giovedì 20 aprile 2023

Il Precision Teaching

Luca Canever

ll Precision Teaching è una tecnica creata per misurare in maniera costante e precisa i progressi degli studenti. Inventata da Ogden Lindsley e dalla sua equipe negli anni '60 ha trovato grande impiego sopratutto in ambito scolastico. Il Precision Teaching utilizza brevi, intense sessioni (solitamente di un minuto) per raggiungere livelli di performance fluenti. Questi successi si trasformano in una acquisizione più rapida di competenze via via più complesse. Per le sue caratteristiche il Precision Teaching sposa perfettamente il TAGteach fornendo uno strumento perfetto per analizzare i risultati ottenuti.


Lo Standard Celeration Chart

E' lo strumento principale del Precision Teaching. E' un grafico che giorno dopo giorno permette di registrare le performance dell'allievo su un comportamento chiave ("pinpoint behavior"). I benefici per gli insegnanti e per chi impara sono due: il primo consiste che tutti i progressi sono registrati allo stesso modo permettendo analisi funzionali sul processo in corso; il seconod beneficio consiste nella facilità di lettura dei dati e quindi di poter prendere velocemente delle decisioni basate su rigorosi dati scientifici.



Comportamenti Chiave

Il comportamento chiave è l'oggetto dell'analisi del Precision Teaching. Si tratta di un comportamento di cui vogliamo aumentare la velocità d'esecuzione. per esempio il nostro comportamento potrebbe essere il numero di parole lette al minuto o il numeri di sottrazioni eseguite al minuto. Questi sono esempi presi dal mondo accademico ma le possibili applicazioni sono praticamente infinite.



Sprint

Il Precision Teachiing misura la frequenza di emissione dei comportamenti chiave in "sprint" molto brevi, solitamente di un minuto. In questo breve tempo viene chiesto agli allievi di impegnarsi al massimo e alla massima velocità possibile. Poche corse al giorno garantiscono risultati eccezionali e duraturi nel tempo.

venerdì 31 marzo 2023

Campi nella natura per aiutare gli adolescenti in difficoltà

Tess, con i suoi meravigliosi cani

Nella scienza del comportamento esiste una regola molto interessante: per cambiare un comportamento bisogna cambiare l'ambiente dove questo comportamento si esprime. Ovvero: se Tommaso si agita molto nei luoghi affollatti, lo possiamo aiutare abituandolo prima a stare in luoghi più tranquilli.

Lo stesso principio è appicato dalla Dott.ssa Tess Erngren nei suoi "Wilderness Camp" (campi nella natura selvaggia). I campi sono delle settimane nella natura selvaggia dove si "sopravivve" con i propri mezzi, imparando a trovare il cibo o ad accendere il fuoco senza l'aiuto di fiammiferi o accendini. Lo scopo di queste attività è quello di creare un ambiente nuovo, dove nuovi comportamenti possano venire appresi. Le attività si rivolgono ad adolescenti in difficoltà, o perchè a rischio di dispersione scolastica o per fare recuperare loro l'autostima.


I campi si avvalgono anche dell'opera preziosa di cani addestrati per la pet therapy che svolgono la funzione di facilitatori, guidando i ragazzi verso i nuovi comportamenti. Infatti, un gruppo di partecipanti, è composto da ragazze con disordini alimentari. Il contatto fisico con i cani, il prendersi cura degli animali , diventare capaci di provvedere a sè fa recuperare alle ragazze la stima in sè e la fiducia nel contatto con gli altri. "Il cane," racconta Tess, "non ti giudica, semplicemente ti accetta e per queste ragazze che si sono sentite giudicate per tutta la loro vita questa è una vera liberazione".
 
