giovedì 24 novembre 2022

Chi insegna ha bisogno di tre cose

 Chi insegna (a scuola, in famiglia, sul luogo di lavoro o per qualche attività sportiva) ha delle esigenze molto precise. La prima è quella di trovare delle soluzioni quando il proprio insegnamento si blocca e chi sta imparando non riesce (per tanti motivi) a fare progressi significativi. La seconda esigenza è quella di creare un ambiente di apprendimento che sia piacevole e rinforzante per tutti: deve essere piacevole insegnare e deve piacere imparare. La terza esigenza è il tempo. Gli insegnanti non hanno mai molto tempo a disposizione e devono fare presto.

Usiamo Tommaso come esempio. Tommaso è un bambino vivace di 10 anni che in classe non sta mai fermo e spesso e volentieri urla e disturba le lezioni. Ma Tommaso potrebbe essere un ragazzo che ha problemi con la lettura (dislessia), un tennista che non riesce ad imparare il dritto, un addetto ai macchinari che ha poco tempo per imparare le procedure di sicurezza. Hanno in comune una cosa: devono imparare!

Per questo blog restiamo sul nostro Tommaso di 10 anni. Urla in classee non sta fermo, lo abbiamo detto. I suoi insegnanti e la sua famiglia hanno bisogno di trovare delle soluzioni per creare un ambiente di apprendimento piacevole per tutti e hanno -ovviamente- poco tempo.

Il TAGteach è una tecnologia d'insegnamento che è in grado con i suoi protocolli di soddisfare queste tre esigenze. Vediamo come.

    Soluzioni: cercare comportamenti che ci piacciono in Tommaso è molto più creativo (e divertente) dal continuare a ripetere a Tommaso di restare tranquillo. Tommaso sa fare tante cose che ci piacciono: sa stare seduto sulla sedia (anche se solo per due secondi); sa tenere in mano un pennarello; sa disegnare; sa tenere la bocca chiusa (se la bocca è chiusa Tommaso non può urlare); sa tenere i piedi per terra mentre è seduto (se i piedi sono per terra, non stanno sbattendo). Vedi quante soluzioni? Sono tutti comportamenti che puoi trasformare in tag point e rinforzare con il tagger; quando Tommaso fa una di queste cose, è concentrato sul suo posto e sta lavorando è meno probabile che si metta ad urlare. Il TAGteach ti offre soluzioni perchè ti fa focalizzare su quello che vuoi (e sono tante le cose che vogliamo!). Quello che non vuoi (che Tommaso non urli) è solo una cosa  e  non ci sono molte soluzioni a tua disposizione.

    Un ambiente collaborativo. Come fa il TAGteach a creare questo tipo di ambiente? Perchè non riprendiamo mai Tommaso perchè urla o fa altro, richiamandolo in continuazione (Uff, che noia sta maestra!) ma condividiamo con lui tutti i suoi successi. Tommaso è seduto? tag! Tommaso ha i pennarelli in mano tag! E questo lo possono fare tutti anche i compagni di Tommaso possono usare il tagger per il loro compagno e viceversa,ovviamente. Si impara tutti insieme a cercare le cose che ci piacciono, invece di lamentarci per quello che non ci va. Stiamo tutti insieme e insieme creiamo un ambiente saturo di positività.

    Velocizza l'apprendimento. Se non perdiamo tempo a riprendere Tommaso perchè urla, ma rinforziamo solo quei comportamenti che ci piacciono, non sprechiamo tempo. Possiamo rinforzare Tommaso solo per stare seduto  e mentre è seduto Tommaso può imparare molte più cose. Inoltre spiegando e usando come tag point solo comportamenti che desideriamo non abbiamo bisogno di riprendere o correggere Tommaso. Se il tag point è: "Bocca chiusa" Tommaso sa che deve fare solo quello per avere un tag e le sue figurine. Tutto il resto (urlare compreso) va ignorato sia da Tommaso che da chi gli sta accanto.


Note finali: ovviamente abbiamo parlato di Tommaso l'urlatore, ma le soluzioni, l'ambiente e la velocità sono cose che il TAGteach può creare in qualsiasi contesto e disciplina e con tutti gli allievi. Sport? anzichè continuare a correggere gli atleti per gli errori perchè non gli diamo dei tag point (SOLUZIONI) per farli migliorare più velocemente (VELOCITA') in ambiente sereno dove nessuno viene ripreso (AMBIENTE). E lo stesso vale per qualsiasi attività o comportamento.

www.tagteachitalia.com




martedì 18 ottobre 2022

Five Words or Less (Cinque Parole o Meno)

Gli insegnanti parlano troppo. Gli allenatori parlano troppo. I manager parlano troppo. I genitori poi… parlano troppo. Probabilmente anche tu parli troppo quando cerchi di insegnare qualcosa e spieghi cosa vuoi che faccia chi impara. Ma tutte queste parole sono veramente necessarie? Servono per migliorare realmente la qualità della nostra informazione? In una situazione di insegnamento, soprattutto se un pochino stressante (per esempio la nostra prima lezione di tennis), quando ci concentriamo per capire cosa si deve fare, meno parole si usano tanto meglio! Di fatto, l'unica cosa che ci possiamo ricordare -davvero- sono solo le ultime parole che l’istruttore ci ha detto. Tutto il resto si perde tra i meccanismi del nostro cervello, la tensione del momento e il desiderio di voler veramente riuscire ad eseguire quel servizio!

Five Words or Less (Cinque parole o meno)


Esiste un modo per ridurre significativamente il numero di parole usate ed è quello di suddividere l’obiettivo generale (nel nostro esempio il servizio del tennis) nei suoi componenti, renderli osservabili e consegnarli uno alla volta sottoforma di brevi istruzioni chiamati tag point composti da solo cinque parole. E'questo l quarto criterio che ci permette di ideare i tag point: five words or less!
Torniamo al nostro esempio: tutti gli istruttori di tennis sanno quali sono i comportamenti che compongono il servizio: dalla posizione dei piedi alla presa della racchetta, dal movimento della schiena all’altezza del lancio della pallina. Tutti questi componenti possono essere consegnati all’allievo sottoforma di tag point lunghi al massimo solo cinque parole: Il tag point è “piedi verso la rete” o “curva la schiena” e così via. Per il lancio della pallina, basta mettere il tennista vicino a un muro, mettere un nastro adesivo all’altezza corretta e consegnare il tag point: “pallina sul nastro”.

