati, siamo caduti, ma ci siamo rialzati perchè... era così bello!
Dare agli studenti un solo pezzo di informazione (il tag point), o quattro (come l’istruttore di Legoland) fornisce la giusta quantità di frustrazione che porta a rafforzare l'apprendimento. Il fatto che i guidatori in erba fossero silenziosi è indice di frustrazione, quella giusta quella che ci fa focalizzare su quello che deve essere fatto. Il valore aggiunto fornito dal TAGteach è l'attenzione esclusiva su ciò che vogliamo che accada, e l'uso del tagger con il suo feedback perfettamente a tempo sul comportamento. Gli studenti imparano più velocemente e meglio, perché:
  • alla loro memoria di lavoro è consentito sia elaborare che passare le informazioni alla memoria a lungo termine;
  •  solo le informazioni utili sono fornite perché il tag point indica ciò che deve accadere (non ci sono informazioni utili nel dire: "non saltare") 
  • il feedback del tagger fornisce un rinforzo costante e positivo al comportamento che viene appreso e, di nuovo, rafforza il processo di allocazione delle nuove esperienze nella memoria a lungo termine: Ricordiamo meglio quindi impariamo meglio. 

RIGUARDO IL TAGteach:
Il TAGteach è una nuova metodologia didattica in rapida crescita, utilizzata in molti campi diversi. Con il TAGteach ogni singolo dettaglio dei componenti di un comportamento (es: il dritto a tennis) -non importa quanto piccoli- possono essere insegnati e padroneggiati in modo positivo e rinforzante. Peculiare della metodologia è l'uso di un dispositivo (il tagger) che offre un suono chiaro per lo studente quando un comportamento obiettivo è eseguito correttamente.
Il Focus Point: Nel TAGteach lo specifico comportamento che ricever il suono del tagger come conferma dell'avvenuta esecuzione si chiama "tag point". Il Focus Point è esattamente la stessa cosa, ma la corretta esecuzione non riceve il suono del tagger. Si usa il focus point quando ormai chi impara è in grado di fare da sè, senza aver bisogno della costante sorveglianza dell'insegnante

Per informazioni sui nostri prossimi eventi e sul TAGteach:
www.tagteachitalia.com

mercoledì 21 gennaio 2015

TAGteach e sicurezza: un progetto di ricerca.




Il presente articolo riguarda un progetto 
di ricerca che abbiamo realizzato per insegnare le procedure di sicurezza in un Istituto scolastico di Verona. Il TAGteach funziona? Funziona meglio delle normali procedure d’insegnamento? I risultati che abbiamo raccolto sono stati incoraggianti.