Un altro aspetto, legato sopratutto all'anoressia, è quello della manipolazione del cibo. Le ragazze che arrivo al cmapo, non tollerano il cibo solido, ma dando dei bocconcini ai cani ne ricevono in cambio la gioia dell'animale ed imparano -gradualmente- a recuperare il contatto con il cibo. Ad un certo punto imparano a dare un boccone al cane e a prenderne uno per sè, iniziando il processo di recupero.
Sempre con l'aito speciale dei cani è possibile lavorare sul recupero di competenze sociali, tipo il contatto visivo: ci sono ragazzi che arrivano ai campi che non sono in grado di guardare le persone negli occhi. Anche in questo caso l'aiuto dei cani da terapia è fondamentale: il ragazzo impara prima a guardare l'animale negli occhi e poi trasferisce questa nuova competenza alle persone, iniziando anche in questo caso il proprio percorso di recupero.

E il TAGteach? Beh, negli esempi fatti, si vede l'applicazione della tecnica che fa iniziare il processo di apprendimento dalle cose che i ragazzi sanno già fare (toccare il cibo solido e guardare il cane negli occhi per esempio) per arrivare gradualmente atttraverso un processo di rinforzamento positivo passp dopo passo agli obiettivi finali degli interventi: una alimentazione regolare e corretta e il ristabilimento di normali relazioni sociali.

Ma non è tutto.... Tess ci ha anche raccontato nella nostra intervista (vedi l'estratto qui sotto) come accendere un fuoco da campo con selce ed acciarino e.... alcuni tag point.


Sul nostro canale YouTube trovi l'intervista integrale co Tess.

www.tagteachitalia.com











venerdì 27 gennaio 2023

Il TAGteach per l'Autismo: le idee di Martha Gabler

 Ho avuto il piacere di intervistare Martha Gabler. Martha è l'autrice del libro: “Dal Chaos alla Calma: Alla scoperta di soluzioni per i problemi quotidiani del convivere con l'autismo”, un libro sul suo viaggio nell'autismo usando il TAGteach con il figlio. Martha possiede una profonda esperienza diretta delle idee e delle intuizioni che condivide. Prendi questo breve video tratto dall'intervista. Ecco cosa ci ha detto Martha proprio alla fine:

Dopo l'intervista ho ricevuto da Martha la seguente e-mail. L'ho trovata un messaggio così importante ed illuminante che la desidero condividere:

 Ciao Luca,

Ripensando alla nostra conversazione di oggi, mi sono resa conto di aver dimenticato di introdurre il concetto principale che (per me) ha reso il TAGteach un metodo favoloso. Questo è il concetto: in un primo momento stiamo "catturando" un comportamento e poi lo "modelliamo" (con lo shaping) in un comportamento più complesso. Penso sempre di essere il "cacciatore" e di cercare quel piccolo lampo nel deserto che può essere "catturato" e costruito in qualcosa di più grande e migliore. Questo è un ottimo metodo per gli studenti o i ragazzi  che non possono parlare o capire le parole.

Quindi, prima cacciamo. Poi catturiamo quel piccolo lampo rinforzandolo; lo catturiamo e rinforziamo più spesso (perché il comportamento si verifica più spesso). Alla fine lo "modelliamo" in un altro comportamento rafforzando una leggera variazione nel comportamento. La prima parte, la caccia, è un duro lavoro. Devi cercare e magari aspettare molto tempo per trovare quella piccola scintilla che potrebbe essere la base di qualcosa di più grande e migliore.

In futuro, vorrei suggerire di tracciare una forte divisione tra "cacciare/catturare/plasmare" e "insegnare" che è un processo più formale. La tua conversazione del mese prossimo con il Dr. Levy mostrerà l'uso completamente opposto del TAGteach perché lui lavora con studenti molto intelligenti e altamente verbali! Con quegli studenti puoi utilizzare tutte le fantastiche procedure di script, Focus Funnel del TAGteach; puoi insegnare!

Quindi, in futuro, potrebbe essere interessante parlare prima dell'insegnamento tradizionale (parlare e dimostrare), che è ottimo per studenti esperti, ma era inutile per mio figlio. Con gli studenti che hanno abilità verbali scarse (o nulle), l'altro approccio di cacciare, catturare e modellare funziona alla grande. Cosa ne pensi?