I possibili componenti del servizio  del tennis sono numerosi: sta all’esperienza dell’istruttore capire cosa trasformare in tag point in base al livello d’esperienza di chi impara e al beneficio che uno specifico tag point porterà. Per cui l’istruttore potrà decidere che Mario sa come si mettono i piedi per eseguire il servizio ma che deve migliorare il lancio della pallina. La routine TAGteach per Mario sarà: “Le istruzioni sono: posiziona i piedi per il servizio e lancia la pallina sul nastro (che sarà attaccato alla giusta altezza sul muro). Il tag point è: pallina sul nastro!”. 
In tre parole abbiamo dato un tag point che è un comportamento che l'istruttore desidera, è una sola cosa, è osservabile ed è composto da solo tre parole. Un perfetto tag point per insegnare a Mario un servizio degno di Wimbledon! Tag!

Su istruzioni e tag point nel TAGteach puoi avere delle informazioni qui: https://www.instagram.com/p/CjTACN1NHNs/

I criteri WOOF

Questo post descrive un criterio del processo che il TAGteach implementa preparando i propri obiettivi. esistono quattro criteri per creare un chiaro, preciso e solido obiettivo, che chiamiamo tag point. Questi sono:
  1. What you want (ciò che desediri)
  2. One thing (Una cosa per volta)
  3. Observable (Osservabile)
  4. Five words or less (Cinque parole o meno).
Li puoi facilmente memorizzare nell'acronimo WOOF.





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Observable

Chi insegna dovrebbe sempre ben chiaro in mente il comportamento che dovrà essere insegnato ed appreso. Sembra un’affermazione banale, ma la maggior parte delle volte riuscire a definire con precisione chirurgica cosa si desidera è molto, molto difficoltoso. Facciamo un esempio: immagina di insegnare danza e desideri che la ballerina porti la gamba destra più in alto durante l’esecuzione di un particolare salto. La prima cosa che ti verrà (probabilmente) da dire sarà: “Ricordati di alzare di più la gamba destra mentre salti”. Ma quanto più alto? Cosa intendi ESATTAMENTE con: “Alzare di più la gamba?” e come saprai che la gamba è stata alzata correttamente in alto? Ovvero, quali sono i tuoi criteri per il successo della ballerina, cosa osserverai?
Infine, la domanda più importante di tutte: come farà la ballerina a sapere di aver alzato la gamba correttamente?

“Alzare di più” è un obiettivo piuttosto vago, sommario, che nessuno tra insegnante e ballerina comprende esattamente. Le probabilità di ottenere una performance significativa, e di conseguenza un apprendimento duraturo, sono estremamente ridotte.

Observable


In che modo possiamo riuscire a chiarire l’obiettivo: “Alzare di più la gamba” in modo tale da renderlo osservabile, ripetibile e rinforzabile? L’unico modo per ottenere tutto questo e favorire l’apprendimento è quello di definire l’obiettivo con criteri precisi, in modo tale che chi insegna e chi impara siano d’accordo e capiscano esattamente cosa fare.

Questo è lo scopo del terzo criterio WOOF che usiamo nel TAGteach per creare i nostri tag point: observable (osservabile). L’obiettivo dell’observable è proprio quello di mettere d’accordo insegnante ed allievo su cosa deve essere fatto evitando inutili ripetizioni a vuoto. Un esempio del ruolo di questo criterio è quello di immaginarlo come la luce che illumina di sera le nostre stanze: se devi andare a prendere un bicchiere d’acqua la luce ti permette di vedere chiaramente e raggiungere velocemente il tuo obiettivo. Al buio, con la luce spenta, lo stesso risultato diventa molto più difficoltoso e pieno di errori.

Per concludere questo post, torniamo alla nostra ballerina e vediamo come sia possibile rendere observable l’alzare di più la gamba. Una possibile soluzione potrebbe essere quella di tenere la mano dell’istruttore all’altezza che si desidera il piede della ragazza raggiunga e chiamare questo tag point: “calcio sulla mano”. Ua seconda soluzione potrebbe essere quella di mettere un pezzo di nastro adesivo sul muro o sullo specchio utilizzando il tag point: “Calcio sul nastro”. In questo modo è possibile trasformare un obiettivo poco chiaro qual’era “alzare di più la gamba”in uno specifico e preciso comportamento che la ballerina sarà in grado di ripetere in meno tempo ed apprendere più velocemente, con maggior successo ed entusiasmo per tutti.


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I criteri WOOF

Questo post descrive un criterio del processo che il TAGteach implementa preparando i propri obiettivi. esistono quattro criteri per creare un chiaro, preciso e solido obiettivo, che chiamiamo tag point. Questi sono:
  1. What you want (ciò che desediri)
  2. One thing (Una cosa per volta)
  3. Observable (Osservabile)
  4. Five words or less (Cinque parole o meno).
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One Thing

 Immagina: Anna sta imparando a scrivere. Ad Anna che sta imparando a scrivere (per la prima volta!) la lettera “a”, la maestra le ricorda di: ”Tenere la penna tra pollice ed indice e appoggiarla sul dito medio e tenere il dorso della mano sul foglio."  Ho volutamente messo in evidenza la particella “e” che tiene insieme tutte le cose che Anna dovrebbe ricordare mentre sta (anche) imparando a scrivere la lettera “a”. Se l’alunna tiene “male” la penna ma scrive lo stesso una bella “a” la maestra le dirà (probabilmente) che la “a” era bellissima, “Però, la prossima volta, ricordati di tenere la penna tra pollice ed indice e…. e…….”: Ecco questo “ricordarsi” è una cosa che può risultare estremamente difficile per due motivi. Il primo motivo consiste nel fatto che l’informazione avviene prima (o dopo) dell’esecuzione; infatti, Anna “si deve ricordare” e non nel momento dell’esecuzione. Il secondo motivo sta nel fatto che Anna è impegnata nel fare la “a” e il suo cervello non può anche ricordarsi tutte le cose che le sono state dette. Semplicemente non siamo fatti per essere in grado di ricordarci tutto!

Esiste, però una soluzione per evitare questa confusione tra istruzioni di chi insegna e comportamenti di chi impara ed è il secondo criterio WOOF del tag point: One Thing (Solo una cosa alla volta)

One thing


I TAGteacher nel creare i tag point per i loro allievi utilizzano i quattro criteri WOOF. Nel precedente blog abbiamo visto il primo: “What you want!”. Oggi analizzaremo il secondo criterio: “ One thing” ovvero: solo una cosa alla volta.

La metodologia del TAGteach si basa sull’uso del tagger: ovvero il TAGteacher per dire: “Sì esatto!” si affida al suono del tagger (detto tag) anziché alla sua voce. Ci sono tanti motivi per questa scelta, il primo è che il tag significa sempre e solo: “Sì!”. Il processo di insegnare diventa binario e chi impara può fare da solo le proprie valutazioni: se sente il suono del tagger sa che ha eseguito il tag point, in caso contrario può, semplicemente, riprovare da solo. Torniamo al nostro esempio. 

