di Martha Gabler
Marzo 2015
Marzo 2015

Alcuni anni fa, mio figlio scomparve dalla vista un pomeriggio in cui ci eravamo momentaneamente distratti. Immediatamente noi, insieme a diversi vicini, ci precipitammo in cerca di lui. Nessuno riuscì a trovarlo. Finalmente entrai in casa con l'idea di controllare nuovamente con molta cura. Doug era nascosto, raggomitolato su una grande poltrona. Sebbene avessi chiamato, lui non aveva risposto. Capimmo che doveva essere capace di risponderci verbalmente in caso lo stessimo cercando.
Dov'è Douglas?
All'inizio, mi sono seduta con lui per insegnargli a rispondere alla domanda: "Dov'è Douglas? " con l’agitare il braccio e urlando: "Qui!". Questo ha funzionato abbastanza bene, ma una domanda quale: "Dov'è Douglas? " o "Dov'è Tommy? ", potrebbe essere una domanda carica emotivamente per il bambino che la potrebbe anche interpretare con: "Guai in vista?"
"Oh no! Forse farei meglio a stare zitto!"
A mio marito venne in mente la grande idea di insegnare a rispondere a: "Marco " con "Polo". Tutti conoscono questa frase; è un gioco piuttosto comune che i ragazzi fanno in piscina durante l'Estate ( N.d.T. Negli Stati Uniti, non credo tanto qui in Italia). Nostro figlio, pur profondamente non verbale era in grado di verbalizzare "Polo" come risposta a: "Marco". Se "Marco Polo" non funziona per il vostro bambino, ci sono altre opzioni. Potete scegliere un titolo da un libro o da un racconto preferito e usarlo. Qualche semplice esempio: "Cappuccetto Rosso"; "Buona notte Luna"; "Brilla, brilla Stellina". Se il vostro bambino non riesce nemmeno a fare un’approssimazione di una di queste parole,scegliete un suono che sia in grado di emettere, insegnategli a fare quel suono in risposta a qualsiasi parola o frase abbiate scelto come segnale.
"Oh no! Forse farei meglio a stare zitto!"
A mio marito venne in mente la grande idea di insegnare a rispondere a: "Marco " con "Polo". Tutti conoscono questa frase; è un gioco piuttosto comune che i ragazzi fanno in piscina durante l'Estate ( N.d.T. Negli Stati Uniti, non credo tanto qui in Italia). Nostro figlio, pur profondamente non verbale era in grado di verbalizzare "Polo" come risposta a: "Marco". Se "Marco Polo" non funziona per il vostro bambino, ci sono altre opzioni. Potete scegliere un titolo da un libro o da un racconto preferito e usarlo. Qualche semplice esempio: "Cappuccetto Rosso"; "Buona notte Luna"; "Brilla, brilla Stellina". Se il vostro bambino non riesce nemmeno a fare un’approssimazione di una di queste parole,scegliete un suono che sia in grado di emettere, insegnategli a fare quel suono in risposta a qualsiasi parola o frase abbiate scelto come segnale.
Marco … Polo!
Fortunatamente, questa competenza è facile da insegnare usando il TAGteach, e voi potete lavorarci sia in modo formale che informale. Mamma e papà dicono: " Marco" e, se necessario, invitano il bambino a rispondere: "Polo". Il tag point è: "dire Polo". Non appena il bambino emette la risposta "Polo" voi marcate (fate scattare il tagger) e consegnate una leccornia (Rinforzatore) al bambino. Ripetete questo procedimento, finché diventa una risposta di routine per il bambino. Dopo di che, praticate questa competenza in altri posti: in macchina, in cortile, ai giardinetti e al parco giochi. È particolarmente utile far pratica all'aperto, nella vita reale, in modo che sappiate che il bambino può rispondere anche in una varietà di posti diversi.
Appena una settimana fa, dopo una grande tempesta di neve, sono uscita per ripulire la macchina. Doug è corso fuori e gli ho detto di rientrare in casa. Dopo pochi momenti mi sono preoccupata: era tornato in casa o era corso sul retro? Mi sono precipitata dentro, ho fatto le scale di corsa gridando: "Marco!" L'ho sentito rispondere: "Polo!" Ho potuto tirare un sospiro di sollievo!
Quando il vostro bambino può con sicurezza gridare "Polo" in risposta a "Marco" (o qualsiasi altra frase abbiate deciso di utilizzare), avrà acquisito un’ottima competenza che vi darà un po' più di sicurezza nel caso dovesse vagabondare fuori vista. Vi prego di notare che questa competenza non impedirà al bambino di vagabondare. Inoltre le famiglie potrebbero trarre anche vantaggio dall'annuncio del governo federale (degli USA) che fornirà di strumenti per la localizzazione gratuiti per i bambini autistici, o alla nuova iniziativa Big Red Safety Box.
Cos’è il TAGteach?
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Il Clicker è il marker solitamente usato nel TAGteach |
L'autrice:

Per conoscere Martha: http://autismchaostocalm.com/
Il libro:
![]() |
Disponibile su Amazon |
Scrive Karen Pryor nella sua prefazione al libro:
" La cosa meravigliosa di questa tecnologia è che, una volta che se ne sono compresi i principi, questi possono venire applicati autonomamente. Martha è la mamma simbolo di questo fenomeno: sì, aveva un libro –il mio– e aveva qualche infarinatura nelle applicazioni umane della tecnica, ricevuta nei seminari tenuti da Theresa McKeon e Joan Orr, le fondatrici del TAGteach. Ma è stata Martha lavorando per conto suo che ha raccolto gli strumenti, il marker, i rinforzi, lo shaping e i segnali, adattandoli alle proprie esigenze e alle potenzialità di suo figlio. Come lei ci mostra, i deficit di base non possono cambiare, ma il comportamento e il livello di comunicazione quelli sì, possono cambiare. E un genitore può farlo"
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