Altri pensieri casuali!

Grazie ancora Luca!

Qui puoi ascoltare l’intervista integrale:

Nel nostro blog abbiamo parlato del lavoro di Martha con l'Autismo in due altri post:

1) Il Libro Dal Caos alla Calma

2)Autismo, comportamenti problematici


giovedì 24 novembre 2022

Chi insegna ha bisogno di tre cose

 Chi insegna (a scuola, in famiglia, sul luogo di lavoro o per qualche attività sportiva) ha delle esigenze molto precise. La prima è quella di trovare delle soluzioni quando il proprio insegnamento si blocca e chi sta imparando non riesce (per tanti motivi) a fare progressi significativi. La seconda esigenza è quella di creare un ambiente di apprendimento che sia piacevole e rinforzante per tutti: deve essere piacevole insegnare e deve piacere imparare. La terza esigenza è il tempo. Gli insegnanti non hanno mai molto tempo a disposizione e devono fare presto.

Usiamo Tommaso come esempio. Tommaso è un bambino vivace di 10 anni che in classe non sta mai fermo e spesso e volentieri urla e disturba le lezioni. Ma Tommaso potrebbe essere un ragazzo che ha problemi con la lettura (dislessia), un tennista che non riesce ad imparare il dritto, un addetto ai macchinari che ha poco tempo per imparare le procedure di sicurezza. Hanno in comune una cosa: devono imparare!

Per questo blog restiamo sul nostro Tommaso di 10 anni. Urla in classee non sta fermo, lo abbiamo detto. I suoi insegnanti e la sua famiglia hanno bisogno di trovare delle soluzioni per creare un ambiente di apprendimento piacevole per tutti e hanno -ovviamente- poco tempo.

Il TAGteach è una tecnologia d'insegnamento che è in grado con i suoi protocolli di soddisfare queste tre esigenze. Vediamo come.

    Soluzioni: cercare comportamenti che ci piacciono in Tommaso è molto più creativo (e divertente) dal continuare a ripetere a Tommaso di restare tranquillo. Tommaso sa fare tante cose che ci piacciono: sa stare seduto sulla sedia (anche se solo per due secondi); sa tenere in mano un pennarello; sa disegnare; sa tenere la bocca chiusa (se la bocca è chiusa Tommaso non può urlare); sa tenere i piedi per terra mentre è seduto (se i piedi sono per terra, non stanno sbattendo). Vedi quante soluzioni? Sono tutti comportamenti che puoi trasformare in tag point e rinforzare con il tagger; quando Tommaso fa una di queste cose, è concentrato sul suo posto e sta lavorando è meno probabile che si metta ad urlare. Il TAGteach ti offre soluzioni perchè ti fa focalizzare su quello che vuoi (e sono tante le cose che vogliamo!). Quello che non vuoi (che Tommaso non urli) è solo una cosa  e  non ci sono molte soluzioni a tua disposizione.

    Un ambiente collaborativo. Come fa il TAGteach a creare questo tipo di ambiente? Perchè non riprendiamo mai Tommaso perchè urla o fa altro, richiamandolo in continuazione (Uff, che noia sta maestra!) ma condividiamo con lui tutti i suoi successi. Tommaso è seduto? tag! Tommaso ha i pennarelli in mano tag! E questo lo possono fare tutti anche i compagni di Tommaso possono usare il tagger per il loro compagno e viceversa,ovviamente. Si impara tutti insieme a cercare le cose che ci piacciono, invece di lamentarci per quello che non ci va. Stiamo tutti insieme e insieme creiamo un ambiente saturo di positività.