Anna sta imparando ad impugnare la penna e ha ricevuto il tag point: “pinza tra pollice e indice”. Se sente il suono tag! del tagger la ragazza sa che ha eseguito il tag point e quindi ha tenuto le dita a pinza sulla penna. Viceversa, se non sentisse il tag, Anna saprebbe di non aver eseguito proprio quel singolo comportamento che le era stato chiesto e sarebbe in grado di valutare da sola perché ha mancato il tag! (“Ho tenuto la pinza con pollice e medio?”, “ho tenuto la penna a martello?”). Il tutto senza nessun intervento da parte dell’insegnante. Questo è possibile perché il tag point era composto da una cosa sola, un singolo comportamento facilmente identificabile. Il processo dura pochissimo, pochi attimi ed Anna è subito pronta per aggiungere un nuovo pezzo di informazione che il TAGteacher potrebbe formulare così: “Le istruzioni sono: prendi la penna con la pinza indice pollice ed appoggiala sul dito medio. Il tag point è: dita sul medio.”

    Il criterio one thing fa sì che i tag point non lascino spazi a dubbi o incertezze: chi impara sa esattamente cosa deve fare ed è in assoluto controllo della situazione d’apprendimento. Puoi facilmente immaginare che effetto questo controllo può avere sulla motivazione e sull’autostima!


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I criteri WOOF

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giovedì 13 ottobre 2022

What you Want (Ciò che Vuoi)

 Nella pratica del TAGteach prestiamo attenzione ai comportamenti da apprendere, non tanto sugli errori o le cose che vogliamo evitare. L’etimologia ci viene in aiuto: imparare viene dal latino parare che significa (anche) acquistare e prendere possesso. Chi impara acquista nuove competenze e prende possesso di nuovi comportamenti, non evita errori e cose sbagliate. Errori e cose sbagliate in generale, vengono indicati con due parole di solito: “Non” e “No”.

Non continuare sempre a correre per i corridoi” e “No! Basta, adesso smettila!”. Ricorriamo a questo tipo di frasi perché, più o meno, di solito hanno l’effetto di fermare quel comportamento che proprio non volevamo. Se Luigi parla troppo in classe gli diciamo di: “Non continuare a parlare”; Se Anna impugna male la penna le diciamo di: “Non tenere la penna a quel modo” e così via con infinite sfumature diverse. Ma il succo è sempre lo stesso: diciamo ad Anna o Luigi cosa non devono fare, ma… gli diciamo cosa vorremmo che facessero? Ovvero, stiamo veramente insegnando loro cosa vorremmo imparassero?

What you Want

Il TAGteach usa i tag point, specifici comportamenti da eseguire, come strumenti per insegnare. In altre parole, il TAGteacher esplicita a chi impara solo il comportamento da apprendere.

Questa è la radice del primo dei criteri WOOF che delineano e compongono i tag point: What you want, cosa vuoi. Tu insegnante, cosa vuoi che Luigi faccia quando “non continua a parlare”? Cosa fa una persona che non parla? Una possibile risposta potrebbe essere che, una persona che non parla, tiene le labbra chiuse. Se Luigi tiene le labbra chiuse sicuramente non può anche parlare.

 Questo potrebbe diventare il tag point per Luigi: “Labbra chiuse”. La differenza sta nel fatto che “non parlare” non dice a Luigi cosa fare per imparare ed essere apprezzato.

Lo stesso discorso lo possiamo applicare ad Anna: “Non tenere la penna a quel modo perché altrimenti non scrivi bene e poi prendi un brutto voto” non dice ad Anna cosa deve fare per scrivere “bene” e prendere un bel voto. (torneremo su “bene” nel post dedicato a un altro criterio WOOF: Osservabile). Anche ponendo che Anna voglia scrivere bene perché vuole tantissimo prendere un bel voto, cosa deve fare? Difatto, quelle che ha appena sentito non sono delle informazioni utili, ma delle minacce….

Anche per Anna esistono alcuni tag point che le possono insegnare come tenere la penna. Il TAGteacher potrebbe dire: “Anna, per scrivere bene devi appoggiare la penna sul banco sempre con la punta rivolta verso di te (un’etichetta con la sagoma disegnata di una penna potrebbe aiutare molto). Le istruzioni sono: quando prendi la penna per scrivere, prendila con la pinza tra indice e pollice. Il tag point è: pinza tra indice pollice”.

In questo modo ad Anna viene dato un comportamento da imparare, da acquistare per dirla in latino.

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I criteri WOOF

Questo post descrive un criterio del processo che il TAGteach implementa preparando i propri obiettivi. esistono quattro criteri per creare un chiaro, preciso e solido obiettvio, che chiamiamo tag point. Questi sono:
  1. What you want (ciò che desediri)
  2. One thing (Una cosa per volta)
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venerdì 7 ottobre 2022

Fluenza comportamentale per la Dislessia

 Un post dedicato alla Settimana Nazionale della Dislessia 2022


Immagina una casa: è fatta di muri, impianti, mobili più tantissimi altri componenti. Ora immagina che uno o più di questi componenti mancasse: che ne so, magari l’impianto idraulico o i muri divisori. La casa sarebbe ancora casa? Funzionerebbe come tale? Sono tutti i diversi componenti che creano la casa.

La Dislessia (e gli altri disturbi specifici dell’apprendimento) esattamente come la casa, sono comportamenti complessi composti da diversi componenti che, se mancano, compromettono il tutto. Solitamente ci concentriamo molto sulla correttezza delle risposte ma non consideriamo quasi mai l’altro fondamentale componente: la velocità d’esecuzione.

Prendiamo ad esempio la lettura: leggere per imparare (studiare in altre parole) ha bisogno di una velocità di lettura pari a ad almeno 120-150 parole al minuto (corrette). Al di sotto di questo livello la comprensione diventa difficoltosa. A sua volta la velocità di lettura è composta da altre parti: articolazione id bocca e lingua, coordinazione occhi-bocca, decodifica dei grafemi e così via. Tutti comportamenti/componenti della capacità di leggere. Ognuno di questi componenti deve essere padroneggiato con risposte rapide e corrette, in altre parole quello che serve è fluenza nei comportamenti (Fluency in inglese).

Fluenza comportamentale è una definizione che indica questo tipo di risposte sempre corrette, veloci e apparentemente senza sforzo. Sono le risposte che ammiriamo nelle performances di grandi atleti, artisti o di tutte quelle persone che fanno cose che noi sembrano impossibili. Sarebbe impossibile per queste persone risucire ad eseguire le loro prestazioni se mancasse loro la conoscenza di uno dei componenti (immaginate un grande calciatore o tennista che non sa correre velocemente?)

Esistono alcuni importanti motivi per cui la fluenza dovrebbe far parte dei nostri programmi educativi.