LUCA CANEVER



Imparare non è un unico preciso processo: di fatto, come tutti sappiamo esistono vari livelli di apprendimento che chiamiamo principiante, inesperto, professionista, campione. Un campione sportivo ci colpisce perché non solo “sa” ma anche è in grado di esibire delle performances incredibili, apparentemente senza sforzo.
Imparare quindi è il processo che ci porta dall’essere totalmente inesperti a padroneggiare in maniera competente al diventare dei veri esperti e magari – perché no?- dei campioni. Questi ultimi sono diversi da tuti gli altri perché sanno fare le cose sempre velocemente, correttamente; questi due elementi (velocità d’esecuzione e correttezza) sono gli elementi chiavi di quella che viene chiamata fluency. Non esiste un termine che in italiano abbia lo stesso significato, userò quindi il neologismo “fluenza” per indicare questo tipo di performance.
Tuti noi abbiamo dei comportamenti nei quali siamo fluenti: camminare, andare in bici, nuotare attraversare la strada a piedi o guidare.
Essere fluenti ha alcuni vantaggiosi effetti secondari:
  • ·   Ricordare Ci si ricorda per lungo tempo quanto imparato anche se non abbiamo avuto possibilità di fare pratica (andare in bicicletta ne è un esempio)
  • ·   Resistere. Possiamo fare una cosa per lungo tempo senza stancarci (guidare per esempio)
  • ·  Applicare. Possiamo trasferire quanto appreso in altri comportamenti (correre e calciare un pallone: se non siamo fluenti in entrambi gli aspetti non possiamo farlo).
  • ·    Concentrare: Possiamo eseguire il comportamento anche in presenza di distrazioni (leggere un libro in una stazione ferroviaria)
Ci sono delle situazioni in cui insegnare nuove competenze a livello di fluenza deve essere una priorità: ad esempio le situazioni nelle quali ci si trovi in una situazione d’emergenza e un determinato protocollo deve essere eseguito velocemente e correttamente: ad esempio se si tratta di evacuare un edificio scolastico nell’eventualità di un terremoto.
Abbiamo quindi deciso di testare gli effetti di una procedura basata sul TAGteach per insegnare i comportamenti di sicurezza in caso di terremoto ai i bambini in una scuola media di Verona.
La nostra ricerca (svolta in collaborazione con i ricercatori delle università di Parma e di Reggio  Emilia) ha voluto verificare se insegnare le procedure per l’evacuazione usando il TAGteach fosse un modo più efficace per raggiungere fluenza.
Abbiamo quindi confrontato questa tecnica di insegnamento con il tradizionale protocollo di lezione + pratica. I partecipanti sono stati studenti di quattro classi di prima media in una scuola pubblica (età:11 anni). Un protocollo nazionale per la sicurezza in caso di eventi sismici negli edifici pubblici è stato utilizzato per la formazione. Due classi sono state addestrate con la strategia tradizionale e due classi sono state addestrate con il TAGteach. Le variabili dipendenti di questo studio erano le percentuali di comportamenti corretti e scorretti emessi da tutti i bambini durante ogni simulazione di terremoto e il tempo totale necessario per l'esecuzione del protocollo (partendo dal momento in cui l’insegnante dava il segnale di allarme fino al raggiungimento di un punto di raccolta designato). Test fatti subito dopo il training e dati raccolti successivamente suggeriscono che TAGteach può essere una strategia di insegnamento efficace al fine di aumentare la ritenzione e l'esecuzione automatica dei comportamenti di sicurezza sia subito dopo l’addestramento e nel tempo. Abbiamo avuto la possibilità di lavorare con quattro classi, le abbiamo addestrate e testate subito dopo il training e dopo tre e cinque mesi. Coerentemente, le classi TAGteach sono sempre risultati migliori e hanno dato indicazioni di aver raggiunto un livello adeguato di fluenza. Come si può vedere nel grafico.

 Il test di tre mesi mostra una significativa differenza  tra comportamenti corretti. In questo test i comportamenti corretti esibiti dalle classi TAGteach uguagliano i risultati della classe di controllo subito dopo il training. In generale l'omogeneità dei risultati fatti registrare dalla classe TAGteach (non ci sono grossi picchi di discontinuità) fa ipotizzare che l'uso di TAGteach possa migliorare la velocità e la qualità della memorizzazione dei comportamenti permettendo di raggiungere la fluenza in tempi più rapidi. Gli stessi risultati sono stati raggiunti in termine di velocità d'esecuzione: la classe TAGteach è sempre stata più veloce di circa 15 secondi della classe di controllo. E in queste situazioni 15 secondi possono fare una enorme differenza.

 Gli studenti risultano essere migliori e ricordare meglio. Un insegnante che ha partecipato alla ricerca (aveva insegnato il protocollo in una delle classi di controllo) mi ha riferito che durante una delle prove d’evacuazione previste dalla scuola durante l'anno le classi TAGteach sono state più "brave" delle altre. 

I nostri risultati dicono che è l'utilizzo del TAGteach come metodologia positiva basata sull'impiego del tagger che migliora la qualità delle prestazioni degli studenti. Il Tagger è in grado di consegnare feedback positivi nei tempi richiesti per un corretto apprendimento. Inoltre, la metodologia del TAGteach concentra sempre 'l’attenzione d''insegnante e studente su qualcosa da fare, non il contrario. Gli studenti possono concentrarsi su ciò che essi dovrebbero imparare non su ciò che essi dovrebbero evitare di fare. In questo modo la loro memorizzazione viene aiutata perché sono date solo le informazioni utili, e il mantenimento dei comportamenti appresi migliora. 

 Grazie a Elisa Galanti e Fabiola Casarini per aver accettato di condurre con me la ricerca. Grazie alla scuola che ci ha ospitato, ai ricercatori che hanno raccolto i dati e agli studenti. 

La presente ricerca è stata presentata alla comunità scientifica internazionale nel corso della 7° EABA (European Association for Behavior Analysis) Conference, a Stoccolma.



Visita il nostro sito www.tagteachitalia.com per informazioni sui nostri servizi e sulle nostre prossime iniziative.