Se sono diventato TAGteacher il merito va tutto a mio figlio, Alessandro. E’ per merito suo se ho deciso di partecipare al mio primo Seminario TAGteach. In un articolo precedente (Clicca qui per leggere) ho già raccontato delle nostre prime esperienze insieme. Ora Alessandro ha 6 anni e le cose cambiano e crescono.ABBIAMO FATTO...
In questi anni abbiamo usato il TAGteach in un sacco di situazioni diverse, soprattutto quando si è trattato di dividere in pezzi più piccoli comportamenti più complessi. Questo processo ci è stato di aiuto anche in quelle situazioni in cui il carico emotivo avvertito dal bambino diventava eccessivo. Questo video della TAGteacher Keri Gorman illustra molto bene le situazioni cui faccio riferimento. A noi è capitato, per esempio, durante una delle nostre prime vacanze al mare che il bambino non volesse mettersi i braccioli. Li aveva sempre indossati con facilità in piscina, durante l’Inverno piovoso che avevamo trascorso. In questo caso non aveva importanza capire il perché del: "No! i braccioli no!". L’importante è risolvere! Per cui se mettere i braccioli sulle spalle era troppo, i due tag point "Braccioli sui polsi " e "Braccioli sulle braccia" insieme a un po’ di giochi schizzi e spruzzi hanno avuto l’effetto desiderato. Come sempre l’elemento chiave è stato di focalizzare l’attenzione su qualcosa che potesse causare il comportamento desiderato, dare al bambino un punto di successo e trovare dei rinforzi adeguati. Nella pratica del TAGteach definiamo punti di successo un tag point o un’azione che l’insegnante è sicuro che lo studente sia in grado di eseguire.In questo video abbiamo usato tre tag point differenti per insegnare la prensione del coltello. Anche se non sto usando il marker, il processo è talmente divertente che Alessandro ripete (fa pratica) della routine senza problemi pur di far finta di tagliare la roulotte dei nonni con il coltello . Nel caso del coltello o di altre competenze (tipo imparare ad allacciarsi le scarpe, o ancora prima, mettersi le scarpe correttamente (il tag point è: "curva -della scarpa- verso fuori) abbiamo lavorato su dividere o comunque semplificare delle procedure per il bambino. Insegnare un po’ di buone maniere in bagno è stata un’altra cosa. Certo, come in tutti i casi in cui si usa il TAGteach ho scomposto il comportamento atteso nelle sue parti, ma ho voluto anche che la routine diventasse fluente per Alessandro, in modo tale che, quando scappa, andare a fare la pipì segnalasse anche l’alzare la tavoletta e poi tirare l’acqua. Quindi i tag point sono stati consegnati non verbalmente, ma con dei biglietti attaccati in posizione "strategica". Il primo tag point è stato (disegnato) come "alza l’asse".Dopo quasi un mesetto ho modificato la procedura ed ho usato l’imbuto dell’attenzione
. Il precedente tag point è stato incorporato nelle Istruzioni e il nuovo tag point è stato -naturalmente- "tira l’acqua". Da solo Alessandro marca il tag point appena l’ha eseguito e tira giù una perlina dal tagulator. 5 perline "valgono" 5 minuti di gioco sul suo tablet. Ho lasciato parecchio tempo i prompt visivi perché desideravo che per il bambino l’intero comportamento diventasse fluente. Ho scelto di usare prompt visivi per potergli dare il maggior numero d’opportunità possibile di far pratica e di venire rinforzato. Adesso so che siamo diventati fluenti: di notte anche se mezzo addormentato, Alessandro marca il proprio tag point e tira giù la perlina. Il TAGteach vince anche sul sonno!

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