In primo luogo, la fluenza fornisce un quadro più completo dell'apprendimento e delle prestazioni. Le misure di accuratezza forniscono informazioni solo sulla correttezza della prestazione, mentre analizzare anche la velocità di risposta permette di valutare la competenza. Più uno studente diventa "esperto" più velocemente e meglio saprà risolvere i problemi. Più uno studente è fluente in uno dei componenti della lettura e più difficilmente avrà delle difficoltà successivamente, quando dovrà affrontare compiti più complessi.

In secondo luogo, la fluenza è una misura più sensibile dei cambiamenti nelle prestazioni rispetto alla sola misura di accuratezza. Quando viene misurata solo la precisione, viene imposto un limite artificiale del 100% corretto, rendendo impossibile rilevare le differenze di prestazione da una misurazione all'altra, una volta che uno studente ha imparato ad eseguire con precisione. Se alla precisione aggiungiamo la velocità, non esistono limiti (se non quelli strettamente fisici) e si può migliorare praticamente per sempre. In altre parole non serve solo saper leggere bene, bisogna anche essere veloci (e precisi)

TAGteach Italia
sviluppa i propri programmi d’intervento mirandoli al conseguimento di Fluenza comportamentale, ovvero accuratezza e velocità d’esecuzione in modo da assicurare un successo permanente ai propri studenti.


giovedì 6 ottobre 2022

Il tag point è WOOF!

 


Il tag point costituisce la chiave di volta del TAGteach perché rappresenta il comportamento che si deve imparare ed è l’elemento che darà il maggior successo a chi impara. Il tag point è neutro, non mette pressione a chi impara che può in ogni istante valutare autonomamente quello che sta facendo senza bisogno di interventi da parte dell’insegnante. Come riesce il tag point a combinare tutti questi elementi? Grazie ai quattro criteri WOOF che lo definiscono con precisione. In questo post parleremo nel dettaglio dei quattro criteri. Eccoli spiegati uno alla volta.


1. What you want (Ciò che vuoi):

Il tag point dà qualcosa da fare a chi impara, un comportamento da esibire. Per questo motivo non può contenere le parole “no”, “non” e tutte le altre che dicono cosa non fare. Basta pensarci: cosa dovrebbe fare una persona alla quale viene chiesto: “di non parlare”. Sta zitta, ovviamente, dirai. Ma per “stare zitta” cosa fa effettivamente? Immagina una persona che sta in silenzio. Può camminare, correre, stare in seduta, ma se sta in silenzio sicuramente terrà le labbra  chiuse. Ecco questo è il criterio “What you want”, cosa desideri: un comportamento da fare che porterà il comportamento atteso: “labbra chiuse”  è il tag point per ottenere il silenzio.


2. One thing (Una cosa):

Il tag point è un solo comportamento. Non possiamo dire: “il tag point è seduto dritto e labbra chiuse”. Se sto zitto ma sono seduto male non riceverò il tag, certo, ma non non mi sarà chiaro il perché… Meglio separare i due comportamenti in due sessioni:

a. “il tag point è: seduto dritto”

b. “il tag point è: labbra chiuse”.

Solo in questo modo chi impara è in grado di valutare le proprie azioni e fare le opportune correzioni se non ricevesse il tag.

3. Observable (Osservabile)

Chi insegna sa cosa vuole dai propri alunni: che stiano fermi, che restino in silenzio o che mettano via la cartella. Prendiamo “restare in silenzio”. L’insegnante sa cosa chiede quando dice: “Bambini, silenzio”. Ma Luigi o Anna sanno esattamente cosa intende il loro insegnante? Sanno che “in silenzio” si sta con le labbra unite o chiuse o per loro “in silenzio” significa parlare a bassa voce. Sembra banale ma certe volte diamo per scontate molte cose. Il tag point è tale solo se anche chi impara sa esattamente cosa deve fare. Il tag point deve essere, in questo senso, osservabile da tutti: “in silenzio” deve significare la stessa cosa sia per l’insegnante che per Anna e Luigi. Il TAGteacher quindi, spiega cosa intende per stare in silenzio, e consegna ad Anna e Luigi  l’istruzione corretta e concisa del  comportamento da tenere come tag point: “labbra chiuse”.



4 Five words or fewer (5 parole o meno)

Il tag point è consegnato a chi impara usando solo 5 parole: questo per renderlo facilmente ricordabile nel momento in cui il cervello di chi impara è tutto impegnato nell’esecuzione del nuovo comportamento. "Ricordatevi bambini, adesso che usciamo non urlate e restate in silenzio  senza parlare" è un messaggio lungo, difficile da ricordare e che, come abbiamo già ricordato, non mi dice cosa fare. "Labbra chiuse" è composto da solo due parole e per questo è più facilmente ricordabile.

giovedì 24 marzo 2022

Il TAGteach

 Luca Canever, tradotto ed adattato da:

 Cabrera, "Assessing TAGteach Methodology to Improve Oral Reading (...)" (2020)



Il Tagger usato nel TAGteach
Il Tagger, usato nel TAGteach

Un intervento educativo innovativo è l'applicazione della tecnologia di “insegnamento audio assistito” o, abbreviato, dall’inglese: TAGteach. Il TAGteach utilizza uno stimolo acustico, solitamente sotto forma di tagger, per fornire un feedback immediato al verificarsi di un determinato comportamento. Il TAGteach è stato applicato al campo dello sport, del lavoro e dell'istruzione scolastica inclusi gli studenti con bisogni speciali.

La metodologia TAGteach utilizza diversi principi comportamentali e procedure basate sull'evidenza scientifica. Il suono del tagger (lo stimolo udibile) viene utilizzato per marcare o “taggare”, un'istanza corretta del comportamento target nel momento in cui avviene, fornendo in questo modo un feedback positivo allo studente. Positivo perché il tagger significa solo: “Sì!”.

Un'altra caratteristica distintiva di TAGteach è l'uso dei tag point sviluppati attraverso l'uso del protocollo "WOOF", che consiste nei seguenti quattro criteri: 1) cosa vuoi; 2) Una cosa per volta; 3) osservabile; e 4) cinque parole o meno (WOOF indica, in inglese, i quattro criteri). Pertanto, il tag point è il comportamento che viene evidenziato acusticamente quando si verifica.

Il TAGteach usa anche la “scomposizione" (break it down), in cui i comportamenti sono divisi in parti facilmente identificabili, eseguibili e rinforzabili; una procedura simile alla task analysis.

Infine, il TAGteach è stato oggetto di studi scientifici e viene applicato in numerosi campi con partecipanti a vari livelli di abilità, età ed interessi. In tutte queste situazioni il TAGteach ha dimostrato la sua adattabilità; ad esempio, il TAGteach è stato utilizzato con chirurghi altamente qualificati per affinare le loro competenze mediche.