    Velocizza l'apprendimento. Se non perdiamo tempo a riprendere Tommaso perchè urla, ma rinforziamo solo quei comportamenti che ci piacciono, non sprechiamo tempo. Possiamo rinforzare Tommaso solo per stare seduto  e mentre è seduto Tommaso può imparare molte più cose. Inoltre spiegando e usando come tag point solo comportamenti che desideriamo non abbiamo bisogno di riprendere o correggere Tommaso. Se il tag point è: "Bocca chiusa" Tommaso sa che deve fare solo quello per avere un tag e le sue figurine. Tutto il resto (urlare compreso) va ignorato sia da Tommaso che da chi gli sta accanto.


Note finali: ovviamente abbiamo parlato di Tommaso l'urlatore, ma le soluzioni, l'ambiente e la velocità sono cose che il TAGteach può creare in qualsiasi contesto e disciplina e con tutti gli allievi. Sport? anzichè continuare a correggere gli atleti per gli errori perchè non gli diamo dei tag point (SOLUZIONI) per farli migliorare più velocemente (VELOCITA') in ambiente sereno dove nessuno viene ripreso (AMBIENTE). E lo stesso vale per qualsiasi attività o comportamento.

www.tagteachitalia.com




martedì 18 ottobre 2022

Five Words or Less (Cinque Parole o Meno)

Gli insegnanti parlano troppo. Gli allenatori parlano troppo. I manager parlano troppo. I genitori poi… parlano troppo. Probabilmente anche tu parli troppo quando cerchi di insegnare qualcosa e spieghi cosa vuoi che faccia chi impara. Ma tutte queste parole sono veramente necessarie? Servono per migliorare realmente la qualità della nostra informazione? In una situazione di insegnamento, soprattutto se un pochino stressante (per esempio la nostra prima lezione di tennis), quando ci concentriamo per capire cosa si deve fare, meno parole si usano tanto meglio! Di fatto, l'unica cosa che ci possiamo ricordare -davvero- sono solo le ultime parole che l’istruttore ci ha detto. Tutto il resto si perde tra i meccanismi del nostro cervello, la tensione del momento e il desiderio di voler veramente riuscire ad eseguire quel servizio!

Five Words or Less (Cinque parole o meno)


Esiste un modo per ridurre significativamente il numero di parole usate ed è quello di suddividere l’obiettivo generale (nel nostro esempio il servizio del tennis) nei suoi componenti, renderli osservabili e consegnarli uno alla volta sottoforma di brevi istruzioni chiamati tag point composti da solo cinque parole. E'questo l quarto criterio che ci permette di ideare i tag point: five words or less!
Torniamo al nostro esempio: tutti gli istruttori di tennis sanno quali sono i comportamenti che compongono il servizio: dalla posizione dei piedi alla presa della racchetta, dal movimento della schiena all’altezza del lancio della pallina. Tutti questi componenti possono essere consegnati all’allievo sottoforma di tag point lunghi al massimo solo cinque parole: Il tag point è “piedi verso la rete” o “curva la schiena” e così via. Per il lancio della pallina, basta mettere il tennista vicino a un muro, mettere un nastro adesivo all’altezza corretta e consegnare il tag point: “pallina sul nastro”.

I possibili componenti del servizio  del tennis sono numerosi: sta all’esperienza dell’istruttore capire cosa trasformare in tag point in base al livello d’esperienza di chi impara e al beneficio che uno specifico tag point porterà. Per cui l’istruttore potrà decidere che Mario sa come si mettono i piedi per eseguire il servizio ma che deve migliorare il lancio della pallina. La routine TAGteach per Mario sarà: “Le istruzioni sono: posiziona i piedi per il servizio e lancia la pallina sul nastro (che sarà attaccato alla giusta altezza sul muro). Il tag point è: pallina sul nastro!”. 
In tre parole abbiamo dato un tag point che è un comportamento che l'istruttore desidera, è una sola cosa, è osservabile ed è composto da solo tre parole. Un perfetto tag point per insegnare a Mario un servizio degno di Wimbledon! Tag!

