Luca Canever
Marzo 2015
Gestire il rinforzamento per un gruppo di persone è una delle difficoltà maggiori che si possono incontrare. Specialmente se le persone in questione sono 20 ragazzini di 11 anni, con interessi e personalità diversi tra loro. Da due mesi lavoro in una scuola e, per la prima volta, mi sono trovato ad usare il tagger con un gruppo numeroso che non ha nemmeno un particolare desiderio di trovarsi in classe. Come rinforzarli? C’è chi ama le caramelle, chi le perline, chi tempo extra per la ricreazione e chi (esistono anche loro!) trova rinforzante lo studio in sé (ma sono molto, molto, molto rari). Quello che ho deciso di adottare è una rotazione continua tra i vari programmi di rinforzamento: oggi si lavora per extra time per la ricreazione; domani si guadagnano braccialetti; poi si guadagneranno punti per vedere un film, o per poter svolgere qualche attività preferita. Anche se può sembrare un ostacolo a prima vista insormontabile e demoralizzante (se non si trova il rinforzatore adatto può succedere di tutto) trovare i rinforzatori giusti anche per un gruppo di persone si può fare. Credo che possa bastare un po’ di fantasia e desiderio di escogitare nuove strategie. E, se poi, per una volta non funziona… pazienza. Più diventiamo in grado di cogliere comportamenti da rinforzare più facile sarà rinforzare questi comportamenti. Ho usato il TAGteach in diverse situazioni; e, anche se non sto usando direttamente il tagger, i principi alla base della metodologia sono sempre presenti neii miei protocolli
PRENSIONE DELLA PENNA
Molti ragazzi hanno una prensione della penna non corretta: questo fatto può causare problemi alle articolazioni del polso, e, cosa più preoccupante, difficoltà nella scrittura che si traducono in: "A me non piace scrivere" o:"Io non so scrivere". Da qui il passo verso una diagnosi per un Disturbo Specifico dell'Apprendimento può essere tremendamente breve.
Insomma se vogliamo educare dei futuri Shakespeare, tenere correttamente la penna in mano è il primo passo. In questo caso ho usato due tag point: "Schiaccia tra pollice e indice" e "Spingi con il medio". Le due foto li illustrano meglio.
Questi tag point si prestano ad essere "lavorati" in molti modi: a gruppi di due (per esempio i compagni di banco) con uno studente che scrive e l'altro che marca. Possono anche essere usati a gruppi di tre studenti,con un allievo che detta, un secondo che scrive e il terzo che marca. Questo tipo di sistemazione mi permette, in qualità d'insegnante, di essere libero di seguire coloro i quali possano incontrare maggiori difficoltà. Ho anche trovato due buoni riferimenti (o target) su YouTube per agevolare i ragazzi nell'apprendere la prensione corretta.
- Target 1: la penna va messa giù con la punta rivolta verso chi scrive. Questo comportamento può essere aiutato disegnando su un cartoncino la sagoma di una penna e attaccandola sul tavolo (ovviamente con la punta verso chi scrive). In alternativa, se necessario anche questo può diventare un tag point ("punta verso chi scrive")
- Target 2 : usare indice e medio della mano sinistra per posizionare la pinza pollice e indice della mano che scrive alla giusta altezza sulla penna: esattamente sul bordo indicato dal dito indice. Se necessario, si può mettere un piccolo adesivo colorato sul punto esatto sull'asta della penna. Volendo anche questo può diventare un tag point: "pinza sul bollino". Le foto qui sotto mostrano i due target.
Punta verso chi scrive. Questo può, se necessario diventare un tag point |
Come misurare il punto dove mettere la pinza. |
LETTURA
La punteggiatura non è una cosa che i miei ragazzi gestiscano molto bene. Ma leggere con espressività aiuta la comprensione del testo e la positività dell’esperienza di lettura, secondo il motto che ho appena inventato: "se SAI leggere, allora ti PIACE leggere". Leggere senza difficoltà significa avere le competenze per studiare meglio, più velocemente e con maggior profitto. Di nuovo il passo tra delle difficoltà derivanti dalla mancanza di questo tipo di pratica e una diagnosi DSA può essere breve.
Quindi ho iniziato ad insegnare a rispettare le pause della punteggiature. L’esercizio si è svolto così: il primo compagno legge, il secondo lo marca. Il tag point è: "pausa sulla virgola" (ma potrebbe essere: "rispetta la punteggiatura" a un livello più avanzato o "pausa sul punto" etc etc). Dopo 5 tag la lettura passa al secondo compagno che viene taggato dallo studente successivo. Questo se volete che tutta la classe segua insieme. Se desiderate vivacizzare la cosa basta formare dei gruppi di due o tre alunni, stabilendo i turni per chi legge e per chi tagga.
DISGRAFIA
E veniamo ai DSA. Uno dei miei ragazzi ha alcuni -fortunatamente leggeri- problemi cognitivi. Scrive in modo disordinato e ha scarse competenze nell’area della memoria di lavoro. La diagnosi per lui è stata: "Disgrafia". Anziché ricorrere a strategie di ripiego (scrittura in maiuscolo, o scrittura al computer) ho deciso, rispettando le capacità dell’alunno, di insistere perché scrivesse in corsivo. Scrivere in corsivo permette di scrivere più rapidamente, questo si traduce in fluenza nella scrittura. Essere fluenti ha dei vantaggi enormi (ho parlato di cosa sia fluenza nei comporttamenti in questo articolo). Ho insegnato una scrittura corretta almeno dal punto vista grafico con il tag point "lettere" sulla riga.
La foto mostra il primo intervento che ho fatto. La linea rossa mostra qual’era il suo "standard" di scrittura. Notate tutti quei su e giù? La linea blu indica dove ho iniziato a taggare. Il trattamento con il tagger è durato per tutta la linea verde. Circa 30 secondi. Poi ha proseguito da solo. La differenza risulta subito evidente.
15 giorni dopo questo intervento la scrittura è rimasta stabilmente sulla linea, senza aver dovuto ricorrere ad altri interventi. Non solo. Ho notato che il modo con cui il ragazzo riesce ad organizzare i suoi pensieri per la scrittura si è fatto più lineare e fluente. Come se riuscire a scrivere in ordine lo aiutasse a "pensare in ordine". Sicuramente la scrittura "in linea" risulta più rapida ed efficente. Questo comportamento potrebbe liberare risorse cognitive (prima impiegate a fare attenzione alla scrittura) per la composizione dei pensieri sulla carta.