Per saperne di più visita il nostro sito: www.tagteachitalia.com


giovedì 10 marzo 2022

COSTRUIRE FLUENZA

 

(tradotto ed adattato da: MILLER (1992), Do your students really know their math facts?

Quasi tutti gli studenti ed alunni che frequentano le nostre scuole di ogni ordine e grado, ricevono un riscontro per i loro sforzi in termini di percentuale di risposte corrette. Quanti problemi hai risolto; quanti errori hai fatto, ecc. ecc. Conta, soprattutto, essere accurati. Ma, l’accuratezza da sola è sufficiente per stabilire se uno studente ha imparato veramente, per esempio la matematica? Possiamo stabilire se è pronto ad apprendere nuove competenze, più complesse, in base solamente alla accuratezza delle sue risposte? È sufficiente basare la nostra valutazione solo sul fatto che lo studente ha soddisfatto lo standard scolastico di una precisione del 60% -70% (i classici 6 e 7)?

Tutto ciò che facciamo a casa, nella società o sul posto di lavoro deve essere eseguito ad una certa velocità ottimale oltre che accuratamente.
Il misurare solo l'accuratezza non racconta l'intera storia. Il livello di competenza di uno studente, o la fluenza di risposta, è una componente critica della padronanza di una abilità. Tutti gli studenti che mostrano lo stesso livello di precisione non sono ugualmente preparati. Mentre due studenti possono completare la stessa pagina di problemi di matematica con una precisione del 100%, quello che finisce in 2 minuti è più competente di quello che impiega 5 minuti.

LA FLUENZA COME MISURA DELL'APPRENDIMENTO DEGLI STUDENTI

La proposta alternativa alla valutazione dell’accuratezza è quella di utilizzare la fluenza come misura dei progressi degli studenti. Si tratta di prendere in considerazione, come elementi fondanti, l’accuratezza E la velocità delle risposte. Come unità di misura della fluenza utilizziamo il numero di risposte (corrette e non) al minuto.

Esistono alcuni importanti motivi per cui la misura della fluenza dovrebbe far parte della valutazione dei progressi dei nostri studenti.
 
In primo luogo, la fluenza fornisce un quadro più completo dell'apprendimento e delle prestazioni. Le misure di accuratezza forniscono informazioni solo sulla correttezza della prestazione, mentre analizzare anche la velocità di risposta permette di valutare la competenza. Più uno studente diventa "esperto" più velocemente e meglio saprà risolvere i problemi.

In secondo luogo, la fluenza è una misura più sensibile dei cambiamenti nelle prestazioni rispetto alla sola misura di accuratezza. Quando viene misurata solo la precisione, viene imposto un limite artificiale del 100% corretto, rendendo impossibile rilevare le differenze di prestazione da una misurazione all'altra, una volta che uno studente ha imparato ad eseguire con precisione. Se alla precisione aggiungiamo la velocità, non esistono limiti (se non quelli strettamente fisici) e si può migliorare praticamente per sempre.

La fluenza ha implicazioni funzionali critiche sia dentro che -soprattutto- fuori la scuola. Molte abilità e compiti, di matematica per esempio, ma lo stesso vale per molte altre competenze che si imparano a scuola, devono essere eseguiti rapidamente. La velocità di risposta richiesto è determinato dall'ambiente in cui viene eseguita l'abilità. Essere precisi non è sufficiente. Semplicemente non posso impiegare cinque minuti per contare il resto alla cassa del supermercato.

DUE FASI DELL'APPRENDIMENTO

Sebbene siano state proposte numerose teorie che descrivono le diverse fasi attraverso le quali uno studente progredisce mentre apprende e padroneggia una nuova abilità, due fasi fondamentali - la fase di acquisizione e la fase di pratica - sono comuni alla maggior parte di queste formulazioni teoriche.

Nella prima fase dell'apprendimento di una nuova abilità, la fase di acquisizione dell'apprendimento, l'obiettivo è che lo studente impari ad eseguire l'abilità. Le attività didattiche dovrebbero essere dirette all'obiettivo di insegnare allo studente a svolgere l'abilità in modo corretto e accurato. Il feedback durante la fase di acquisizione dovrebbe enfatizzare gli aspetti qualitativi della performance e dovrebbe essere dato dopo ogni tentativo dello studente. Questa è la fase che valuta la sola accuratezza, perchè, necessariamente, le prestazioni saranno lente.

Dopo la fase iniziale di acquisizione dell'apprendimento, quando uno studente ha imparato come eseguire correttamente l'abilità, arriva la fase pratica dell'apprendimento, in cui l'attenzione dovrebbe spostarsi sulla costruzione della fluenza. Sebbene non ci sia un limite stabilito che segnali la fine della fase di acquisizione e l'inizio della fase di pratica di apprendimento, possiamo dire che la transizione alla fase pratica dovrebbe iniziare quando le risposte corrette diventano molto più numerose degli errori. Il feedback nella fase di pratica dovrebbe enfatizzare gli aspetti quantitativi delle prestazioni, come il numero di problemi completati e la velocità delle prestazioni. Diventa possibile completare una serie di risposte prima della consegna del feedback, che non viene dato dopo ogni singola risposta. In effetti, il feedback che segue ogni risposta o tentativo, nella fase di pratica può diventare molto spesso uno ostacolo allo sforzo dello studente per aumentare la propria fluenza.

Per saperne di più sulla Fluenza e sui nostri programmi, visita il nostro sito: www.tagteachitalia.com


giovedì 24 febbraio 2022

Precision Teaching e la Standard Celeration Chart

 Tradotto ed adattato da: CHIESA (2000) - Precision teaching and fluency training: Making maths easier for pupils and teachers


Il Precision Teaching è un approccio generale per determinare se uno specifico programma d’insegnamento funziona e se sta raggiungendo gli obiettivi educativi che si era proposto. La metodologia del Precision Teaching permette agli insegnanti di misurare il successo del programma e ritagliarlo a misura delle individuali necessità di ogni studente. Specifici del Precision Teaching sono quattro elementi:

·       Analisi “Parte/Intero”

·       Pratica per Fluenza

·       Prove a tempo e la Standard Celeration Chart

·       Adattare a misura dei progressi del singolo studente i materiali

Analisi Parte/Intero

Praticamente ogni compito che intraprendiamo richiede l'esecuzione di diversi comportamenti contemporaneamente. Pertanto, qualsiasi attività può essere descritta come un “intero” e scomposta nella sua serie di “Parti” che devono essere apprese prima. In letteratura (inglese) questi due elementi sono definiti: Component e Composite o Compound


Ad esempio, se vogliamo piantare un chiodo in un pezzo di legno (”Intero”), dobbiamo essere in grado di: identificare martello, chiodo e legno; afferrare saldamente il martello con la mano dominante; afferrare il chiodo tra pollice e indice; tenere saldamente il chiodo all'angolazione richiesta anche durante i colpi di martello; e battere accuratamente e ripetutamente la testa del chiodo con la parte appropriata del martello (questi comportamenti sono le “Parti”). Tutte le parti devono essere apprese prima di eseguire l’intero compito e riuscire a piantare il chiodo. La mancanza di una delle parti pregiudica la riuscita del compito.