Su istruzioni e tag point nel TAGteach puoi avere delle informazioni qui: https://www.instagram.com/p/CjTACN1NHNs/

I criteri WOOF

Questo post descrive un criterio del processo che il TAGteach implementa preparando i propri obiettivi. esistono quattro criteri per creare un chiaro, preciso e solido obiettivo, che chiamiamo tag point. Questi sono:
  1. What you want (ciò che desediri)
  2. One thing (Una cosa per volta)
  3. Observable (Osservabile)
  4. Five words or less (Cinque parole o meno).
Li puoi facilmente memorizzare nell'acronimo WOOF.





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Observable

Chi insegna dovrebbe sempre ben chiaro in mente il comportamento che dovrà essere insegnato ed appreso. Sembra un’affermazione banale, ma la maggior parte delle volte riuscire a definire con precisione chirurgica cosa si desidera è molto, molto difficoltoso. Facciamo un esempio: immagina di insegnare danza e desideri che la ballerina porti la gamba destra più in alto durante l’esecuzione di un particolare salto. La prima cosa che ti verrà (probabilmente) da dire sarà: “Ricordati di alzare di più la gamba destra mentre salti”. Ma quanto più alto? Cosa intendi ESATTAMENTE con: “Alzare di più la gamba?” e come saprai che la gamba è stata alzata correttamente in alto? Ovvero, quali sono i tuoi criteri per il successo della ballerina, cosa osserverai?
Infine, la domanda più importante di tutte: come farà la ballerina a sapere di aver alzato la gamba correttamente?

“Alzare di più” è un obiettivo piuttosto vago, sommario, che nessuno tra insegnante e ballerina comprende esattamente. Le probabilità di ottenere una performance significativa, e di conseguenza un apprendimento duraturo, sono estremamente ridotte.

Observable


In che modo possiamo riuscire a chiarire l’obiettivo: “Alzare di più la gamba” in modo tale da renderlo osservabile, ripetibile e rinforzabile? L’unico modo per ottenere tutto questo e favorire l’apprendimento è quello di definire l’obiettivo con criteri precisi, in modo tale che chi insegna e chi impara siano d’accordo e capiscano esattamente cosa fare.

Questo è lo scopo del terzo criterio WOOF che usiamo nel TAGteach per creare i nostri tag point: observable (osservabile). L’obiettivo dell’observable è proprio quello di mettere d’accordo insegnante ed allievo su cosa deve essere fatto evitando inutili ripetizioni a vuoto. Un esempio del ruolo di questo criterio è quello di immaginarlo come la luce che illumina di sera le nostre stanze: se devi andare a prendere un bicchiere d’acqua la luce ti permette di vedere chiaramente e raggiungere velocemente il tuo obiettivo. Al buio, con la luce spenta, lo stesso risultato diventa molto più difficoltoso e pieno di errori.

Per concludere questo post, torniamo alla nostra ballerina e vediamo come sia possibile rendere observable l’alzare di più la gamba. Una possibile soluzione potrebbe essere quella di tenere la mano dell’istruttore all’altezza che si desidera il piede della ragazza raggiunga e chiamare questo tag point: “calcio sulla mano”. Ua seconda soluzione potrebbe essere quella di mettere un pezzo di nastro adesivo sul muro o sullo specchio utilizzando il tag point: “Calcio sul nastro”. In questo modo è possibile trasformare un obiettivo poco chiaro qual’era “alzare di più la gamba”in uno specifico e preciso comportamento che la ballerina sarà in grado di ripetere in meno tempo ed apprendere più velocemente, con maggior successo ed entusiasmo per tutti.


