Nel primo articolo “Imparare” abbiamo visto come il cervello apprende. Abbiamo visto che è necessaria pratica (l’esposizione ripetuta nel tempo agli stessi stimoli) per rafforzare le reti neurali che sono alla base del "saper fare". In questo nuovo articolo continuiamo a parlare di apprendimento con un focus particolare sull’apprendimento delle competenze scolastiche più fondamentali: leggere, scrivere e far di conto. Mi piace pensare a queste competenze come degli organi di senso artificiali, acquisiti, che ci permettono di entrare in contatto con il mondo attraverso canali nuovi e diversi rispetto a quelli naturali.
Lo abbiamo detto nel precedente articolo: non esistono scorciatoie. Per apprendere le competenze scolastiche di leggere, scrivere o far di conto, bisogna far pratica, esercitarsi con costanza. Ci sono cose che possiamo permetterci di imparare e ricordare per poco tempo, ci sono altre competenze che è necessario imparare benissimo e per sempre attraverso la pratica. Leggere, scrivere e far di conto, d'altro canto, meritano tanta dedizione: sono le fondazioni di tutte le altre competenze scolastiche: difficile leggere Dante se manca la capacità di decodifica del testo o fare equazioni se non conosciamo le tabelline. Il ricorrere alla calcolatrice non aiuta più di tanto: nel tempo che mi ci è voluto per ottenere il risultato pigiando i tasti ho perso (almeno in parte) il filo del discorso logico matematico o mi sono dimenticato quale regola stessi applicando. Il ritmo, la velocità di esecuzione fondamentale per la fluenza è stata interrotta.
B. F. Skinner |
Come deve essere una pratica rinforzante? E’ un
processo di cui possiamo vedere i risultati, sentire che ci sta dando delle
marce in più e che ci serve. Chi impara deve vedere i propri progressi e
ricavarne il desiderio di imparare ancora di più (e non perché tocca, per
evitare il brutto voto)
La pratica può
diventare talmente rinforzante che non si riesce a pensare ad altro. Pensiamo
ad atleti, musicisti o artisti; o a tutte le persone che ammiriamo perché fanno
qualcosa senza sforzo che noi non riusciremo mai fare. Pensiamo a Leonardo,
Michelangelo a Vivaldi, Mozart. Sono tutte persone che hanno dedicato la vita
alla pratica. Non esistono scorciatoie al diventare “bravi”: solo pratica per
far entrare in testa le cose.
Nessun commento:
Posta un commento