Nello sforzo di costruire una nuova abilità o competenza attraverso la pratica per fluenza, l'analisi delle sue parti (Task Analysis) è un primo passo cruciale.

Pratica per Fluenza

Oltre alla più comune misura dell'accuratezza, la velocità d’esecuzione viene considerata altrettanto importante nel Precision Teaching, sia in classe, come nella vita di tutti i giorni, perché fornisce una misura di competenza. L'esecuzione da parte degli “esperti” di qualsiasi abilità, che si tratti di falegnameria, suonare il pianoforte, leggere testi o risolvere equazioni matematiche, implica prestazioni rapide e accurate. Consideriamo il nostro falegname “esperto” perché costruisce e monta i nostri scaffali con precisione e in una frazione del tempo necessario al semplice appassionato del fai da te.

In relazione alle abilità matematiche, Miller e Heward(1992) sottolineano: "Tutti gli studenti che arrivano allo stesso livello di accuratezza non sono preparati allo stesso modo. Mentre due studenti possono completare la stessa serie di operazioni di matematica con una precisione del 100%, quello che finisce in due minuti è più esperto di quello che ha bisogno di cinque minuti per risolvere gli stessi problemi”. La pratica per Fluenza è un metodo che favorisce lo sviluppo di velocità e accuratezza sulle parti (es.: impugnare il martello; scrivere le cifre) che possono migliorare notevolmente le prestazioni sui compiti interi (es.: piantare il chiodo; risolvere una moltiplicazione) e, più in generale, possono facilitare l'apprendimento di nuove abilità.

Prove a tempo e la Standard Celeration Chart

Nel Precision Teaching le prove a tempo forniscono un mezzo efficiente per misurare la fluenza di uno studente in risposte al minuto su una determinata abilità. Le prove possono essere brevi: 5 o 10 secondi o durare fino a 3 o 5 minuti a seconda sia dello studente che dell'abilità misurata.

Le risposte al minuto registrate durante le prove sono convertite in eventi al minuto per essere inseriti sulla Standard Celeration Chart (SCC). La SCC fornisce un "quadro" dell'apprendimento, rappresentato attraverso l'accelerazione o la decelerazione delle risposte corrette e risposte errate. Nel grafico qui a lato la linea verde indica una accelerazione delle risposte corrette (indicati dai pallini) e un alinea rossa indica la decelerazione delle risposte errate (indicate dagli asterischi). Una linea piatta sull'SCC indica una risposta che non sta migliorando e avverte l'istruttore che alcuni aspetti del suo insegnamento, che siano il metodo o i materiali, non hanno alcun impatto sulle prestazioni dello studente.


L'immagine di apprendimento ideale è linea verso l’alto per lei risposte corrette e una pendenza verso il basso delle risposte errate. Le decisioni didattiche sono quindi guidate dal quadro di apprendimento che determina la progettazione di materiali per la pratica e il progresso di ogni studente.

Materiali per la Pratica individualizzati

Sebbene diversi bambini (o anche un'intera classe) possano seguire un programma Precision Teaching/Fluenza mirato a una Parte  o ad un Intero, idealmente tale tipo di intervento dovrebbe essere individualizzato. Il punto fondamentale della Pratica per Fluenza è garantire che gli studenti siano in grado di padroneggiare le abilità Parti prima di tentare di progredire verso abilità più complesse o più impegnative (Interi). Inutile dire che ci sarà una variabilità tra gli studenti nella durata e/o nella quantità di pratica che impiegheranno per raggiungere la Fluenza. Lo studente A potrebbe aver bisogno di maggiore istruzione e pratica sulla moltiplicazione per tre, mentre il bambino B padroneggia velocemente la moltiplicazione ma fatica quando cerca di completare una sottrazione a due cifre. I tassi di risposta per attività, registrati sulla SCC per ogni singolo studente, rivelano rapidamente aree di forza e di debolezza e consentono agli istruttori di adattare i materiali didattici di conseguenza.

 

Glossario:

·       Fluenza: esecuzione senza sforzo, rapida e corretta. Es.:gli atleti alle Olimpiadi o i virtuosi della musica

·       Intero: un comportamento o competenza complessa che può essere diviso in singole Parti attraverso la Task Analysis. Es: risolvere una addizione è un Intero

·       Parte: un aspetto, un elemento di un comportamento o di una competenza più complessa. Es: Scrivere una cifra è una Parte dell’esecuzione delle addizioni

·       Task Analysis: l’analisi di un comportamento più o meno complesso (Intero) nei suoi componenti (Parti).

mercoledì 26 gennaio 2022

Più autocontrollo per gli insegnanti!

 di Theresa McKeon e Luca Canever


Ma, stiamo scherzando?!? Noi insegnanti siamo già i supereroi dell’autocontrollo, non ce ne serve di più!

Ogni singolo giorno combattiamo il desiderio di usare espressioni politicamente non corrette del tipo: "No, hai sbagliato ancora!" e "’Cipicchia! Non posso credere che tu non l’abbia ancora capito!" A noi insegnanti è anche richiesto di controllare il linguaggio corporeo, non mostrando MAI! fastidio o frustrazione: roteare gli occhi, sospirare pesantemente o buttare le mani in aria a dire: "Io ci rinuncio", sono tutte cose tassativamente proibite! Quante cose dobbiamo autocontrollare ...

Come fare? È mai possibile che solo noi insegnanti dobbiamo controllarci? Ma soprattutto: potremmo imparare a farlo ancora meglio?

Una soluzione c’è, anche se può sembrare un po’ un controsenso.

Eccola qua: noi insegnanti potremmo “vivere meglio”, se limitassimo la quantità d’informazione che offriamo ai nostri allievi soprattutto in certi momenti; proprio in quei momenti in cui sentiamo che dobbiamo ancora dire qualcosa. Immaginiamo che il nostro allievo o la nostra allieva si stia per lanciare a fare una cosa particolarmente complicata. Proprio in questi momenti sentiamo di dover ancora aggiungere qualcosa, di dover dire quell’ultima parolina che potrebbe essere definitiva nell’aiutare l’allievo (perché, non dimentichiamolo, noi insegnanti, abbiamo molto a cuore i nostri allievi). E allora, con un ultimo sforzo, lanciamo loro un’ancora dell’ultimo momento: "Non dimenticare ...", "Ricordati di ..." o forse la più tremenda per la sua forza distraente: "Sì, puoi farcela! Io ho fiducia in te!” Tutte queste frasi hanno certamente il loro posto, ma l’attimo che precede l’esecuzione di un nuovo comportamento non è tra questi. Allora perché è così difficile controllare l'impulso di distruggere la concentrazione dell’allievo?