Su istruzioni e tag point nel TAGteach puoi avere delle informazioni qui: https://www.instagram.com/p/CjTACN1NHNs/

I criteri WOOF

Questo post descrive un criterio del processo che il TAGteach implementa preparando i propri obiettivi. esistono quattro criteri per creare un chiaro, preciso e solido obiettivo, che chiamiamo tag point. Questi sono:
  1. What you want (ciò che desediri)
  2. One thing (Una cosa per volta)
  3. Observable (Osservabile)
  4. Five words or less (Cinque parole o meno).
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One Thing

 Immagina: Anna sta imparando a scrivere. Ad Anna che sta imparando a scrivere (per la prima volta!) la lettera “a”, la maestra le ricorda di: ”Tenere la penna tra pollice ed indice e appoggiarla sul dito medio e tenere il dorso della mano sul foglio."  Ho volutamente messo in evidenza la particella “e” che tiene insieme tutte le cose che Anna dovrebbe ricordare mentre sta (anche) imparando a scrivere la lettera “a”. Se l’alunna tiene “male” la penna ma scrive lo stesso una bella “a” la maestra le dirà (probabilmente) che la “a” era bellissima, “Però, la prossima volta, ricordati di tenere la penna tra pollice ed indice e…. e…….”: Ecco questo “ricordarsi” è una cosa che può risultare estremamente difficile per due motivi. Il primo motivo consiste nel fatto che l’informazione avviene prima (o dopo) dell’esecuzione; infatti, Anna “si deve ricordare” e non nel momento dell’esecuzione. Il secondo motivo sta nel fatto che Anna è impegnata nel fare la “a” e il suo cervello non può anche ricordarsi tutte le cose che le sono state dette. Semplicemente non siamo fatti per essere in grado di ricordarci tutto!

Esiste, però una soluzione per evitare questa confusione tra istruzioni di chi insegna e comportamenti di chi impara ed è il secondo criterio WOOF del tag point: One Thing (Solo una cosa alla volta)

One thing


I TAGteacher nel creare i tag point per i loro allievi utilizzano i quattro criteri WOOF. Nel precedente blog abbiamo visto il primo: “What you want!”. Oggi analizzaremo il secondo criterio: “ One thing” ovvero: solo una cosa alla volta.

La metodologia del TAGteach si basa sull’uso del tagger: ovvero il TAGteacher per dire: “Sì esatto!” si affida al suono del tagger (detto tag) anziché alla sua voce. Ci sono tanti motivi per questa scelta, il primo è che il tag significa sempre e solo: “Sì!”. Il processo di insegnare diventa binario e chi impara può fare da solo le proprie valutazioni: se sente il suono del tagger sa che ha eseguito il tag point, in caso contrario può, semplicemente, riprovare da solo. Torniamo al nostro esempio. 

Anna sta imparando ad impugnare la penna e ha ricevuto il tag point: “pinza tra pollice e indice”. Se sente il suono tag! del tagger la ragazza sa che ha eseguito il tag point e quindi ha tenuto le dita a pinza sulla penna. Viceversa, se non sentisse il tag, Anna saprebbe di non aver eseguito proprio quel singolo comportamento che le era stato chiesto e sarebbe in grado di valutare da sola perché ha mancato il tag! (“Ho tenuto la pinza con pollice e medio?”, “ho tenuto la penna a martello?”). Il tutto senza nessun intervento da parte dell’insegnante. Questo è possibile perché il tag point era composto da una cosa sola, un singolo comportamento facilmente identificabile. Il processo dura pochissimo, pochi attimi ed Anna è subito pronta per aggiungere un nuovo pezzo di informazione che il TAGteacher potrebbe formulare così: “Le istruzioni sono: prendi la penna con la pinza indice pollice ed appoggiala sul dito medio. Il tag point è: dita sul medio.”

    Il criterio one thing fa sì che i tag point non lascino spazi a dubbi o incertezze: chi impara sa esattamente cosa deve fare ed è in assoluto controllo della situazione d’apprendimento. Puoi facilmente immaginare che effetto questo controllo può avere sulla motivazione e sull’autostima!


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I criteri WOOF

Questo post descrive un criterio del processo che il TAGteach implementa preparando i propri obiettivi. esistono quattro criteri per creare un chiaro, preciso e solido obiettivo, che chiamiamo tag point. Questi sono:
  1. What you want (ciò che desediri)
  2. One thing (Una cosa per volta)
  3. Observable (Osservabile)
  4. Five words or less (Cinque parole o meno).
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