Confessiamolo, noi insegnanti abbiamo quattro punti deboli

1. IL GUSTO DI PARLARE
    Di norma, a noi piace parlare e soprattutto dare informazioni agli altri. Abbiamo lavorato sodo per raccogliere grandi quantità di conoscenza e ci sentiamo strozzare quando si dobbiamo smettere di parlare, anche quando si tratta di lasciare che lo studente possa far pratica autonomamente (eventualmente sbagliando).

2. IL DESIDERIO DI VENIRE RINFORZATI
    Noi insegnanti siamo rinforzati dal successo dei loro studenti. Quando sembra che l’ancora dell’ultimo minuto abbia facilitato l’esecuzione corretta, può nascere un’idea sbagliata, una vera e propria superstizione: "L'ultima volta che ho gli ho fatto tutto l’elenco di quello che volevo ricordasse, subito prima dell’esercizio, mi è sembrato che abbia funzionato!"

3. LA PREOCCUPAZIONE DI ESSERE MALVISTI
    E' possibile che si abbia paura che i nostri colleghi o degli osservatori occasionali, possano supporre che il nostro silenzio rifletta una mancanza di competenza: l’insegnante che sta zitto è l’insegnante che non sa! "Se non dico qualcosa allo adesso, gli altri penseranno che non ho visto l'errore".

    Invece, il saper concedere momenti di silenzio, a tempo debito, è il marchio di fabbrica di un insegnante attento; una persona attenta che, consapevolmente, permette allo studente di essere parte del processo di apprendimento e non solo una carriola sulla quale scaricare informazioni a volontà. Imparare a resistere all'impulso di ripetere all’ultimo minuto, di dare dei riscontri o, addirittura, “fare festa” per diminuire la tensione, può realmente accelerare la velocità con la quale lo studente acquisisce fluenza, e, in ultima analisi, la sua capacità di diventare indipendente. Pensiamo prima alle cose importanti da fare e lasciamo spazio e tempo per processare l’informazione.

Il TAGteach ha il giusto strumento per aiutare gli insegnanti e il loro autocontrollo: si chiama tag point.

Il tagger.
Il tag point è l’azione, comportamento, movimento chiesto allo studente e che verrà rinforzato dal suono del tagger. L’insegnante consegna il tag point con la frase: “Il tag point è:” e la palla passa all’allievo. A questo punto basta il suono del tagger (o la sua assenza) per dare all’allievo tutta l’informazione di cui ha bisogno.




L’insegnante può tirare un sospiro di sollievo e… fare silenzio.

….

Tag!

 



martedì 18 gennaio 2022

Cos'è un tag point? (un esempio pratico)

Prendete un comportamento, prendete una persona a cui insegnare questo comportamento. Per esempio: diciamo che vogliamo insegnare a una ragazza di 10 anni a dare le carote al cavallo. La ragazza adora i cavalli, il cavallo adora le carote, che problema c’è?

Beh, un piccolo problema c’è: non vogliamo mica che il cavallo morda (per sbaglio ovviamente, mica è carnivoro!) le dita della ragazza che tiene il pezzo di carota nella mano. Perfetto! E quindi ecco la nostra lezione su come dare le carote al cavallo:
Quando dai le carote al cavallo, stai attenta che il cavallo non ti morda le dita. Non ti preoccupare non è che te le stacca, ma un bel pizzicotto doloroso sì che lo puoi sentire!”
 
Non contenti di questa premessa degna di un film horror continuiamo: 
Il cavallo non può vedere nulla direttamente sotto il proprio naso e se le tue dita sono strette attorno ai suoi pezzi di carota, può scambiare le tue dita con le sue carote e morderti; ma non lo fa apposta. Devi stare attenta.” 

A questo punto aggiungiamo la ciliegina sulla torta: 
Ecco che arriva tutto contento. Su, prendi le carote e sta attenta a non farti mordere. Ricorda quello che ti ho detto e tutto andrà bene!»


Domanda: la ragazza adorerà ancora i cavalli?




 
Con il TAGteach tutta questa informazione “accessoria” (e spaventosa) diventa inutile e il risultato finale è garantito: la ragazza innamorata dei cavalli da quel giorno in poi, per sempre, con tutte le sue dita ancora attaccate. Nel TAGteach ci focalizziamo sul comportamento o sul pezzo di comportamento che ci porta al successo e consegniamo questa informazione in forma positiva definita in “cose da fare” e coincisa: questo è il nostro tag point.

Nel dare le carote al cavallo chiediamoci quale comportamento debba fare la ragazza per avere successo? Se tenere le dita intorno alle carote è sconsigliato, allora l’opposto potrebbe costituire un buon punto di partenza. Se le dita non sono piegate, allora sono stese e la mano è piatta.

Ecco il nostro tag point: “mano piatta”!

Tutto il racconto “simil-horror” con amputazioni di arti incluse potrebbe quindi diventare: 
Adesso diamo le carote al cavallo. Quando gli dai le carote mettile nel centro del tuo palmo e tieni la mano piatta. Il tag point è: mano piatta”.

 Eventualmente, prima di portare la ragazza davanti al cavallo, possiamo fare un po’ di pratica, con noi che facciamo finta di essere il cavallo.



Questo video è il perfetto esempio di questa lezione:

https://www.youtube.com/watch?v=JRrBjIo5vzM

Visita il nostro sito: www.tagteachitalia.com


lunedì 10 gennaio 2022

COS'E' IL TAGTEACH

 di Luca Canever


Tutti gli insegnanti, allenatori, genitori, istruttori…

Tutti coloro che insegnano possiedono la propria cassetta degli attrezzi, fatta di conoscenze, studi ed esperienze personali. Attingendo dalla loro cassetta possono scegliere gli strumenti più adatti alle esigenze di ciascun studente.

Da qualche anno agli strumenti a disposizione si è aggiunto il TAGteach, un potente, innovativo strumento che ha le sue radici nelle leggi dell'apprendimento, ed ha il suo punto di forza nel dividere in piccoli pezzi il processo d'insegnamento con l'uso del rinforzo positivo.

TAG è un acronimo che sta per Teaching with Acoustical Guidance (Insegnamento audio assistito in Italiano) e l’assistenza audio è data dall'uso di uno specifico segnale sonoro per confermare a chi impara il successo nell’esecuzione di uno specifico comportamento.

TAG è il suono che indica il raggiungimento dell’obiettivo; questo suono diventa una sorta di segnale acustico che viene velocemente elaborato dal cervello. Un TAG significa “Sì ce l’ho fatta!”. Ma nel TAGteach anche l’assenza del TAG è informazione: conoscendo cosa doveva fare, l’allievo sa che deve provare di nuovo a raggiungere l’obiettivo autonomamente, senza bisogno che l’insegnante debba aggiungere altre parole o discorsi. L’allievo, quindi, non deve più concentrarsi su una faticosa analisi verbale di quello che gli sta dicendo l'insegnante, mentre (allo stesso tempo) cerca di imparare una cosa nuova. L'immediatezza e la chiarezza della richiesta (chiamata in gergo tag point) consentono all'allievo di formarsi un'esatta immagine mentale del movimento o della posizione che gli viene richiesta.

Il TAG mi aiuta a crearmi un'immagine nel cervello, così posso trovare da solo la corretta posizione” (11 anni, ballerina).


Il tag point

I “tag point” sono singoli aspetti di un’azione desiderata. Gli allievi ricevono un TAG (il suono) quando i tag point vengono correttamente eseguiti.

I tag point possono variare da insegnante ad insegnante e da studente a studente a secondo dello stile d'insegnamento, e delle necessità di ciascuno.

Gli insegnanti preparano lo studente al successo, consegnando tag point raggiungibili, ed alzando i criteri in piccoli passi. Poiché i criteri per il successo sono il conseguimento dei tag point e non l'intera perfetta esecuzione, gli studenti hanno facilmente successo; questo permette di ridurre la frustrazione aumentando allo stesso tempo la confidenza, la soddisfazione e la gioia per entrambi: insegnanti ed allievi.

Nel TAGteach lo studente non riceve correzioni per i suoi errori. Le correzioni verbali sono, di fatto, inutili ed impediscono il processo di apprendimento. L'insegnante è sollevato dall'incombenza di dover correggere e può seguire il suo piano di lezione per raggiungere il risultato finale.

 "Gli allenatori possono dirti cos'hai sbagliato, ma il TAG ti dice sempre quello che hai fatto giusto" (8 anni, ginnasta).

 Questo video mostra il TAGteach all’opera: è possibile insgnare la tecnica del salto in alto, scomponendo il salto nei suoi elementi trasformati in tanti tag point? (per i sottotitoli in italiano basta cliccare sull'icona):


Visita il nostro sito www.tagteachitalia.com 

domenica 2 gennaio 2022

Scrittura in corsivo, alcune idee per raggiungere Fluenza (seconda parte)

 di Micheal Maloney

Traduzione di Luca Canever

Nel precedente articolo avevamo analizzato l’importanza della pratica nella scrittura per apprendere le abilità di base sulle quali poi si sostengono tutte le altre: dal saper scrivere una lettera o un tema o un rapporto per il lavoro. Avevamo visto un elenco di alcune di queste abilità:

·      Impugnatura della penna

·      Movimenti della mano

·      Lettere corsive individuali

·      Scrivere i numeri

·      Competenze di scrittura corsiva: diversi esercizi per far muovere la mano dello studente e fare segni corsivi specifici (ad esempio linee a zig zag, singole lettere t, m, o, u ecc. ecc.).

Nella seconda parte vedremo come insegnare alcune di queste abilità che compongono “scrivere”.

  • Impugnare la penna


Tutti teniamo in mano una penna o una matita in modi diversi quando iniziamo a scrivere lettere o numeri. Il metodo più comune (quello che ci insegnavano a scuola insieme alla calligrafia) consiste nel tenere la penna o la matita tra il pollice, l'indice appoggiandola sul lato del dito medio dito. Se prendi una penna o una matita con la punta rivolta verso di te, da una superficie piana, generalmente lo fai così, usando queste tre dita.

Tutto va a rotoli quando la persona prende la penna con il 3° e il 4° dito. Il cambio di posizione, per quanto minimo, limita il numero di lettere o cifre che lo studente può quindi creare. Una prensione non corretta limita la velocità di scrittura e quindi. (Luca Canever: “Dalla mia esperienza a scuola credo che questa prensione non corretta sia dovuta al diametro troppo piccolo di penne e matite: le dita non riescono a piegarsi ed avvolgono la penna. Oltre a fare pratica basta, in alcuni casi usare una penna più grossa -tipo una stilografica- o mettere un apposito spessore di gommapiuma intorno alla penna come quello della foto a lato.")

  • Movimenti della mano sulla pagina

Gli esseri umani possono scrivere in modo leggibile 20-30 parole al minuto (ovvero 150-160 lettere o numeri). Per fare ciò, la mano deve essere in grado di muoversi agevolmente sulla pagina mentre si scrive. La misura più semplice di questa abilità consiste nel fare in modo che gli studenti facciano segni verticali in gruppi di 5 su un foglio di carta a righe (4 linee verticali e una trasversale). Gli studenti possono generare oltre 150 segni al minuto senza errori.

L'errore più comune è quello di non rimanere sulla riga ma di spostarsi in alto o in basso nella pagina. Gli studenti generalmente iniziano facendo segni abbastanza grandi, ma imparano rapidamente che serie più piccole di cinque linee sono molto più veloci da realizzare. La creazione di set di 5 linee rende anche il conteggio della loro produzione molto più semplice e veloce. Questo esercizio è molto utile anche perché allena gli studenti sul conteggio fino a cinque, per poi riposizionare la matita per il set successivo.

  • Scrivere numeri o caratteri

Un semplice esercizio per i caratteri consiste nello scrivere ripetutamente il proprio nome per 30 secondi. Una delle parole conosciute più comuni che scriviamo è appunto il nostro nome, quindi le capacità di pensiero e di ortografia non giocano un ruolo nella velocità e nella qualità con cui uno studente può generare i caratteri. Scrivere il proprio nome serve solo per scrivere velocemente. Agli studenti dovrebbe essere chiesto di scrivere il loro nome il maggior numero di volte possibile su un foglio di carta a righe. Moltiplicando il numero di volte che completano la scrittura del loro nome per il numero di caratteri si ottiene un conteggio al minuto che ci dirà quanto lo studente è vicino allo standard di 150-160 lettere al minuto.

L'autore: Micheal Maloney ha alle spalle 40 anni di esperineza nell'insegnamento della lettura (e di tutte le altre competenze fondamentali l'istruzione). Negli anni ha sviluppato il Maloney Method conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo anglo sassone. L'approccio di Micheal si basa su dividere l'insegnamento in piccoli step e di misurare le prestazioni: solo quando lo studente è fluente (veloce ed accurato nell'esecuzione) viene introdotto allo step successivo. Per saperne di più: https://www.maloneymethod.com/


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